Curiosità Italiane arriva Ravenna, la città dei mosaici

Visitare Ravenna in un solo giorno è una scommessa che #CuriositàItaliane ha accettato, ma con la consapevolezza di fallire. Quando, infatti, ci si trova in una città simile, così ricca di storia e di monumenti, una visita fugace lascia sempre un po’ di amaro in bocca poiché si ha sempre l’impressione di non aver colto il vero senso di quel luogo. Ravenna, però, riesce a imprimersi nei ricordi e a strappare la promessa di un ritorno.

Questa città è tra le più importanti dell’Emilia Romagna e si è fregiata per ben tre volte nella sua storia del titolo di capitale. Ravenna è stata capitale dell’Impero Romano d’Occidente, del Regno degli Ostrogoti e dell’Esarcato Bizantino. La storia con le sue testimonianze sono dislocate nel territorio, con 8 siti riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO ed un’estensione provinciale che va dalle spiagge di Marina di Ravenna fino all’entroterra con le colline di Brisighella. La città è anche conosciuta come la città dei mosaici, per la presenza di bellissimi mosaici in numerosi siti archeologici.

Alcuni monumenti rientrano tra le tappe d’obbligo, anche per chi si ripromette di dedicarsi ad un tour alternativo. Il Mausoleo di Galla Placida e la Basilica di San Vitale sono due tappe obbligatorie. Entrambi i siti, per la loro vicinanza, possono rientrare in un unico itinerario.

Ravenna Galla Placidia
Ravenna Galla Placidia

Il Mausoleo di Galla Placidia è dedicato alla sorella dell’Imperatore Onorio, una nobile e forte donna romana che vanta un’interessante biografia per la sua influenza e tenacia nell’influenzare le decisioni politiche e religiose del suo tempo. Il mausoleo è uno dei più importanti e bei monumenti funebri di Ravenna. Al suo interno vi sono tre sarcofagi che la tradizione assegna a Galla, Onorio e Valentiniano III. Galla, però, non fu mai sepolta lì, ma a Roma, probabilmente nella cappella di Santa Petronilla.

La particolarità di questo luogo risiede soprattutto nei mosaici in cui si evincono sia la tradizione bizantina-orientale che romana-occidentale. Gli elementi che maggiormente incantano sono la cupola, dominata dalla Croce in una volta di stelle su di uno sfondo blu. Le lunette della cupola presentano coppie di Apostoli tra cui si distingue Pietro con la canonica chiave. Le volte a botte e gli archi dei bracci sono decorati con festoni di frutta e fiori e intrecci geometrici.

Sant’Apollinare
Poco distante dal Mausoleo di Galla Placidia c’è la Basilica di San Vitale, una delle più importanti testimonianze dell’arte paleocristiana. La basilica fu voluta dal Cardinale Ecclesio e fu terminata nel 547 d.C.. Anche per questo sito ritroviamo una fusione di elementi della tradizione romana occidentale che orientale. Tra gli elementi più caratteristici vi è la presenza di un labirinto raffigurato sul pavimento accanto all’altare. Questo è simbolo delle tortuosità della vita umana, fatta di peccati, alla fine del quale vi è la grazia divina. Anche nella Basilica di San Vitale vi è la presenza di stupendi mosaici che rappresentano la nascita del Cristianesimo con un’importante funzione didattica per tutti coloro che vi entravano. Inoltre ritroviamo raffigurati elementi della storia dell’epoca, incentrati sull’imperatore Giustiniano e sua moglie Teodora con i rispettivi cortei imperiali.
Il tuor di #CuriositàItaliane è continuato con altre due tappe, Sant’Apollinare in Classe e la Tomba del sommo vate d’Italia, Dante Alighieri.
Più fuori mano dal centro si ritrova un Basilica del Vi secolo d.C., che rappresenta una delle maggiori testimonianze tra le basiliche paleocristiane. Quest’opera architettonica trova la sua importanza nella sua funzione divulgatrice del messaggio cristiano. Anche qui i mosaici svolgono una funzione importante, infatti sono legati alla lotta all’arianesimo, ribadendo la natura divina del Cristo, cosa che la fede ariana negava. Al centro si erge Santo Apollinare, primo vescovo di Ravenna, con le braccia aperte nel momento di innalzare le sue preghiere a Dio perché conceda la grazia ai fedeli, rappresentati da dodici agnelli bianchi allegoricamente i dodici apostoli.
Alcune opere di restauro hanno messo in luce la presenza di decorazioni precedenti con tema figurativo di elementi naturali, completamente cambiati quando il luogo divenne arcidiocesi.

A Ravenna è situata anche la tomba di uno dei più grandi poeti d’Italia, Dante Alighieri. L’esule fiorentino si era rifugiato a Ravenna, dove aveva trovato ospitalità e qui morì nel 1321.
La Tomba di Dante, il giardino con il Quadrarco e i chiostri francescani, nei quali ha sede il Museo Dantesco, fanno parte della cosiddetta “Zona del Silenzio”.
Il piccolo tempietto fu voluto da Luigi Valenti Gonzaga, per dare decoro alla tomba di Dante, che fino ad allora era stata una piccola cappella. Le spoglie di Dante dopo essere state a lungo nascoste dai frati francescani, per essere sottratte ai Fiorentini che le avevano richieste, furono rinvenute nel 1865 e da quel momento riposano nella Tomba.

A fianco al mausoleo dantesco trova spazio anche il giardino con il Quadrarco di Braccioforte, che prende nome da una leggenda secondo la quale due fedeli prestarono un giuramento invocando il “braccio forte” di Cristo, la cui immagine era posta in quel luogo. Qui si trovano due sarcofagi del V secolo, riutilizzati dalle famiglie ravennati dei Pignata e dei Traversari.

#CuriositàItaliane, la rubrica che, ogni settimana, vi porterà a visitare gli scorci e i paesaggi italiani da non perdere. Utilizzate il nostro hashtag e… al prossimo viaggio! Scriveteci a [email protected] per dirci la vostra e perché no, per invitarci a scoprire le bellezze della vostra città italiana del cuore.

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Benito Dell'Aquila