Intervista CORHA: “Capita anche a me” è un inno al coraggio

Federica Chiriatti, in arte CORHA, è una cantautrice della provincia di Varese, classe 1997, la quale si appassiona fin da piccola alla musica, grazie a due punti di riferimento per eccellenza come Pino Daniele e Mina. Il nome d’arte richiama alla parola “cor habeo” (coraggio/avere cuore), la forza d’animo che serve per fare ciò a cui si tiene davvero. Il suo nuovo singolo si intitola “Capita anche a me” ed è uscito qualche giorno fa, riscuotendo un discreto successo. Il brano nasce da un’esperienza che l’artista ha vissuto: in una caotica metropolitana, nota una ragazza piangere, e si trasforma in una narratrice empatica capace di avvolgere l’ascoltatore in un vortice di emozioni e ricordi intrisi di delicatezza. Questa canzone è un vero e proprio inno al coraggio di essere vulnerabili, un messaggio di speranza che riflette la consapevolezza che sentirsi fuori posto è un’esperienza umana condivisa. Non perdetevi l’intervista a CORHA per scoprire i dettagli del suo progetto musicale.

Ciao, benvenuta su Socialup. Presentati brevemente ai nostri lettori.

Ciaooo a tutti i lettori di Socialup, sono CORHA e sono una cantautrice, canto da quando sono piccola e da circa due anni ho iniziato a pubblicare il mio progetto musicale, con sonorità che spaziano dall’indie al pop, in cui cerco di raccontare ciò che vivo quotidianamente.

Come nasce il tuo nome d’arte? Che significato ha?

Il giorno cui stavo pensando ad un nome d’arte, stavo riflettendo sul significato della parola coraggio e sulla radice del nome, dopo varie ricerche ho letto una spiegazione che mi ha particolarmente affascinata in cui il coraggio non è la voglia di essere in prima linea o mettersi in mostra, ma la forza che viene per fare qualcosa a cui si tiene davvero… Nel mio caso il coraggio di iniziare a pubblicare i primi singoli quando avevo paura.

“Capita anche a me “è il tuo nuovo singolo e nasce in una caotica metropolitana, quando noti una ragazza piangere, trasformandosi in una narratrice empatica capace di avvolgere l’ascoltatore in un vortice di emozioni e ricordi intrisi di delicatezza. È un’esperienza che hai vissuto realmente?

Sì certo tutto vero, diciamo che è stato pretesto per avere un gancio emotivo con la ragazza e poi dialogare con la mia bambina interiore. Amo molto i dettagli e, soprattutto sui mezzi noto delle persone con occhi tristi o sguardi malinconici ed empatizzo con loro.

Ci parli un po’ della copertina del singolo? Come ti è venuta questa idea?

L’idea della copertina è nata dalla voglia di rappresentare la sensazione di sentirsi fuori posto. Quindi ci sono io nel mio mondo colorato, su uno sfondo bianco e nero del mondo intorno… Insieme a me un pupazzo gigante, l’unica vera star ahahaah che rappresenta i ricordi di infanzia e la spensieratezza di quando ero più piccola.

Nel brano canti “e se certi giorni non sai che fare, ti senti persa in un monolocale, mi puoi chiamare”, tu chi chiami quando ti senti persa?

Faccio fatica a chiedere aiuto ma quando mi sento persa chiamo mia mamma e poi le mie migliori amiche, quasi contemporaneamente… Una riunione.

Quali sono i tuoi artisti di riferimento nel panorama attuale?

Nel panorama attuale ascolto tantissima musica di generi diversi, indubbiamente mi colpisce la scrittura e il significato dei testi. I primi nomi di artisti italiani che ascolto spesso sono Frah Quintale, Irbis, Levante e Ditonellapiaga.

Eleonora Corso