Nessuna voglia di leggere libri? 5 consigli per sembrare colti senza il minimo sforzo

Chi ha mai detto che per sembrare acculturati agli occhi dei propri interlocutori bisogna aver letto un numero spropositato di libri. Oppure conoscere a memoria citazioni di autori famosi o meno, saper elencare film con i rispettivi registi e premi ricevuti o date e aneddoti divertenti sulla vita di personaggi famosi del passato? Ma nessuno, cari lettori.

La vita è tanto bella, è fatta di gite all’aperto, di amici veri e virtuali, di chiacchiere al bar completamente sconclusionate. Non certo di diottrie perse su pagine piene di lettere minuscole, lampade accese nella notte, ore e ore di interminabili film e ancor più noiosi cineforum, per non parlare poi di riviste letterarie, recensioni, classifiche, letture e volumi impolverati nelle librerie Ikea. E infatti l’Istat lo conferma: i lettori in Italia sono scesi al 40,5 % nel 2016. Circa 23 milioni di persone hanno dichiarato di aver letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti e una quantità a dir poco spropositata di persone (circa 30 milioni per la precisione) non legge nemmeno un libro all’anno. Mica scemi eh?

Tralasciando i numeri e le statistiche, ci si trova di fronte ad un gran bel paradosso: sembrare intelligenti e colti può aiutare a fare bella figura con i colleghi e magari anche con il capo o ad avere un ruolo importante nelle discussioni, in ogni caso è sempre una marcia in più. Ma come fare quando non ci si può dedicare alla crescita del proprio bagaglio culturale per vari motivi, quali mancanza di tempo, di voglia, di facoltà intellettive adeguate?

Ecco a voi alcuni consigli per riuscire al meglio in questa impresa che solo ad un occhio inesperto può sembrare impossibile.

1. Attenzione alle parole (pardon, al lessico)

Se state descrivendo un quadro, potete dire che vi è sembrato troppo o poco “materico”, ma “iconico” al punto giusto. Se parlate di un romanzo, fate un timido accenno al “pirandellismo”, se si tratta di un libro o di una qualsiasi opera d’arte contemporanea, in ogni caso è possibile definirla “all’avanguardia”.

2. Paragoni impossibili

Qui vi tocca giocare un po’ di fantasia. Quel particolare romanzo appena uscito può ricordarvi uno scrittore bielorusso dal nome impronunciabile che ha segnato la vostra giovinezza con i suoi racconti struggenti. Quell’opera d’arte invece può rievocare i lavori del pittore malinconico incontrato per le vie di Lisbona anni fa che ritraeva i passanti da un angolo della strada: iconico, metafisico… semplicemente fantastico. (Qui con un po’ di audacia potete inserire nel discorso una frase del tipo: “Davvero non lo conosci? Strano, qualche anno fa ne parlavano tutti!”)

3. Pochi punti di riferimento (ma buoni)

Ecco per voi alcuni esempi:

-Questa la chiami poesia? Dopo Montale nessuno può definirsi poeta.

-Ti piace questo romanzo? Niente a che vedere con Manzoni, lui si che sapeva scrivere.

-Vuoi veramente metterti a parlare di questo dipinto quando esistono pittori straordinari come Leonardo Da Vinci o Van Gogh? “Notte stellata” è il dipinto più materico e intenso che io abbia mai visto.

E così via. Un unico consiglio: cercate di avere un punto di riferimento per ogni periodo storico, in modo da non farvi smascherare da un interlocutore accorto. Se invece quest’ultimo non vi sembra tanto sveglio, allora può andar bene così.

4. Non lo conosco ma ne ho sentito parlare

Nei casi in cui non siate riusciti a mettere in atto uno dei primi tre punti, è sempre possibile fingere una conoscenza parziale degli argomenti. Tale libro non lo conoscete perché ovviamente non avete avuto il tempo di leggerlo, ma avete letto qualche giorno fa una recensione bellissima su un inserto culturale e da quel momento non vedete  l’ora di recarvi dal tizio che vende i libri per acquistarlo. Non avete idea di quale sia il film di cui tanto si sta parlando in giro, sapete però che la critica ne ha parlato benissimo e che il regista è un genio.

In ogni caso, cercate di interpretare le espressioni dell’ interlocutore: se la vostra opinione coincide con la sua, non avrete bisogno di ulteriori argomentazioni.

5. In caso di difficoltà, non generalizzate

Nei casi estremi in cui non c’è proprio nulla da fare, siete in imbarazzo e state per essere smascherati in tutta la vostra fiera ignoranza, provate a giocare la carta della sincerità. Ma attenzione, potete farlo con astuzia cercando di deviare l’attenzione spostando, o ancor meglio ignorando completamente, il punto centrale della questione. Potete dire ad esempio di non conoscere abbastanza bene la letteratura contemporanea perché in realtà siete dei grandi appassionati di letteratura rinascimentale e da anni vi dedicate compulsivamente alla lettura delle opere di Pietro Bembo (quest’ultimo passaggio se non avete abbastanza coraggio potete anche ometterlo) o che di musica classica non ve ne intendete perché da alcuni anni a questa parte i violoncellisti bulgari vi hanno stregato e ascoltate solo loro; e così via per ogni area del sapere.

Seguendo questi semplici consigli, ovviamente dopo esservi accertati della natura non troppo sveglia del vostro interlocutore, potrete finalmente godere dell’ammirazione di parenti e amici che non riusciranno mai a comprendere come sia possibile dimostrare tanta cultura senza aver mai comprato un libro neanche solo per arredare il salotto, senza essere mai stati al cinema, senza aver mai letto un quotidiano, senza aver mai fatto il minimo sforzo. Un bel mistero, eh?