Virus e celiachia. Uno studio dimostra che i Reovirus potrebbero scatenare l’insorgenza della malattia in individui predisposti
Negli ultimi anni si è diffusa la moda, priva di fondamento scientifico, di evitare gli alimenti contenenti glutine anche in assenza di una patologia che lo renda necessario. Nonostante ciò, esistono alcune patologie correlate effettivamente all’assunzione di glutine, prima fra tutte la celiachia.
Il glutine altro non è che una sostanza lipoproteica, formata cioè da proteine e lipidi, contenuta in alcuni cereali, come frumento, orzo e segale. Nella dieta vegana e spesso utilizzato come sostituto di fonti proteiche animali, ad esempio per la produzione del seitan, e per la sua natura colloidale ha impiego anche come addensante nell’industria farmaceutica. Di per sé, quindi, non si tratta di una componente artificiale né particolarmente dannosa. Ciò nonostante, la sua assunzione è in grado di scatenare nei soggetti geneticamente predisposti, l’insorgenza della celiachia, una infiammazione cronica dell’intestino tenue.
Si tratta, quindi, di una malattia a base genetica: esistono dei geni che, se mutati, possono predisporre all’insorgenza della malattia e possono essere trasmessi per via ereditaria. Si tratta, a tutti gli effetti, di una malattia autoimmune: il sistema immunitario, attivato dal consumo di glutine nella dieta, attacca le pareti dell’intestino danneggiandole. A differenza di un’allergia, però, non è il contatto diretto con il glutine anche per via epidermica a scatenare la reazione, ma solo l’assunzione attraverso la dieta.
Come già accennato, fino ad oggi si riteneva che la celiachia fosse una malattia sostanzialmente ereditaria. Tuttavia, la variabilità nelle manifestazioni della stessa e dell’età di insorgenza dei sintomi nei soggetti predisposti, ha aperto alla possibilità che alcune componenti ambientali possano contribuire alla patogenesi.
La scoperta
Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Science, suggerisce l’infezione asintomatica da parte di una particolare classe di virus, i Reoviridae (in particolare i Reovirus), possa innescare la risposta infiammatoria tipica della celiachia in seguito all’assunzione di glutine. I Reovirus sono una famiglia di virus caratterizzati da un genoma costituito da RNA a doppio filamento. Infettano, essenzialmente, l’apparato respiratorio e quello intestinale e sono molto spesso asintomatici. La maggior parte della popolazione, infatti, risulta infettata già in età infantile. Tra i ceppi in grado di infettare l’apparato digerente, uno in particolare, denominato T1L, ha dimostrato nel topo di essere in grado di abbassare la tolleranza al glutine in soggetti predisposti all’insorgenza della celiachia. Coerentemente con questo dato, in numerosi pazienti celiaci sono stati riscontrati nel sangue elevati livelli di anticorpi diretti contro i Reovirus, cosa che suggerisce una precedente infezione.
Non una causa primaria, ma una concausa, dunque, che se confermata potrebbe far pensare ad un vaccino per ridurre la possibilità di insorgenza della malattia. Tuttavia, non si sa ancora quante tipologie di Reovirus siano in grado di causare il fenomeno e non è da escludere che altre alterazioni della flora intestinale possano contribuire in ugual maniera. Lo studio, al di là di ogni cosa, ha sicuramente il merito di scardinare la convinzione che la celiachia sia una malattia completamente genetica.