Alla scoperta del castello di Nocera

Un luogo da non perdere dopo la quarantena: alla scoperta del Castello di Nocera

Siete stanchi di restare in casa sognando di viaggiare, mentre invece prima magari avevate la possibilità di farlo? Niente paura, ritorneremo a spostarci come prima, tra capitali europee e città d’arte italiane, tra mare e montagna. Dobbiamo solo attendere, ma chi ci impedisce di progettare fantasticando?

Se poi, però, siete anche stanchi dei soliti viaggi che sanno di pacchetti confezionati da agenzie e avete voglia di scoprire luoghi inesplorati alla ricerca di poesia e bellezze d’altri tempi sempre intatte, allora può fare al caso vostro un antico castello italiano poco conosciuto, che sorge, però, in una città importante per la sua posizione strategica.

 

Chi di voi è mai stato a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno? Probabilmente pochi, pochissimi, ma in tanti l’avrete sentita nominare. La sua più autentica bellezza è nascosta sulla sommità di una collina che la sovrasta e che prende il nome di Parco Fienga.

Si tratta di un antico maniero oggi in veste di complesso archeologico rarissimo per la così grande mole di secoli che rende evidenti e manifesti, offrendo l’opportunità al visitatore di ammirare ruderi o edifici che vanno dal Medioevo, epoca d’origine del castello stesso, sino ai giorni nostri.

LA FONDAZIONE

Difatti, il castello del Parco Fienga, sebbene non si conosca la sua data certa di fondazione, sorse tra sesto e settimo secolo d.C., in epoca bizantino-longobarda, ma il suo primo documento attestante l’esistenza risale al 984 d.C. ed è contenuto presso un codice di una delle biblioteche più prestigiose della penisola, situata presso l’Abbazia della Santissima Trinità di Cava de’ Tirreni (SA).

 

RUDERI MEDIEVALI

Tuttavia, sin dall’Alto Medioevo la struttura è stata soggetta a varie trasformazioni, assedi, popolazioni, figure di spicco, passando dai Normanni a Federico II che vi fece erigere una torre, dall’occupazione in essa da parte di un pontefice che lanciava scomuniche a chi non fosse dalla sua parte (Papa Urbano VI) all’ospitalità offerta allo scrittore Giovanni Boccaccio.

Tutto questo è ben documentato, come resti di una voliera testimoniano la struttura in età sveva con l’introduzione in Italia meridionale dell’arco a sesto acuto e ruderi di una gigantesca sala quella che meglio rappresentava l’edificio in età angioina, suo periodo di massimo splendore.

 

GLI AFFRESCHI NORMANNO-SVEVI

Per chi ama la pittura non sarà facile resistere al fascino di affreschi normanno-svevi raffiguranti tre santi in attesa di un programmato intervento di restauro e posti curiosamente in una porzione di abside sotto la torre pentagonale, dalla quale tutti potranno apprezzare la splendida vista a 360 gradi sulla città ed i suoi dintorni, ove lo sguardo si perde sino al mare ed al Vesuvio sullo sfondo, e nelle giornate più limpide si riesce a scorgere persino l’isola d’Ischia.

I FANTASMI

Per chi ama le leggende ed è affascinato dai fantasmi, è bene non tirarsi indietro qualora si sentirà più vento del dovuto o nella notte potrà capitare d’udire delle urla misteriose che i più scettici ritengono trattarsi di versi di barbagianni: un corsaro ed una carceriera che abitarono queste mura non esiteranno a manifestarsi di nascosto …

 

EDIFICI CONTEMPORANEI

Per chi, invece, ama la storia contemporanea, è bene sapere che il castello del Parco, pur nascendo come medievale, è stato soggetto nel corso dei secoli a modifiche e cambiamenti, tra i quali, forse, il più importante è quello determinante l’erezione del palazzo De’ Guidobaldi-Fienga tra Otto e Novecento, abitato da due famiglie, la prima di archeologi, la seconda di collezionisti, che diedero un forte impulso alla riscoperta di un maniero che, dal 600 all’800, era stato abbandonato per via di eruzioni vesuviane, pestilenze e carestie che avevano condotto i nocerini a sottovalutare l’importanza storica di un luogo che, ancora oggi, richiama visitatori per la compresenza di antico e moderno, architettura e pittura, storia e natura, immerso com’è nel dolce verde di un “eco-polmone” incantato all’interno di una pressoché grande e caotica città.

Alla scoperta del castello di Nocera

Fotografie di Annarita Di Costanzo, fotografa e associata di “Ridiamo vita al Castello”, associazione culturale che tutela e valorizza il bene dal 2014.

Christian Liguori