Tra tabù e libertà: ecco perché il Revenge Porn è necessario

Un’eterna contraddizione, una lotta infinita tra tabù e libertà: ecco perché abbiamo bisogno del Revenge Porn.
La nudità e soprattutto il sesso sono due aspetti imprescindibili nella vita di ogni persona. Guardiamo il nostro corpo allo specchio, desideriamo guardare quello degli altri, necessitiamo del sesso per riprodurci o semplicemente per appagare i nostri istinti primordiali, accresciamo ogni giorno il fatturato della pornografia, ne parliamo, lo desideriamo, fantastichiamo eppure, ce ne vergogniamo. Ci vergogniamo al punto tale da negarlo, di negare la pratica dell’autoerotismo, ne deridiamo e mistifichiamo chi nel privato decide di immortalarsi per pura vanità, per stuzzicare e appagare la propria fantasia o quella di chi si desidera eccitare.

Privacy in un mondo iperconnesso

In un’epoca in cui tutti sono dotati di uno smartphone in grado di registrare video e scattare fotografie, necessitiamo di una legge che tuteli ulteriormente la privacy, perché?
Perché non ci si ferma al negazionismo o alla derisione. Si è giunti al punto che la condivisione di qualsiasi aspetto della nostra vita può trasformarsi in minaccia o lesione. Il pericolo è alla portata di tutti. Amici, ex partner, hacker che in possesso di file intimi, possono inviare e condividerli con chiunque e giungere così da un capo all’altro del mondo.

Un modo per vendicarsi di un partner o più semplicemente mostrare ad amici ed estranei la facile conquista di una sera. Immagini e video amatoriali che sfuggono al controllo dei proprietari e giungono di smartphone in smartphone diventando tristemente virali. Un danno che non risparmia nessuno, dalla semplice ragazzina alla star dello spettacolo giungendo anche tra i banchi della politica.

Un fenomeno in crescita

Negli ultimi anni si è registra una crescita esponenziale di questo fenomeno e gli episodi di Revenge porn sono sempre più frequenti, talvolta fino ad arrivare a eventi drammatici, con la morte delle vittime, esasperate dalla situazione creatasi a seguito della diffusione dei proprio video o scatti privati.

 

Ad Aprile, nel nostro paese, ha ricevuto l’approvazione l’emendamento al disegno di legge Codice Rosso con cui viene introdotto anche il reato di Revenge Porn. In pratica, chiunque inoltri e diffonda immagini e video a contenuto sessuale senza il consenso di tutte le persone rappresentante, può essere punito fino a sei anni di reclusione e al pagamento di una multa fino a 15 mila euro. Inoltre viene punito anche chi ricevuto tale materiale contribuisce a diffonderlo.
Una legge che nasce da un’elevata necessità di tutelare tutte quelle persone che nella propria intimità immortalano se stessi o momenti di libidinosi atti sessuali. Con quali mezzi e come verrà poi applicata, lo capiremo con il tempo.

Benito Dell'Aquila