Silent Book Club, il ritrovo per chi ama leggere in compagnia

C’è chi ama leggere in camera sotto le coperte e in sottofondo la pioggia che picchia i vetri. C’è chi invece preferisce farlo in viaggio con in cuffia le canzoni del proprio cantante preferito. E poi c’è chi legge il proprio libro in silenzio ma in compagnia. E no! Non è un ossimoro.
E’ possibile grazie ai Silent Book Club!

L’idea è nata nel 2012 da due ragazze americane: Guinevere de la Mare e Laura Gluhanich.
Gli incontri possono tenersi in qualsiasi luogo, dalle biblioteche ai bar e hanno la durata di circa due ore. Nella prima mezz’ora si sorseggia un bicchiere, si beve un thè, si mangiano biscotti e si chiacchiera, poi si legge per circa un’ora e infine si parla del proprio libro ancora per un po’.
Ognuno può portare con sé il proprio libro: non ci sono letture assegnate ne l’obbligo di parlarne dopo, come invece accade nei gruppi di lettura.

Dal 2012 i Silent Book Club si sono estesi in tutto il mondo ed oggi se ne contano circa 130.
L’Italia è stata la prima in Europa a diffondere il progetto. Il  primo ad essere creato fu nella biblioteca comunale di Corbetta, seguito da Padova, Montrigiasco di Arona e uno a Mergozzo.
Tutto nasce dall’idea di voler trovare un momento per se stessi ma anche di condivisione per un interesse comune: la lettura. L’atmosfera che si respira è meravigliosa e cambia quando dopo essersi conosciuti cala il silenzio e tutti fanno attenzione a ciò che stanno leggendo.
Col tempo si è resi conto anche che è risultato un progetto che aiuti ad aumentare la socializzazione. E infatti viene preso in considerazione anche per quei ragazzi un po’ introversi che hanno difficoltà a fare amicizie, integrarsi e emergere nel gruppo.

Sono tre quindi le parole d’ordine: leggere, condividere e socializzare.
Eppure c’è chi crede che non abbiano vita lunga!
Essendo ad oggi pochi i luoghi adibiti a ciò quasi nessuno si farebbe chilometri in viaggio per trascorrere semplicemente due ore in compagnia e leggere solo per pochi momenti un libro che tra l’altro ci si porta dietro. Per di più c’è chi guarda ai Silent Book Club solo con il fine della lettura, senza considerare che dietro si cela tanto altro.

Credo che l’idea funzioni, ma occorrerebbe cambiare qualcosa e cosa più importante diffonderla soprattutto tra i giovani.
Un primo passo potrebbe essere coinvolgere le scuole. E’ sempre e comunque un importante mezzo di comunicazione! Si potrebbe adibire il plesso di tutto ciò che è necessario: poltrone, divani, luce soffuse e l’immancabile e gustosa merenda. Magari selezionare a campione chi saranno i primi a parteciparvi, giusto per iniziare. Creare un video per diffondere potrebbe essere il passo successivo: destare curiosità, spingere chi è titubante e restio a partecipare al prossimo incontro.

Spargere la voce, diffondere il progetto: è questo che bisogna fare affinché idee belle come questa non siano destinate a morir ancor prima di svilupparsi.
E voi partecipereste? Che ne pensate?

Rachele Pezzella