Il Necronomicon: la leggenda del tomo magico Al Azif

Prendete un poeta folle di Sanaa, capitale dello Yemen, che si chiama Abdul Alhazred, dategli in mano una penna dopo che ha fatto i suoi rituali magici, e in contatto con spiriti ed entità disincarnate scriverà un libro sacro per la magia, che intitolerà Al Azif.
In arabo quell’allocuzione sta ad indicare lo strano suono notturno degli insetti, o l’ululato dei démoni.
Abdul Alhazred, scompare in maniera terribile nel 738 d.C, del suo volume se ne fanno copie segrete ad uso e consumo di sapienti maghi e studiosi dell’occulto.
Nel 950 è tradotto in greco da Teodoro Fileta, con il nome di Necronomicon, in altre parole: “Il libro delle leggi che governano i morti”.
È consultato da molti addetti al settore, ma in maniera segreta, finché il vescovo Michele, patriarca di Costantinopoli, nel 1050 lo mette all’indice sopprimendolo e bruciandolo.
Molti penseranno che dopo la messa all’indice, del Necronomicon se ne siano perse le tracce, ma non stanno così le cose; Olaf Wormius fece una traduzione da quella latina, di Fileta, che vide due stampe una in Germania, nel quindicesimo secolo in caratteri gotici, e una nel diciassettesimo probabilmente in Spagna.
Nuovamente messo all’indice, stavolta nella doppia edizione sia greca sia latina, da Papa Gregorio IX nel 1232, abbiamo notizia certa che ormai dell’originale in arabo non ci sono più tracce.
In Italia la sua comparsa certa è tra il 1560–1570, mentre la traduzione in inglese di John Dee non fu mai pubblicata.
Tutto questo sarebbe un resoconto quasi credibile della genesi del Necronomicon, se non ci si mettesse H.P. Lovecraft a complicare le cose.
Stando a quello che dice lui, un tale libro non esisterebbe, anzi sarebbe frutto della sua fantasia, e sarebbe interessante avere delle notizie più precise, ma lasciamo che lo dica Lovecraft stesso, in una lettera inviata al suo corrispondente Willis Conover, che gli aveva posto una serie di domande sulla sua biblioteca e sulla effettiva consistenza dei testi attribuiti a maghi e stregoni.

A proposito dei miei libri
(a Willis Conover, 28 luglio 1936)
La mia biblioteca contiene un discreto numero di romanzi e racconti del Soprannaturale, che ho catalogato e sono sempre lieto di dare in prestito agli appassionati degni di fiducia che non riescono a trovare queste pubblicazioni da nessun’altra parte. Sono alquanto scarso, invece, quanto a folklore e a libri sulle Scienze Occulte. Posseggo, tuttavia, l’Encyclopaedia of Occultism di Lewis Spence.
Per quel che riguarda i libri spaventosi e proibiti che cito talvolta nei miei racconti, sono costretto ad ammettere che la maggior parte di essi è puramente inventata. Non è mai esistito un Necronomicon d’Abdul Alhazred, perché sono stato proprio io ad inventare questi nomi.

A questo punto le cose sono veramente dense di mistero, un libro dato per certo che ora non lo è più, non solo, ma sbuca fuori l’autore, che tutti conosciamo come uno fra i più grandi scrittori del mistero.
Che davvero Lovecraft, Dee e compagni si siano messi d’accordo per tirare un brutto scherzo a tutti?
Come se non bastasse, per rincarare la dose lo stesso Lovecraft per rendere vera l’autorevolezza dei fatti, afferma che Olaf Wormius, non è morto bruciato sul rogo.
Si mormora anche che la vera versione del Necronomicon esista davvero e per riconoscerla basta guardare la fattezza del libro, se è di pelle umana allora non ci sono dubbi è proprio l’originale.
Il dubbio ancora resta, se sia esistito, se le copie che ci sono in giro siano un bluff, o realtà.
Molti hanno provato ad usare le sue formule, pochi sono riusciti a superare le prove alle quali sono stati sottoposti.
C’è chi come Paracelso sostiene che basta la convinzione psicologica per fare accadere le cose, c’è chi dice invece che bisogna usare adeguate formule.
Resta il fatto che siamo tutti sicuri che il Necronomicon, come tale non esiste.
Siamo talmente sicuri che non esiste, che ecco un elenco dei posti dove si trovano le copie rimaste del Necronomicon, in parecchi di questi luoghi il volume è sotto stretta sorveglianza da personale apposito

– Il British Museum custodisce nei suoi archivi riservati una copia del testo in caratteri gotici, completo.
– Un miliardario americano sembra che possieda una copia del testo in caratteri gotici.
– La Bibliothèque Nationale a Parigi è in possesso di un esemplare dell’edizione spagnola.
– La Miskatonic University di Arkham, Massachussets, possiede una copia dell’edizione spagnola.
– La Biblioteca dell’università di Buenos Aires possiede anch’essa una copia dell’edizione spagnola.
– La Widener Library di Harvard ha un’altra copia spagnola.
– La Biblioteca dell’Università di Lima nel Perù possiede una copia dell’edizione italiana.
– La Kester Library di Salem, Massachussets, custodisce una copia del Necronomicon in caratteri gotici.
– La Central Libray della California State University, Los Angeles, possiede una copia dell’edizione spagnola.
– In una collezione privata del Cairo si trova un esemplare dell’edizione italiana.
– La Biblioteca Vaticana possiede una copia del testo in caratteri gotici ed una dell’edizione italiana.
– In una Località sconosciuta della Cina, esiste una copia manoscritta del testo arabo.
– Nella Città senza Nome, in Arabia, si trovano alcuni frammenti del manoscritto originale.

Se mai vi capitasse di leggere una copia del Necronomicon state attenti, potrebbe essere quella vera.

redazione