L’inganno della dieta alcalina

L’ossessione per la forma fisica pervade ormai la società in cui viviamo. Non è difficile, pertanto, incontrare qualcuno, o farci tentare a nostra volta, impegnato in qualche dieta fai da te. Dietro la promessa di una forma smagliante o, peggio ancora, di una guarigione miracolosa, spesso si nasconde qualcosa di totalmente privo di fondamento scientifico, quando non addirittura pericoloso. Di regimi alimentari sbagliati abbiamo già parlato, così come vi abbiamo raccontato di come una dieta equilibrata abbia aiutato persino i templari nella loro missione. Oggi vogliamo soffermarci su una delle mode più pericolose degli ultimi anni: la dieta alcalina.

Come dice il nome stesso, la dieta alcalina ha a che fare con il pH, quindi con il concetto di acidità e basicità. Si basa, in effetti, sulla convinzione del tutto errata che ciò di cui ci nutriamo sia in grado di alterare il pH del nostro sangue e renderci quindi più acidi o basici. A tale scopo, propone un libero consumo di quegli alimenti considerati alcalinizzanti, riducendo ad un massimo del 20% l’apporto degli alimenti considerati acidificanti. Questo comporta il consumo di grandi quantità di verdure, da consumare crude, a discapito di carne e formaggi, pratiche che siamo abituati ad associare ad una dieta corretta. Quel che è errato, in effetti, è il presupposto su cui essa si basa e la presunta capacità terapeutica di questo tipo di alimentazioni.

Il pH del nostro corpo, infatti, non può essere influenzato dall’esterno. Questo perché, qualora fosse così suscettibile, saremmo costantemente sottoposti ad uno stress fisico tale da essere in pericolo di vita. Per salvaguardarci, abbiamo sviluppato l’interessante capacità di neutralizzare tutto ciò che ingeriamo in modo tale da avere un pH costante di tutti i fluidi corporei con un valore di circa 7,4, più neutro che basico in effetti. Acidi o basici che siano i cibi che ingeriamo, poi, essi si trovano sempre a passare per lo stomaco il quale, proprio per il processo digestivo, utilizza sostanze notevolmente acide che controbilanciano ampiamente il pH di ciò che abbiamo consumato. Quale che siano gli alimenti che scegliamo, quindi, l’ultima cosa a cambiare nel nostro corpo sarà il pH!
La ragione di tutto questo impegno per mantenere costante il pH del nostro organismo ha una ragione ben precisa. L’acidità o l’alcalinità del sangue sono di per sé condizioni patologiche da evitare che prendono il nome rispettivamente di acidosi o alcalosi metabolica. Si tratta di quadri clinici gravi, che richiedono ospedalizzazione e interventi d’urgenza per garantire la sopravvivenza.

L’aspetto più pericoloso della storia, tuttavia, è da ricercarsi nelle voci di corridoio che attribuiscono a questo tipo di alimentazione la capacità di prevenire e combattere il cancro. Le sue presunte capacità alcalinizzanti dovrebbero, secondo le errate teorie, combattere l’acidificazione dei tessuti che è spesso associata al cancro. Quest’ipotesi, tuttavia, non tiene conto di due importanti aspetti:

  1. è il cancro ad acidificare i tessuti, non i tessuti con ambiente acido a causare il cancro
  2. come già detto, niente di ciò che introduciamo con il cibo può cambiare il pH del nostro corpo

Se c’è qualcosa che questa dieta è in grado di fare, però, quando scelta in luogo delle cure scientificamente provate contro i tumori, è portare alla morte, un’evenienza che, non c’è bisogno di ricordarlo, è il caso di scongiurare.

A partorire la teoria (ribadiamo, errata) della dieta alcalina, fu  Robert O. Young, un presunto medico, che conseguì in realtà una laurea on line in una università non riconosciuta, e che non molto tempo fa è stato condannato per ben 18 capi d’imputazione, tra cui truffa ed esercizio abusivo della professione. Anche alla luce di ciò, il nostro consiglio è sempre questo di consultare specialisti qualificati ed affidarvi a loro perla scelta delle vostre diete e terapie. Niente può sostituire la competenza, in nessun ambito.

Silvia D'Amico