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Maneskin: Teatro d’ira – Vol.I è la perfetta dedica d’amore alla musica rock

Dopo la vittoria al 71º Festival di Sanremo, primo inaspettato e trionfante giro di boa, con la hit rock Zitti E Buoni, i Maneskin hanno rilasciato lo scorso venerdì il loro secondo album Teatro d’ira – Vol.I, un disco composto da 8 tracce che mette in risalto l’essenza puramente rock dei quattro ragazzi conosciuti per la prima volta sul palco di X Factor.

Il prossimo impegno al quale parteciperanno con la loro Zitti e Buoni sarà l’ambito Eurovision (quest’anno si svolgerà a Rotterdam) che li ha visti protagonisti di un infelice episodio di censura musicale, in quanto la canzone trionfatrice a Sanremo conteneva delle parole “volgari” non accettate nelle televisioni di molti paesi partecipanti al contest.

Non ci ha fatto piacere tagliare la canzone, ma è una scelta di buon senso: siamo ribelli, non scemi

Il disco, atteso seguito del doppio disco di platino Il Ballo della Vita, è un mix di canzoni in italiano e inglese ispirato dalle esperienze vissute nei primi tour che hanno portato la band in giro per i palazzetti e club italiani e di tutta Europa, permettendogli di creare un disco completamente suonato, crudo e contemporaneo, in perfetta linea con lo stile e il sound che caratterizza i quattro ragazzi.

  • ZITTI E BUONI

Il brano più rappresentativo del disco è quello che li porterà, con molto orgoglio, sul palco dell’Eurovision 2021 a Rotterdam. Zitti E Buoni è il miglior biglietto da visita dei Maneskin, un brano che incarna la sfida contro i pregiudizi intrapresa dalla band e che esalta al massimo la loro essenza rock. L’ambiente scenografico è accompagnato da un testo forte e coraggioso, talmente tanto da essere stato censurato dai piani alti dell’Eurovision, ma questo non impedirà alla band di portare la stessa enfasi e rabbia che la contraddistingue sul palco di Rotterdam.

  • CORALINE

Coraline è, insieme a Vent’anni, la vera ballad del disco, che però poi sfocia nella seconda parte del brano in un altra atmosfera totalmente differente, molto più ritmata e nel pieno stile rockeggiante dei Maneskin. Il brano racconta di una bambina prodigio che, analogamente a ciò che succede ai Maneskin, non riesce a trovare il suo spazio nel mondo perché molto fragile e non adatta, a parer suo, all’ambiente meschino che la circonda. In questo brano si dà grande spazio ai singoli strumenti, costruendo insieme alla voce di Damiano un pezzo davvero eccellente.

  • LIVIDI SUI GOMITI

Il terzo brano del disco è la vera rivincita della band contro tutti quelli che gli hanno sempre remato contro, contro chi ha reso i loro sogni più difficili e contro chi, in generale, è risultato essere un elemento tossico per le loro carriere artistiche e personali. Il brano è molto semplice ma allo stesso tempo crudo e contemporaneo, esattamente come è stato concepito l’intero disco, giocando con riff di chitarra e basso che rende il brano estremamente particolare e perfetto in questa sequenza musicale creata ad-hoc.

  • I WANNA BE YOUR SLAVE

Primo prezzo in inglese e momento top del disco. I Wanna Be Your Slave è tutto ciò di più sensuale e sfrontato che si possa desiderare dai Maneskin, essendo un pezzo che gioca molto sulle particolari caratteristiche della voce di Damiano accompagnata da una melodia rock accattivante e che strizza leggermente l’occhio alla dance. Non a caso, il brano vuole esplorare la sessualità presente in tutti noi, dimostrando che in fondo tutti siamo peccatori e imperfetti, e questo è proprio ciò che ci rende umani.

  • IN NOME DEL PADRE

È il momento del brano dalle sonorità più dure e meno canoniche del progetto che esprime il bisogno di liberarsi dall’oppressione generata dalle barriere e le paure che affollano le nostre vite. Sebbene sia il pezzo che più si allontana dall’armonia musicale seguita dal disco, In Nome Del Padre tratta una tematica molto stimolante, mettendo al centro del discorso il peso a volte troppo eccessivo del successo ottenuto dopo la svolta ad X Factor.

  • FOR YOUR LOVE

Secondo, e ultimo pezzo in inglese, è la prima canzone scritta a Londra dalla band pensando alla dimensione che gli avrebbero potuto dare in un futuro concerto, motivo per cui la parte strumentale riceve molto spazio e diventa la vera protagonista del pezzo. La capitale britannica è stata una grande ispirazione per la sua creazione, complice anche l’ambiente della sua vita notturna che ha portato la band a dedicare la canzone ad una donna, che poi altro non è che la musica, e mettere in risalto l’amore, l’ossessione e la dedizione verso essa.

  • LA PAURA DEL BUIO

Tornerai da me con le mani giunte

I Maneskin rappresentano così il rapporto complicato che si crea fra la musica e l’artista, un rapporto eterno e passionale che però spesso può mettere in grande difficoltà e condiziona completamente la propria vita artistica, passando per dei momenti difficili che solo grazie alla stessa musica si riescono a superare. Una sorta di cura e veleno allo stesso tempo. Grande spazio dedicato alla voce, contrariamente all’importanza musicale presente nel resto dei brani, che rende il racconto di questa relazione ancora più crudo e struggente.

  • VENT’ANNI

Ho scritto quello che io stesso avrei voluto sentirmi dire da qualcuno più adulto ora che ho vent’anni

È ciò che afferma Damiano, cantante della band, descrivendo l’ultima traccia Vent’anni, vera perla del disco che racconta a mo’ di lettera una dichiarazione rivolta ai giovani d’oggi, cercando di trasmettergli uno spirito di positività e desiderio verso il loro futuro, sempre più assente nelle nuove generazioni. Il messaggio arriva forte e chiaro, con l’uso frasi lancinanti e dirette come “sarai qualcuno se resterai diverso dagli altri”.

Un avviso importante rivolto in particolare alle nuove generazioni, che molto spesso cadono nella trappola delle apparenze, rischiando di non riuscire mai a mostrare la loro vera personalità rimanendo rinchiusi nei loro alter ego social, esageratamente lontani dalle loro vere vite.

Top ?: ZITTI E BUONI, CORALINE, VENT’ANNI, I WANNA BE YOUR SLAVE

Flop ?: IN NOME DEL PADRE

Voto: 8.5/10

Marco Russano