Intervista a Casa Surace: dove la carbonara è d’obbligo e il sugo di cortesia

Figli dei social e del web, questo gruppo di persone meridionali, sconfigge con tantissimo humor tutti quei luoghi comuni che rappresentano, nel bene e nel male, il sud d’Italia. Casa Surace è una factory e casa di produzione nata del 2015 da un gruppo di amici e coinquilini, ma soprattutto una famiglia allargata da 2 milioni di fan sul web.

Oggi, però, non è solo un gruppo di persone brave a fare ironia, ma in quasi tutti i cortometraggi che girano, cercano sempre di dare piccole e fondamentali perle di saggezza che toccano il cuore di ognuno di noi, a prescindere dalle origini meridionali, nordiche o estere. Ma da dove vengono, cosa vogliono e cosa si aspettano, lo saprete solo continuando a leggere l’intervista che ci hanno concesso tra un “ciak” e un “azione!”.

Nessuno sa come vi siete conosciuti e tutti i nostri lettori sono curiosissimi di saperlo: raccontateci com’è nata questa avventura e, soprattutto, se vi aspettavate un così grande successo.

Sinceramente si ce lo aspettavamo, perché siamo dei bei ragazzi. All’inizio del nostro percorso abbiamo fatto delle grandi ricerche, per trovare il gruppo di amici adatto. Siamo come una boy band, abbiamo dei parametri per stabilire chi può entrare nel gruppo. Parametri del sud, naturalmente. A parte gli scherzi abbiamo lavorato da subito con grande divertimento e naturalmente speravamo di riuscire a raggiungere degli obiettivi. Ma abbiamo sempre messo davanti a tutto ciò che ci piace fare e le cose che ci divertono, la nostra amicizia ed il piacere di lavorare insieme. Il resto è arrivato di conseguenza. Ci conosciamo tutti da molto tempo, addirittura qualcuno da quando si andava ancora a scuola, terminate per puro caso alcune esperienze lavorative in contemporanea abbiamo deciso di fare un tentativo. Ed è nata Casa Surace.

Come mai avete deciso di adottare proprio il nome “Casa Surace”?

È il nome degli inquilini che vivevano nella casa diventata poi Casa Surace. Non siamo mai riusciti a togliere la maiolica dalla porta con il loro nome! E ci divertiva che in un mondo del web pieno di parole in inglese ci fossimo noi con un nome “rustico”. Paesano, ecco.

Da dove nascono e come si sviluppano tutte le idee che poi trasformate in geniali e divertenti cortometraggi?

Paghiamo profumatamente i nostri autori migliori: Nonno Andrea e Nonna Rosetta. Sono loro ad avere le idee più brillanti! E poi naturalmente le idee arrivano dalle cose che ci succedono tutti i giorni. Siamo del Sud, c’è chi viene da Sala Consilina, chi ha fatto il fuorisede per tanti anni, chi si sente più milanese, chi più paesano, chi più cittadino. Se a questo ci unisci che siamo grandi appassionati di cinema, teatro e comunicazione hai un quadro più o meno completo. Anche se le cose migliori escono quando siamo tra noi rilassati, anche a tavola, nonostante i 170 video girati insieme in meno di 3 anni mangiamo ancora nello stesso piatto!

Esiste un video a cui siete maggiormente legati tra tutti quelli che avete girato ed interpretato?

Tutti quelli che hanno segnato un passaggio in avanti. Tutti quelli “nuovi” che ci hanno fatto crescere o progredire. O anche quelli riusciti meno, perché si impara tantissimo sbagliando.

Spesso li rappresentate nei vostri filmati, ma realmente, cosa ne pensate di tutti i luoghi comuni sulle persone che provengono dal Sud?

Che sono luoghi comuni e quindi che non sono veri fino ad un certo punto e che sono veri fino ad un certo punto. Ma che soprattutto fanno ridere, fanno ridere tantissimo. Ed anche se quello che raccontiamo naturalmente lo portiamo al paradosso non è difficile immedesimarsi nelle nostre storie. E crediamo in realtà di raccontare cose che riguardano non solo le persone del Sud, ma di tutto il paese. D’altronde c’è sempre qualcuno più a Nord di te.

Sanremo è finito relativamente da poco e vi abbiamo seguito durante tutto il vostro viaggio per l’Italia mentre raccoglievate pezzi della nostra cultura culinaria: avete qualche aneddoto che volete raccontarci di questo lungo viaggio?

È stato un viaggio assurdo e come al solito divertentissimo. Abbiamo incontrato tante persone e fan, come al solito viaggiando capisci quanto l’Italia sia un paese straordinario, in qualsiasi regione. Di momenti divertenti ce ne sono stati tanti, come quando abbiamo fatto cantare a Noemi “Sono solo Scarole, le nostre, sono solo Scarole” o quando abbiamo incontrato Pippo Baudo. La cosa più divertente però mi dispiace, non ve la possiamo raccontare.

A turno, ci direste qual è il vostro piatto preferito e di cui non potreste fare mai a meno?

I piatti più quotati vanno dalla pasta e patate alla parmigiana, passando per salsicce e friarielli, polpette e fritture miste. Uno di noi però ha risposto “la cotoletta”, provate a indovinare chi. E Non è Ricky.

Lo ripetete spesso e volentieri, la tradizione, in qualsiasi ambito, rimane sempre fondamentale. A tal riguardo, credete che vi possa essere un connubio reale tra un passato di tradizioni ed un futuro ricco di innovazioni?

Sicuramente. I media e gli strumenti cambiano ma le cose che funzionano sono sempre fatte da elementi immortali ed eterni.
Come il ragù di nonna.

Dovete la vostra fama al web e ai social network. Qual è secondo voi la chiave per avere successo in un mondo, quello di internet, dove è difficile essere innovativi?

Essere sé stessi e trovare la propria identità. Stare attenti a tutto quello che succede ed ovviamente seguire tanto quanto cambiano i linguaggi su Facebook.
E non fare video, perché ci siamo già noi.

Siamo all’inizio di questo 2018 ed immaginiamo avrete tantissimi progetti in mente: ce ne svelate qualcuno per placare, almeno in parte, tutta la nostra curiosità?

Ci sono tante cose che ci piacerebbe fare. Ma ci piace farle bene, quindi dovrete aspettare ancora un po’. La novità è che stiamo facendo tutti insieme, per lavorare sul team building, un corso di Zumba e balli latino-americani. La danza è la nostra vera passione.

Ecco il loro ultimo cortometraggio, buona visione!

Alessia Cavallaro