Game, set and Match: Wimbledon 2016

Si è chiusa anche questa edizione dei Championships 2016, un’edizione colma di sorprese, sogni speranze e delusioni. Si è conclusa con la vittoria del britannico Andy Murray che bissa il successo del 2013 nel singolare maschile e della statunitense Serena Williams che conquista  così il suo settimo Wimbledon. Quanto al doppio, hanno trionfato nella prova maschile i francesi Nicolas Mahut e Pierre-Hugues Herbert mentre nel femminile le sorelle Serena e Venus Williams.

Parlare solo dei vincitori  e delle finali sarebbe riduttivo e scontato, noi invece vogliamo parlarvi di alcune storie in cui a farle da padrona sono state, come scritto sopra, le sorprese, i sogni, le speranze e e le delusioni.

La storia del maestro di tennis a Wimbledon

Vogliamo iniziare da una favola che ha fatto appassionare tantissimi tifosi. Protagonista è stato l’inglese Marcus WIllis, 25enne numero 772 del mondo, che ha avuto l’onore di giocare nel magico Centre Court contro sua maestà Roger Federer. Si tratta di una favola perché  se non fosse stato per la fidanzata da poco conosciuta, si sarebbe ritirato dal tennis definitivamente a causa di una carriera mai decollata e assai avara di successi e guadagni (solo quest’anno aveva guadagnato 250 sterline, una miseria),  per accettare un posto di lavoro in un circolo a Philadelphia, invece il destino aveva altri piani per il nostro “eroe“, che spinto dalla bella Jennifer Bate si è iscritto alle pre-qualificazioni del torneo, e dopo tre vittorie si è guadagnato il tabellone di qualificazione e qui, considerando  l’alto livello degli avversari, doveva finire l’avventura del nostro, e invece no. Vince altre tre partite di qualificazione contro il Top 100 Yuichi Sugita e i russi Andrey Rublev e Daniil Medvedev, entrambi di oltre 500 posizioni più su di lui in classifica. Willis però non sembra avere intenzione di fermarsi, fa fuori Ricardas Berankis, n. 54 al mondo e si conquista l’occasione di sfidare Federer nel campo centrale. L’incontro si è risolto nella maniera più scontata, inevitabile, con la vittoria di Roger Federer, ma al termine del match tutto il Centrale ha tributato una fragorosa standing-ovation a Marcus Willis che ora ha come obiettivo quello di rilanciare la sua carriera cercando di entrare tra i top 100.

Il Nole abbattuto

Da un sogno a una delusione, ed è quella che ha provato il numero 1 al mondo Novak Djokovic sbattuto fuori dal torneo dal gigante americano Sam Querrey (classifica: 41)  che a suon di ace, servizi vincenti e dritti ha spezzato il sogno di Djokovic,  cioè quello di completare il Grande Slam, Djokovic  che inoltre non perdeva negli Slam prima dei quarti dal 2009. Un Nole che ha giocato comunque abbastanza male rispetto ai suoi canoni, e questo ha causato un nervosismo che non ha aiutato il campione serbo. Ad aiutarlo invece poteva essere l’interruzione per pioggia che ha giovato a Nole in una situazione molto simile l’anno scorso contro Kevin Anderson sempre a Wimbledon.  Infatti alla ripresa Nole è riuscito a recuperare un set di svantaggio, tuttavia sul punteggio di 6-5 Querrey al quarto set il match viene interrotto nuovamente, alla ripresa si arriva al tie-break, e alla fine lo statunitense, dopo averlo condotto in maniera esemplare, può alzare le braccia al cielo.

Il quasi-eterno Roger

Un’altra delusione è stata quella che ha provato Roger Federer eliminato dal finalista Milos Raonic dopo una battaglia chiusasi solo al quinto set. Fedex infatti, dopo l’eliminazione di Djokovic e anche l’assenza dell’avversario di sempre Rafael Nadal, era il favorito insieme a Andy Murray per la vittoria finale. Aveva già compiuto una grande vittoria nei quarti di finale contro Marin Cilic recuperando uno svantaggio di due set a zero  e vincendo alla fine per 6-7(4), 4-6, 6-3, 7-6(9) 6-3 in 3 ore e 22 minuti di grandissima emozione.
Queste tre ore però si sono fatta sentire contro il bombardiere canadese Raonic e complice anche una condizione non al 100% alla fine ha dovuto cedere dopo un’altra battaglia di 5 set. Ma Roger al ritiro non ci pensa completamente e dà l’appuntamento all’anno prossimo.

La prima volta di Raonic

Un sogno invece quello vissuto da Raonic. Del canadese che dire, un giocatore che sta mostrando tutti i miglioramenti fatti nel gioco e queste le qualità lo stanno portando a diventar un giocatore sempre più temuto dai top player, specialmente nelle superfici veloci. La chicca è stata quella di assumere un campione come John McEnroe per delle “consulenze” per la stagione su erba. I risultati si sono subito visti, finale al Queen’s e finale a Wimbledon. Lo stesso Raonic ha dato molti meriti a McEnroe «mi ha arricchito tanto dentro quanto fuori dal campo […] mi ha insegnato a coprire meglio il campo, e grazie a lui sono sceso molte più volte a rete giocando perfettamente le volee […] abbiamo inoltre lavorato sulla variazione del servizio e ci siamo focalizzati sul valutare più velocemente i momenti in cui essere più aggressivi »

Quando un nome è garanzia di spettacolo e vittorie: Williams 

Una speranza è stata quella di vedere una finale targata sorelle Williams.  Infatti se da un lato avevamo una finalista sicura come Serena, dall’altro lato del tabellone si faceva strada Venus che a suon di pallate mandava a casa tutte le giocatrici incontrate, fino ad arrivare allo scontro contro la tedesca Angelique Kerber, vincitrice a inizio anno all’Australian Open sulla sorella Serena. Il fato però non ha voluto che le sorelle si scontrassero in finale di uno Slam per la 9 volta, infatti la Kerber ha avuto la meglio con un doppio 6-4. A vendicare però la sconfitta ci ha pensato Serena, che a sua volta ha vendicato la sconfitta patita in Australia a inizio anno. Una finale dove a farla da padrona è stata la Williams, specialmente grazie al servizio, infatti la numero uno ha ottenuto 38 punti su 43 con la prima, e nei pochi momenti di difficoltà si è tolta di impaccio con la battuta. La tedesca è rimasta in partita finché ha potuto difendendosi con le con le qualità difensive e il gran dritto incrociato ma alla fine è dovuta capitolare perché la Williams è sempre stata aggressiva ed è rimasta ben piantata al centro del campo.
Serena qualche ora dopo la finale è tornata in campo per disputare la finale con la sorella contro la coppia Babos – Švedova vincendo con un netto 6-3 6-4

Il ritorno di Andy Murray

C’è un dato  interessante che riguarda la vittoria numero 2 a Wimbledon per Andy Murray, e questo dato si riferisce a una presenza nel suo angolo, che da qualche anno era assente, ovvero il campione ceco Ivan Lendl. Ebbene si, l’ultimo torneo dello Slam vinto da Murray è stato proprio a Wimbledon con Lendl come coach. Dopo la separazione Murray ammise di esserne uscito distrutto, e adesso a dopo il ritorno ecco che Murray torna a vincere un Major, e lo fa nei prati di casa battendo Milos Raonic col punteggio di 6-4 7-6 (3) 7-6 (2), in 2 ore 49′ di gioco. Una buona partita, non entusiasmante ma ben giocata da entrambi, specialmente da Murray che ha neutralizzato il servizio del bombardiere canadese giocando dei gran game in risposta. A fine match un emozionatissimo Murray  «Per me, ogni anno, questo e’ il torneo piu’ importante. Sono orgoglioso di stringere ancora questo trofeo fra le mie mani“, ha detto, in lacrime, «Ivan Lendl? Devo ringraziare di cuore lui, tutto il mio team e in particolare la mia famiglia: vi amo tutti. Ringrazio per il sostegno poi tutto questo splendido pubblico».

Umberto Palazzo