È ora di smetterla di “esibire” i disturbi mentali sui social

Di Domenico Arcudi per Social up!

Sui social è un must, in particolare tra gli adolescenti, millantare disturbi mentali, senza che ve ne sia una diagnosi da parte di un terapeuta o di chi fa della psicologia (in particolare quella clinica) il suo mestiere. 

Si dice di essere ansiosi, depressi; non mancano, infatti, persone che scrivono frasi del tipo “sono una ragazza ansia e sapone” o “c’ho l’ansia a tempo indeterminato”, ricorrenti persino in gadgets quali t-shirt, tazze e cover per citarne alcune. Inoltre, aumentano coloro i quali pubblicano fotografie di sé stessi con farmaci quali Xanax (nome commerciale dell’Alprazolam, facente parte della famiglia delle benzodiazepine), adoperati principalmente per disturbi d’ansia e attacchi di panico. 

Questo comportamento rientra nel disturbo istrionico di personalità: rientrante nel cluster B dei disturbi di personalità del DSM, il disturbo istrionico è affine al disturbo narcisistico (derubricato nel 2013, con l’uscita del DSM-5) e consiste nel “recitare” per ottenere attenzione, attuando un comportamento melodrammatico, manipolatore nei confronti dell’altro ed eccessivamente emotivo: ad esempio, si finge di essere “malati” o “depressi” per attirare l’attenzione su di sé. 

Le cause di questo disturbo vanno individuate, sul piano temperamentale, in una personalità “harm avoidance (evitante del danno), caratterizzata da ipersensibilità; sul piano caratteriale, dipende principalmente dalle cure ricevute: l’istrionico, da bambino, non ha ricevuto quasi mai affetto dalla famiglia, eccetto nei casi in cui aveva problemi di salute. Genitori distratti ed “egoisti”, per i quali prevalgono i propri bisogni anziché quelli dei figli, possono creare figli disturbati, che si “autodiagnosticano” (senza che vi sia il responso di un esperto del settore) disturbi per ottenere attenzioni.

La depressione, al 20 ottobre 2019 (fonte: Gazzetta Del Sud), ha fatto 3 milioni di casi nella sola Italia ed è la seconda causa di morte tra i giovani nel mondo; il che è sufficiente per dire che fare i depressi sui social non vi renderà “fighi”, bensì dei distributori automatici di castronerie.

redazione