Camera Buyer Italia propone il blocco per salvaguardare il settore moda

Il presidente di Camera Buyer Italia propone di bloccare la collezione primavera-estate 2021 per salvaguardare il sistema dalla crisi Covid-19.

La filiera produttiva della moda è in stallo. Già nei giorni passati Confindustria moda aveva confermato l’apprensione per la situazione di fermo delle piccole medie imprese, per cui misure speciali vengono menzionate anche nel Decreto “Cura Italia” del 17 marzo 2020.  Ma la situazione è ancora più tragica per le vendite della collezione primavera-estate 2020. La SS20, solitamente distribuita nei punti vendita tra fine febbraio e inizio marzo adesso giace in tutti i magazzini d’Italia per via dei negozi chiusi.

L’intervento del Presidente Camera Buyer Italia

Parla di “moda sicura” e “calendario gregoriano”  il presidente della Camera Buyer Italia, Francesco Tombolini in un’intervista al Corriere della Sera. Il presidente propone di bloccare la produzione della collezione SS21 e vendere la già prodotta e consegnata SS20 nei negozi il prossimo anno. Una proposta audace che ha fatto rabbrividire molti, ma potenzialmente efficace. Bloccare la SS21 significherebbe far rallentare di sei mesi il ciclo produttivo dando così tempo a fabbriche e team creativi di lavorare in sicurezza e arginare le perdite, che comunque ci saranno. Eccome.

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare

“Il retail italiano è destinato a perdere in un anno tra il 15% e il 25% delle vendite”, afferma Tombolini. Anche il fedele canale di vendita online, che al momento tiene in piedi il settore, subirà gli effetti della crisi, primo tra tutti il  rigonfiamento dei prezzi del 20% vista la chiusura dei negozi fisici. Un ulteriore grande problema è la SS20 giacente in tutti i magazzini d’Italia: l’80% delle collezioni PE2020 sono destinate a diventare rimanenze. E nel ciclo del sistema moda tutto ciò che resta invenduto è perdita. Si pensi a Burberry che le bruciava per non perdere quotazioni in borsa. Soluzioni come saldi estivi e Black Friday non saneranno le condizioni disastrose in cui si proietta il futuro di questa sfortunata collezione.

Il destino delle rimanenze

Sfortunatamente chi soffrirà di più saranno proprio le piccole medie imprese. I livelli di rimanenze sono stimati al 55% per i punti vendita indipendenti, i negozietti di paese per intenderci, al 44% per i retail di media dimensione e franchising ed un margine del 16-20% per i più prestigiosi. Lo stallo non sarà poi neanche smaltito dalla collezione autunno/inverno 2021, che vede un sellout del 40% incombere sulla sua produzione ancor prima di nascere. Ecco perché bloccare la SS20 potrebbe essere un via d’uscita per sostenere il danno immenso che il paese sta soffrendo e soffrirà.

La Federazione Moda Italiana in collaborazione con il Governo ha già predisposto piani e agevolazioni per tutelare la filiera della moda italiana, seconda produttrice al mondo di beni di lusso. 

In un momento difficile come questo si identificano le priorità ed i nodi vengono al pettine. Il ritmo del sistema produttivo moda è insostenibile in periodi di emergenza come questo. Lo è umanamente ma anche da un punto di vista ambientale. Che sia questo un punto di partenza per un’inversione di rotta? Non lo sappiamo. Sappiamo per certo che questo periodo ci cambierà. Speriamo in meglio.

Irene Coltrinari