Vilma Laudelino De Souza: la più potente delle streghe “nere”

Per molto tempo sono stata una delle più potenti streghe nere del Brasile.

Sono nata in una zona agiata di Rio. Mia nonna aveva elevati poteri psichici e quando nacqui mi consacrò a Satana, perché io potessi tramandare quella che io definisco “una maledizione alle generazioni future”.

La mia infanzia è stata molto diversa da quella di tutti gli altri bambini. A quattro anni per me si aprirono le porte dell’inferno. Mia madre era stata ricoverata in terapia intensiva, ma nessuno mi disse che stava molto male nonostante in famiglia lo sapessero tutti .

Ero in camera mia e mi stavo preparando per la notte, ma una voce mi disse che avrei dovuto riposare bene perché mia madre stava tornando dall’ospedale.

Mentre dormivo sentii la porta di casa che si apriva e io scesi giù velocemente per salutare la mamma, ma quando mi avvicinai a lei mi accorsi che c’era qualcosa che mi spaventava. Quella donna non era mia madre aveva solo le sue sembianze.

Quell’entità si impossessò di me. Quando mi ripresi ero ancora stordita e non avevo idea di cosa voleva dire tutto ciò.

Appena mi fu possibile scappai. Mentre correvo il cane di famiglia mi si mise di fronte ed iniziò a parlare la nostra lingua. Raggiunsi camera mia assalita dalla paura e dal freddo.

Il mio primo contatto col mondo della magia nera avvenne quando mia nonna mi portò in un luogo con altre persone, lì mi misero su una tovaglia e mi “battezzarono” ai demoni.

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A sette anni mi svegliavo di notte, avevo delle visioni e gli oggetti si muovevano. Le mie notti erano ricche di incubi. Le manifestazioni sempre più violente: a volte levitavo, la mia personalità si sdoppiava, avevo già il potere della chiaroveggenza e della psicografia.
Quando ero a scuola mi capitava di perdere completamente il controllo del mio corpo, senza accorgermene disegnavo e scrivevo sul quaderno frasi inerenti al satanismo. Una volta scrissi che io ero “il demone delle mezzanotte” e da quel giorno divenne il mio sopranome e tutti mi prendevano in giro.

Delle persone si recarono da mia madre dicendole che il mio problema era di tipo spirituale. Fu così che cominciarono a portarmi in alcune chiese per essere esorcizzata, ma ciò peggiorò solo le cose.

In quella chiesa sentivo parlare di Dio, ma io ero inspiegabilmente attratta dalle immagini religiose che mi parlavano con voce suadente dei peccati commessi dai sacerdoti.

Io non avevo la più pallida idea di chi era Dio, mio padre mi diceva che Dio era il denaro. Io lo immaginavo come un vecchio che amava spaventarci con tuoni e lampi e iniziai ad odiarlo. Più questo sentimento aumentava e più le entità si facevano potenti.

Una notte svegliandomi vidi un uomo seduto sul mio letto, pensai ad un ladro ed effettivamente un ladro lo era. Si, era il grande ladro delle anime. Quell’entità cominciò a fare parte della mia quotidianità. Mia madre non mi credeva quando glielo dicevo e si arrabbiava, lei in fondo non lo vedeva. Quell’uomo in tutta risposta se la rideva.

Un giorno venni posseduta e nemmeno sei uomini riuscirono ad immobilizzarmi.

Ero stanca di tutto ciò e a tredici anni, disperata, andai in un luogo dove le più grandi autorità in fatto di magia nera svolgevano i loro rituali per cercare delle risposte, ma l’unica cosa che ricordo fu l’immagine di un uomo che mi salutò con riverenza e poi svenni. Al mio risveglio vidi mia madre che mi chiedeva come stavo spiegandomi che delle entità si erano impossessate di me.

Più crescevo e più le manifestazioni aumentavano. A diciassette anni stavo già entrando nel mondo delle dipendenze, un demone seduttore mi possedeva. Io fino ad allora ero una persona timida, ma improvvisamente cambiai il mio modo di essere. Erano i famosi anni ’60, gli anni della musica di protesta, delle droghe e delle feste senza tabù.

Sono nata e cresciuta in una zona aristocratica di Rio, tutti bevevano rum perché faceva “chic “, non perdevo mai un evento mondano, ero una donna promiscua, facevo molte conoscenze ed ero apprezzata da tutti. Ma poi tutto finì e quelle persone cominciarono a giudicarmi.

Mio padre era musicista, ogni volta che invitata i suoi amici mi mandava a comprare della birra. Io gli osservavo incuriosita e non appena se ne andavano finivo le rimanenze dei loro bicchieri, fumavo, facevo uso di droghe e giravo per i bar; cosa molto insolita a quei tempi.

Divenni una persona scomoda per la mia famiglia, si vergognavano di me e ignoravano completamente che il mio primo approccio con l’alcool avvenne per colpa di mio padre. Loro provavano a insegnarmi cosa era giusto e cosa non lo era, ma inutilmente; vivevo la mia vita così come la vive la protagonista di un film horror.

Lucifero in tutto ciò alimentava i miei desideri corrotti e contemporaneamente mi donava tutto ciò che serviva per realizzarli.

A diciotto anni divenni la ragazza del più grande spacciatore della zona, ma una sera lo squadrone della morte lo catturò e lo uccise picchiandolo a morte. La gente cominciò a domandarmi perchè non avevano ucciso anche me e, di tutta risposta, dicevo loro che io ero protetta, riferendomi ai demoni che invadevano la mia vita.

Gli amici del mio fidanzato volevano uccidermi, tutti sapevano che la prossima a morire sarei stata io.

Fu allora che mi consigliarono di andare da una donna che avrebbe potuto aiutarmi, ma in realtà mi stavano ingannando. Andai da lei, mi stava aspettando, il suo compito era quello di farmi divenire una delle autorità più importante di tutto il Brasile, un’autorità a cui nessuno avrebbe detto di no nel campo della magia nera.

Mi vestirono di nero, accesero le candele e cominciarono a suonare i bonghi. La donna che ero andata a cercare entrò e le persone presenti abbassarono lo sguardo iniziando un rituale dove tenevano un crocifisso capovolto. A quel punto entrò anche un uomo che si avvicinò a me, lo riconobbi, era lo stesso uomo che entrava nella mia camera quando ero bambina per picchiarmi e per possedermi. Mi rivolse la parola dicendomi che mi stava aspettando dal giorno che ero nata. Era lucifero, ma non aveva nè corna nè coda, anzi, era di bell’aspetto. Un’altra donna entrò, nella mano stringeva un pugnale, mi dissero di fare un patto per l’eternità col mondo degli inferi. Mi dissero che era un onore che spetta a pochi, concludendo che mi avrebbe portato successo, nel mio caso successo era sinonimo di “strega nera”.

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Molti pensano che la stregoneria sia praticata da persone di un basso livello sociale e culturale, ma si sbagliano. Molti seguaci di satana appartengono all’alta società. Ci sono personaggi di spicco, politici, artisti, imprenditori e tanti altri ancora, che devono il loro successo ad un patto col diavolo.

Satana mi insegnò ad uccidere le persone senza nemmeno avvicinarmi a loro, potevo maledirle, recare loro ogni male, potemo farle ammalare e sapevo sterminare famiglie intere.

Ormai era già diverso tempo che praticavo la magia, ma durante un rito per la prima volta scoprii che non avrei mai potuto fare del male a persone appartenenti alla chiesa di Dio onnipotente. Una donna furiosa venne da me, voleva uccidere la sua vicina di casa, ma non poteva perché evangelica, ed io non ne capivo il motivo. Lucifero indietreggio e ordinò a quella donna di stare zitta perché contro il loro Dio non aveva nessun potere. Nella mia ignoranza in materia ancora non sapevo che Dio era onnipotente e che aveva dichiarato guerra al mondo degli inferi più di duemila anni fa, impedendo ai demoni di avere il sopravvento sulla sua chiesa.

Iniziai a vedere i fedeli di Cristo come i peggiori dei fattucchieri e contemporaneamente imparai che i suoi “seguaci “ erano stati marchiati col suo sangue per la salvezza eterna. In me cresceva una gran rabbia, non ero abituata a sentirmi inerme. Ma una notte, assistendo ad un rito di ringraziamento, pensai che se veramente esisteva l’inferno io ne facevo parte e fu proprio in quell’occasione che decisi di allontanarmi da quel mondo fatto solo di odio e tenebre.

Un membro della setta chiese a Lucifero di far morire il suo socio in affari. Lucifero lo accontentò, di fronte a me vedevo i suoi seguaci che lo ringraziavano festeggiando.

Tornai a casa e gridai a mia madre che non avrei più praticato la magia nera, così distrussi i miei altari, le immagini, le statue e tutto ciò che era in mio possesso e che mi legava a quel mondo. Mia madre mi urlava contro dicendomi che quello era il mio destino e che non potevo sfuggirgli. Io uscì di casa definendola una bugiarda e andai a buttare tutto nel fiume. Nella mia ingenuità pensavo che quella fosse la soluzione per liberarmi dai demoni che mi affliggevano.

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La sera, mentre ero seduta in camera mia, quell’entità entrò come se fosse il padrone della mia vita, le sue sembianze erano diverse dal solito. Il suo volto e i suoi occhi erano carichi d’odio, mise il suo dito dentro il mio naso, mi diceva che ero sua, che gli appartenevo e che nessuno dei suoi servi poteva abbandonarlo, tanto meno io. Provai a ribellarmi, gli dissi che mai più l’avrei servito. I miei poteri erano inutili contro di lui. Sotto i miei piedi si aprì una voragine e io cominciai a precipitare, nonostante i miei tentativi non riuscivo a fermare la mia discesa, vedevo il mio cadavere.

Concluse dicendo che il giorno dopo sarei morta. Non so come, cominciai a pensare a Dio, se veramente esisteva, in cambio della mia salvezza lo avrei servito per sempre. Ed ecco che una gran luce comparve intorno a me, sentii che mi afferrava conducendomi in alto. Lucifero cadde giù e un uomo uscì da quella luce, quell’uomo era avvolto da una luce calda. Di fronte a me avevo Gesù di Nazareth, ma nessuno mi aveva mai parlato di Lui e non capii all’istante che il figlio di Dio onnipotente si era presentato a me.

Dissi a Lucifero che io ero più forte di lui, mi dichiarò guerra e iniziai una battaglia spirituale. La vendetta di Satana non tardò molto, dopo pochi giorni un bambino che avevo consacrato al male morì. Ogni sette giorni un mio parente veniva colpito da una disgrazia. Dopo tre settimane mia madre si ammalò di tubercolosi.

Quando praticavo ancora la magia avevo imparato come far ammalare una persona, ma non avevo idea di come guarirla e io stessa invocai il demone. Volevo sapere perché stava facendo del male a mia madre che era una sua serva. La sua risposta fu secca, nessuno poteva sfuggirli, ormai la mia famiglia era maledetta e condannata alle fiamme dell’inferno.

Concluse preannunciando la mia morte, descrivendomi ogni particolare. Mi ordinò di buttarmi giù dal ponte della ferrovia, mi disse che una volta toccato il suolo il mio corpo sarebbe stato travolto da un treno e al quel punto lui sarebbe venuto a riscuotere la mia anima.

Con angoscia iniziai a lavorare per potermi pagare il funerale.

Arrivò la data prescelta per il mio suicidio. Ero seduta sul letto, quella notte non volevo dormire, in fondo sapevo che quelle erano le ultime ore della mia vita, una vita buttata via. Io non ero nessuno, non avevo affetti, pensavo che vivere fosse l’equivalente di soffrire e che in fondo morire non era poi male.

Mi domandai se veramente esisteva un Dio buono, ma poi pensavo che, se anche fosse, un Dio buono non avrebbe mai potuto amare una strega. Fu in quell’istante che una voce mi parlò, dicendomi che Dio esisteva, che era onnipotente e che amava tutti i suoi figli per quello che erano. Cominciai a piangere. La voce che sentivo non aveva nulla a che fare con quelle demoniache che avevo sentito fin da bambina, io non avevo paura. Quella voce mi entrava nel cuore, era dolce e delicata.

Ad un certo punto fui abbagliata da una forte luce, nel momento in cui riusci ad aprire gli occhi mi accorsi che non ero più nella mia stanza, ma in una grande piazza piena di gente che gridava carica di odio. Vedevo un enorme palazzo, un uomo si stava lavando le mani sul destino di una persona. Il mio corpo fu posseduto dalle entità che mi avevano tormentato in passato, vedevo il mio corpo a terra che strisciava come un serpente, volevo ribellarmi ma non ci riuscivo.

L’unica cosa che sapevo di Dio era che suo figlio morì per salvare le nostre anime, mentre ancora strisciavo pensai per l’ultima volta come una strega, quindi per far del male a Dio dovevo insultare suo figlio.

Quando una mano si posò sulla mia spalla la prima cosa che mi dissi era che Cristo era venuto per vendicarsi per quell’offesa. Ma non fu così ,mi stava aiutando a raggiungere la salvezza.

Una volta in piedi mi trovai nuovamente in quella piazza dove dei soldati romani stavano picchiando un uomo. La folla urla di crocifiggerlo e io con loro, ma non capivo il motivo, non capivo perchè volevo fare del male a quell’uomo che neanche conoscevo. Mi voltai dietro di me vidi molte persone cattive che avevo incontrato nel mio passato e anche loro urlavano insieme alla folla.

Stando li cominciavo a capire che l’uomo che volevano crocifiggere era Gesù di Nazareth. Uno dei soldati lo stava flagellando e, ogni volta che lo colpiva, un pezzo della sua carne veniva via. C’era tantissimo sangue intorno a lui e i suoi occhi erano pieni di dolore.

Non riuscivo a spiegarmi come mai non faceva nulla per ribellarsi. Vedevo la sua bocca muoversi, ma non stava bestemmiando come invece avrei fatto io, al contrario, lui stava pregando.

Non riuscivo più ad assistere a quello strazio, gridai di smettere, che Lui non aveva fatto del male a nessuno per meritarsi tutto questo. Alla fine mi rivolsi a Dio dicendoli che io ero una strega. Gesù per la prima volta mi guardo e mi chiamò per nome, dicendomi che io non ero una persona cattiva. Il suo sguardo era carico di amore e di affetto, in quegli occhi sofferenti vedevo tutta la sua misericordia. Mentre mi stavo buttando ai suoi piedi lui allungo le sue braccia, ero di nuovo nella mia camera. La sveglia stava suonando all’orario che avevo stabilito per andare a morire.

Una volta sveglia presi coscienza di tutto. Scesi da mia madre e cominciai a predicare il vangelo.

Adesso conoscevo la verità, sapevo che Dio era l’amore, così come suo figlio Gesù di Nazareth, che morì fra pene atroci per liberarci dai nostri peccati e salvare le nostre anime. Misi la mia vita nelle sue mani e promisi di esserli fedele. Dopo poco mia madre guarì.

La mia vita cambiò positivamente, mia madre che aveva sempre maledetto il giorno della mia nascita adesso lo benedice e mio padre che per più di settant’anni non aveva mai creduto in nessuna religione, vedendo come ero stata miracolata, un giorno mi chiese di presentarli il mio Dio.

Oggi sono madre di cinque figli, ognuno di loro ha nomi biblici; mio marito è un pastore evangelico ed io sono una missionaria. Insieme giriamo il mondo per far conoscere il vangelo.

Sono onorata di diffondere la parola di Dio e far avvicinare le persone a Lui e alla sua chiesa.

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Ho deciso di raccontare la mia storia per farvi capire che Dio ci ama per quello che siamo, che la nostra vita non va mai messa in mano ai demoni dell’inferno. Perché essi non hanno misericordia di noi, ma ci sfruttano per diffondere il male, per imbrogliarci e farci odiare Nostro Signore Gesù Cristo, l’unico che veramente tiene a noi.

redazione