Iniziamo il nostro viaggio, come prima tappa abbiamo scelto l’Islanda, perché è sempre stato un paese misterioso, soprattutto perché difficile da raggiungere.
Ci informiamo inizialmente sul dove andare a dormire e scopriamo che anche se purtroppo ancora l’Islanda non riesce a venire incontro alle nostre esigenze di superlusso, ma troviamo comunque una posto pronto ad accoglierci per non troppi euro.
Scegliamo così la località di Friðheimar.
Una visita inverno Friðheimar è un’esperienza davvero speciale. Le serre, calde e luminose con qualsiasi tempo, offrono una calorosa accoglienza ed i cavalli nelle stalle…
Tutto come ci aspettavamo fosse l’Islanda, però con il contorno di una puzza molto selvaggia.
In compenso ci fanno mangiare una zuppa di pomodoro tipica del posto, con pomodori raccolti nelle loro serre, che supera le nostre attese.
L’albero si trova nella città di Reykholt, un posto piccolissimo, come del resto tutto quello che c’è in Islanda. In compenso si trova vicino ad un corso d’acqua, il fiume Reykjadalsá che la fa sembrare un po’ Peschiera del Garda.
Nonostante la palese desolazione del posto, scopriamo che a pochi chilometri di distanza da Reykholt, si trovano le cascate di Hraunfossar, le grotte Surtshellir nel campo di lava di Hallmundarhraun e le sorgenti di acqua calda di Deildartunguhver. Che sono le principali tappe del nostro viaggio.
Le cascate di Hraunfossar non sono certamente quelle del Niagara, ma ciò che le circonda rende tutto così interessante ed un clima spirituale che difficilmente troverete nelle vostre grande città metropolitane.
Per pranzo ci fermiamo in una strana bettola, ovviamente anche questa in un posto desolato dove ci consigliano di mangiare il loro piatto tipico: il Þorramatur, questo è un mix di vari prodotti della cucina locale, composta da testicoli di pecora bolliti nel late acido, testa di pecora, sanguinaccio di sangue d’agnello ed altre cose che se avessimo saputo prima cosa fossero, non avremmo sicuramente mangiato.
Decisamente compromessi, nonostante il buon sapore del cibo, che però successivamente intuiamo essere composto solo da cose che un paese civilizzato non mangerebbe, incamminiamo nuovamente verso la capitale per finire la giornata in maniera diversa, sperando di ritrovare un po’ del caos che abbiamo lasciato in Italia.
Ovviamente a Reyjavik non pensavamo di trovare maxischermi pubblicitari in stile Time Square, ma comunque ci aspettavamo qualcosa di diverso. Invece no.
L’Islanda è davvero interessante, non c’è caldo si sa e la gente preferisce stare poco per strada, specialmente durante la sera. Questo spinge la città ad essere molto concentrata e le attività locali notturne sono perlopiù concentrate nel vendere alcol, per non farti sentire così solo in un paese così poco popolato.
Al Lebowski abbiamo l’opportunità di parlare di calcio, perché questo si respira praticamente ovunque all’interno del bellissimo pub dove ci vengono offerti diversi giri di cose che purtroppo non ricordiamo il nome.
Il giorno dopo ci svegliamo di prima mattina, verso le dodici, senza ricordarci come siamo arrivati di nuovo nel nostro piccolo albergo abbastanza lontano dalla capitale. Decidiamo di mangiare una pizza, che di questa aveva solo il nome e programmiamo la nostra visita alle sorgenti di acqua calda.
Deildartunguhver è sicuramente il posto che ci rimarrà più impresso, perché di una bellezza unica. Spettacoli del genere si possono vedere solo in Islanda e grazie a questo ci ricordiamo perché siamo arrivati in un paese dove mangiano usualmente le teste di capra.
…
Il viaggio continua…