E’ uno strazio quando li incontri, è una rovina quando ci discuti. Insomma: a tutti voi sarà capitato di incontrare sui mezzi pubblici quelle persone che vi fanno saltare i nervi uno ad uno. Chi sono, vi chiederete. Sono quel tipo di persone che non hanno un minimo di rispetto della comunità, che pensano di disporre dei mezzi pubblici come meglio credono senza mai badare agli altri. Tanto varrebbe si prendessero un jet privato o al massimo un taxi se desiderano fare quello che più aggrada loro! Ma per rispetto del tassista, è meglio che se ne stiano a casa. Noi di “Social Up!” oggi stileremo una classifica dei 5 tipi di persone che non vorresti mai incontrare sui mezzi pubblici. A chi di voi non è mai capitato di incontrarli almeno una volta?
5. La scolaresca
Severi ma giusti, non possiamo dimenticare che le scolaresche in gita sono uno dei primi problemi che assalgono un pendolare la mattina. Alle 7.00 del mattino non c’è nulla di meglio di qualche schiamazzo di bambini rompico****ni che, poveri loro, non vanno di certo a pensare che quel giorno tu, studente o lavoratore fuori sede, potresti avere il colloquio della tua vita, un esame importante o la presentazione di un lavoro per cui non hai dormito la notte precedente. Ma loro no: non sanno ancora cosa vuol dire studiare veramente. Poi ci rifletti e pensi: “In fondo anche io alla loro età ero così”… NON SPARIAMO CAZZATE: “Datemi un caffè e tappate loro la bocca!”.
4. La “sciura” col telefonino (e non)
A ruota seguono le signore – e i signori – che parlano al telefono. Non c’è nulla di peggio che sentire alla mattina presto una persona logorroica che parla e parla e parla al telefono ininterrottamente, da capolinea a capolinea. Non fraintendiamo e spieghiamoci meglio: non è che non sia lecito parlare al telefono, ma almeno non urlare! Se poi iniziano a parlare a tu per tu è la fine… Si: perché molte di queste persone urlano e voce sommata a voce può dare come risultato solo un caos infernale. “We Giovanna! Come sta la Lucia, neh?! E il Paolo? Ciumbia ma tu mica lo sapevi che il Marco, il figlio della Maria, è dottore?”. Discorsi vuoti che terminano tutti o con una sonora risata o con un più temuto “Ci vediamo domani!”. Altro non ti resta che cambiare carrozza…
3. Quello che non ti fa leggere
Medaglia di bronzo a tutti quei deficienti che quando sei a leggere sul treno sembra facciano apposta a parlare ad un tiro di sputo. Il treno è il mezzo ideale per leggere, soprattutto se sei un pendolare e abiti fuori città. Unico requisito: devi stare da solo in carrozza. Rilassarsi sul treno con un buon libro in mano e con il sapore di caffè in bocca è letteralmente sublime, ma puntualmente c’è qualcuno che vuoi per carattere estroso vuoi per semplice abitudine, inizia a parlare accanto a te con l’amico/parente/figlio, distraendoti dalla tua lettura. Ecco perché studiare, ma a questo punto anche ripassare, sul treno è del tutto inutile. Se sommate il bambino capriccioso che piange e la cicciona che puzza, pezzata come un cagna che la sera prima non si è lavata, avete il quadretto perfetto…
2. Fai come se fossi a casa tua
C’è chi intende questo invito alla lettera persino sui mezzi pubblici. C’è un girone all’inferno anche per loro. Al secondo posto della nostra classifica ci sono loro: quelli che si levano le scarpe. Le scarpe! C’è gente che non si leva nemmeno il giubbotto e voi mi levate le scarpe!? Ma dove siamo al mare? Pensate che un hawaiano abbronzato esca dal bagno chimico per offrirvi “Cocco bello, cocco fresco”!? Ma stiamo scherzando? Immaginate lo scenario: un’intera carrozza si leva le scarpe, con i calzini puzzolenti dopo una giornata di lavoro. Viene voglia di tapparsi il naso solo a leggere!
1. E infine…
Il gradino più alto del podio lo conquista lui: il controllore stronzo! Ogni rete ferroviaria ne ha uno, non può non mancare in ogni azienda di trasporti! Iniziamo sfatando un mito: i controllori fanno il loro lavoro ed è giusto che se ti sorprendano senza biglietto tu debba pagare. Ma poi c’è lui: nonostante tu sia un cittadino che paga sempre in anticipo le tasse, che ha timbrato tutti i santi giorni il biglietto, che non ha mai dimenticato l’abbonamento dalla nonna, il controllore stronzo ha il coraggio di farti una multa per una volta che nella fretta di perdere il treno non sei riuscito a timbrare il biglietto. Non ci sono scusanti davanti a lui: la frase “Guardi, mi spiace, non l’ho timbrato, ma il biglietto ce l’ho comunque qui in tasca” non funziona. Non tirerà fuori la penna per vidimarti gentilmente il biglietto bianco, ma per scrivere la multa. Potrai insistere fin che vuoi, con tutta la sincerità che hai nel cuore: sei una persona intelligente che rispetta il loro lavoro. Ma questo non basta: è l’unico motivo che ti può spingere a chiamare “stronzo” un controllore. Con tanto di dito medio appena volta le spalle!