Orlando Furioso, il genio di Vivaldi (e di Sardelli) trionfa a Modena

A cura di Simone Trebbi e Valentina Brini

È una produzione molto poco comune, e quindi rara e preziosa, quella andata in scena al Teatro Comunale di Modena venerdì 12 aprile, in coproduzione con il Teatro di Ferrara. 

E lo diviene doppiamente se l’edizione dell’Orlando Furioso di Vivaldi qui proposta è quella del 1727 (RV 728) e a curarla è il direttore Federico Maria Sardelli, con ogni probabilità il massimo esperto di Vivaldi e artista poliedrico dotato di un caleidoscopio di talenti che spaziano dalla musica, ça va sans dire, a pittura e scrittura con immutata maestria.

L’Orlando vivaldiano, si diceva.

La nuova edizione critica, curata dallo stesso Sardelli (responsabile unico del catalogo ufficiale del compositore veneziano) con Alessandro Borin per Ricordi nel 2023, include naturalmente tutte le arie più celebri e attese, su tutte “Sol da te, mio dolce amore”, ed è parsa scintillante, vivacissima; in una parola: perfettamente barocca sotto ogni profilo.

Dramma per musica in tre atti su libretto di Grazio Braccioli, l’opera liberamente ispirata al poema del ferrarese Ariosto è un susseguirsi di mondi prima fantastici e poi reali, in cui a dominare è una sensazione perenne di sogno e improvvisa lucidità, pur sempre trasognata.

L’Orlando Furioso di Vivaldi è incentrato sulle avventure del paladino, in lotta con Astolfo e folle di amore per la bella Angelica, a sua volta innamorata del perduto Medoro, e di Ruggiero, fatto vittima di inestricabili sortilegi dalla maga Alcina e ricercato dallo sposo Bradamante. 

Un prisma di personaggi e quindi di colori che l’orchestra barocca Accademia dello Spirito Santo, assieme al relativo Coro, hanno restituito in maniera a tratti impeccabile, guidati da una conduzione entusiasmante da parte di Sardelli e da interpreti di livello.

Applauditissimi proprio Yuriy Mynenko, controtenore falsettista con arie da virtuosista assoluto nei panni di Orlando, e la sorprendente Arianna Venditelli, interprete di Angelica, capaci di incarnare appieno tutta la complessità vocale e scenica dei personaggi, ma anche la brillantissima Sonia Prina (Alcina), Chiara Brunello (Medoro), Loriana Castellano (Bradamante), Filippo Mineccia (Ruggiero) e Mauro Borgioni (Astolfo).

L’intricato gioco di specchi imposto dalla trama, in modo tutt’altro che casuale, ha trovato piena corrispondenza anche nelle scelte teatrali di Marco Bellussi. 

Il merito del successo riscosso a Modena dall’Orlando di Vivaldi è da attribuirsi anche a una regia efficace, coinvolgente e soprattutto funzionale all’accompagnamento dell’opera, che ha scongiurato il rischio di scadere nella tentazione di un fantasy senza fantasia o, ancor peggio, in rievocazioni storiche banali, prive di ogni interesse estetico in quanto vittime di un effetto rievocativo, “in costume”, dal retrogusto stucchevole.

La forza espressiva di un’opera tanto articolata, per partitura e per trama, ha perciò trovato compimento in una tessitura sonora resa magnificamente dalla conduzione di Federico Maria Sardelli, capace (e non sorprende, ma richiede ammirazione massima) di un’assoluta coerenza filologica e interpretativa.

Ultimo, ma non per importanza, un plauso all’organizzazione e al coraggio del Teatro Comunale Pavarotti Freni di Modena, che abbina nella sua programmazione grandi classici e altri capolavori meno noti e, in generale, poco eseguiti ma non per questo meno rilevanti.

L’Orlando Furioso di Vivaldi, d’altronde, ne è un esempio perfetto.

 

redazione