Credits: PH Ramiro Castro Xiques

Intervista a Gianluca Pavanello, CEO di Macron: tutti i segreti del successo

Abbiamo intervistato Gianluca Pavanello, CEO di Macron, la sorprendente realtà dell’abbigliamento sportivo che continua a macinare record anno dopo anno. Da quando Pavanello ha preso il timone, Macron ha vissuto un periodo d’oro, segnato da una crescita esponenziale fondata su una strategia multi-paese e multi-sport.

Il pacchetto di club professionistici sponsorizzati a livello tecnico è composto da più di 80 squadre, con importanti partnership con UEFA e nel mondo del rugby. La selezione della clientela è attenta e ricercata, guidata dal dogma “quality first” e da una vocazione fortemente legata alla personalizzazione.

I risultati sorprendenti si sposano perfettamente anche con l’inaugurazione della nuova sede Macron nel bolognese, di ben 22.000 mq, completamente ecosostenibile e pronta a rendere confortevole il tempo trascorso dai lavoratori.

Prospetto esterno sede Macron Credits: Ufficio Stampa Macron

Una realtà che rende orgogliosa lo sport e l’Italia intera, raccontata attraverso le parole del suo capitano, che più di tutti ha compreso l’importanza di fare squadra sempre e comunque.

Dal suo ingresso in Macron poco più di quindici anni fa il fatturato e la diffusione del marchio sono aumentati in modo esponenziale. Quali sono state i passaggi chiave di questo successo?

Come diceva dal 2005 al 2019 è passato da 10 milioni di euro a 113 milioni di euro. Fondamentalmente in questi anni abbiamo continuato a fare sempre la stessa cosa, ossia ci siamo focalizzati sull’abbigliamento tecnico-sportivo per fare sport e nello specifico sport di squadra.

La nostra strategia è stata quella di rimanere coerenti, crescendo su diversi Paesi, passando da un’azienda con un fatturato generato solo in Italia come nel 2005, ad un’azienda che oggi realizza l’80% del fatturato fuori dall’Italia, che rimane comunque il primo mercato insieme all’UK.

Macron si è distinta negli ultimi anni per essere diventata sponsor tecnico di svariati club tra serie A e serie B, ma soprattutto per essere arrivata anche sul mercato europeo, risultando essere il terzo sponsor tecnico per diffusione dopo Nike ed Adidas. Come ci si sente ad essere sul podio da “piccoli”?

In questi anni abbiamo sempre spinto sulle cosiddette sponsorizzazioni tecniche per club professionisti, per far crescere il brand e supportare la vendita del materiale tra tutti coloro che praticano sport. In questi anni abbiamo firmato con tantissimi club sia in Italia che all’estero.

Ad oggi, secondo il ranking UEFA, siamo il terzo brand tecnico per diffusione nel calcio europeo dopo Nike ed Adidas. Abbiamo inoltre cinque club in Serie A (Lazio, Bologna, Sampdoria, Udinese, Hellas Verona, ndr), dove da cinque anni siamo lo sponsor tecnico più presente, abbiamo tre club in Francia, e una presenza molto importante in tutti i maggiori campionati europei.

Daniele Orsato durante la finale di Champions League 2019-20 Credits: Calciomercato.com

Ci si sente orgogliosi per quello che si è fatto, ma sappiamo che c’è ancora tantissimo da fare e credo che il segreto della crescita del nostro portafoglio clienti sia l’italianità declinata tramite i nostri prodotti.

Infatti, siamo un’azienda molto attiva sulla ricerca, sulla qualità, sullo sviluppo e tutto ciò è percepito dai club con cui lavoriamo, che apprezzano il nostro approccio e soprattutto la collaborazione che instauriamo in fase di sviluppo prodotto.

Ad esempio Macron, a differenza di alcuni nostri concorrenti, non ha un unico template (stile della divisa ndr) declinato in diversi colori, ma per ogni club sviluppiamo la sua collezione, le sue maglie, cerchiamo in qualche modo di concretizzare il DNA del club.

Hellas Verona Home Kit 2020-21 Credits: hellasverona.it

Questo focus sulla tecnologia, sulla qualità e sul prodotto, credo sia stato uno dei segreti che ci ha permesso di crescere così tanto nelle sponsorizzazioni.

Inoltre, non dimentichiamoci che nel calcio siamo cresciuti tantissimo, ma dove abbiamo davvero raggiunto il podio è il rugby, in cui Macron è il primo brand mondiale.

Nel rugby, infatti, siamo sponsor di due nazionali (Italia e Scozia) ed abbiamo preannunciato la sponsorizzazione del Galles. Inoltre, siamo sponsor tecnico di molti club e di conseguenza abbiamo una presenza molto importante in questo sport.

Per Macron non solo calcio, ma anche tanti altri sport, come il rugby e la divisa della nazionale italiana. Quali potrebbero essere i punti di forza degli altri sport per aumentarne la diffusione e di conseguenza le potenzialità economiche?

È ovvio che oggi la gara con il calcio è molto complicata poiché la sua diffusione è aumentata tantissimo e lo ha reso a tutti gli effetti uno sport globale. Negli ultimi anni, però, il rugby è cresciuto molto in Italia, ma ancor di più in Francia e Inghilterra dove è seguito e giocato moltissimo.

Credits: federugby.it

La diffusione a livello giovanile segue un po’ la visibilità degli sport sui media e di conseguenza questa deve essere messa in primo piano, poiché fa da driver alla diffusione e alla crescita del numero di praticanti.

Qual è stato il percorso di studi e lavorativo che l’ha portata a diventare l’AD di Macron?

Mi sono laureato a Bologna in Economia e Commercio. Subito dopo la laurea ho lavorato per due anni a Londra e poi sono rientrato in Italia per conseguire un MBA presso l’Università Bocconi. Dopodiché ho lavorato per circa sei anni in McKinsey e nel 2005 sono uscito per entrare in Macron ed intraprendere un’attività molto imprenditoriale.

Credits: Foto Twitter

Credevo che ci fosse un grande potenziale nell’azienda, che casualmente è localizzata a Bologna, nella città che amo, è questo è stato sicuramente un vantaggio nella scelta. Ai tempi avevo 34 anni ed ho intrapreso questa nuova avventura, che ci ha visto crescere anno per anno con risulti importanti. Tuttavia, considero ancora questi risultati un inizio, poiché l’azienda deve crescere tantissimo e continuare a vincere nuove sfide.

Dopo aver vestito i direttori di gara nella scorsa stagione, Macron sbarcherà in Champions League con la Lazio. Quali potrebbero essere le opportunità derivanti da questo evento? Come si diventa attrattivi per un top club nostrano ed estero?

In Europa League e Champions siamo di casa con diversi club esteri e lo scorso anno ne avevamo ben 21 impegnati dalle qualificazioni in poi.
Per tre anni vestiremo tutti gli arbitri in competizioni UEFA di club e nazionali. Consideri che la UEFA ha due partner tecnici: Adidas per il pallone e Macron per l’abbigliamento, quindi è sicuramente un bell’achievment.

 

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Si diventa attrattivi lavorando con un grande focus sulla qualità, con passione ed alla fine questa cosa premia. Noi oggi siamo molto presenti in UK, Francia e Nord Europa, in mercati dove veniamo apprezzati ed il fatto di essere un’azienda italiana nell’abbigliamento è sicuramente un plus.

Un passo alla volta, senza cercare scorciatoie, si possono raggiungere traguardi importanti. Un’azienda comincia a morire nel momento in cui pensa di aver fatto quel che doveva. Abbiamo sicuramente fatto un bel pezzo di strada, ma ne manca ancora tantissima da fare e la si dovrà affrontare con umiltà, voglia di lavorare e spirito di sacrificio.

Paride Rossi