Intervista a Casbury : in “Sommerso” canto l’incertezza di un nuovo amore

Casbury, all’anagrafe Alessia Casaburi, è una giovane cantautrice di 24 anni originaria di Roma. Dal 2021 intraprende la sua carriera artistica con la pubblicazione dei primi singoli “Sabbie mobili”, “Carta da parati”, “Appunto” e “Domino”. Oggi torna sulla scena musicale con il brano “Sommerso” prodotto da Alessandro Forte per Pepperpot con distribuzione ADA Music Italy. Il nuovo singolo racconta un amore appena nato, l’incertezza nel volersi buttare, del volersi scoprire a vicenda e la conseguente paura di non essere realmente corrisposti da chi amiamo. Il messaggio nascosto è un invito a lasciarsi andare e noi, incuriositi da questo pezzo, abbiamo fatto quattro chiacchiere con la giovane artista.

Presentati brevemente a chi non ti conosce utilizzando tre aggettivi

Creativa, Curiosa, Empatica

Perché fai musica? Quando hai iniziato?

Ho iniziato a cantare fin da piccola, il canto mi faceva compagnia quando mi sentivo sola. Spesso mio padre per ragioni lavorative era costretto a stare lontano e avendo con lui un rapporto quasi simbiotico vivevo male queste ‘’separazioni’. L’unico modo per sentirmi al sicuro era quello di canticchiare, come se la mia voce potesse arrivargli, anche se lui non era lì. Oggi faccio musica per passione ed esigenza. Alle volte non mi è sempre facile capire me stessa, capire tutto ciò che mi accade e ciò che vivo: scrivere mi dà la possibilità di fermarmi e di analizzarmi. È un modo anche di condividere il mio diario personale e di dare la possibilità a chi vive le mie stesse emozioni di non sentirsi solo e incompreso.

Come nasce il tuo nome d’arte?

Un mio professore universitario, durante l’appello, sbagliò a pronunciare il mio cognome (Casaburi). Ho sempre odiato quanto fosse facile storpiare il mio cognome, ma quella volta stranamente non ne fui dispiaciuta. Mi rimase quel tarlo nell’orecchio fino al momento in cui, insieme al mio attuale produttore, dovemmo decidere il mio nome d’arte: Casbury.

“Sommerso” è il tuo nuovo singolo, nasce da un’esperienza autobiografica?

Assolutamente sì. È il primo brano che scrivo per una persona a me vicina, a cui tengo particolarmente. La prima stesura di questo brano l’ho fatta proprio insieme a lui: solo noi due e un pianoforte. L’arrangiamento e la linea melodica vennero da sole, con l’aiuto e la collaborazione del mio produttore. Il testo invece tardava ad arrivare, fino a quando, lasciandomi “sommergere” dalla situazione che stavo vivendo con quella persona, uscirono una dopo l’altra. Era un po’ come se le avessi sempre avute dentro.

Il singolo è un invito a lasciarsi andare e a buttarsi a capofitto accogliendo l’amore a braccia aperte. In amore ti butti o tieni sempre un po’ il piede sul freno?

Personalmente ho vissuto entrambe le facce della medaglia. Molte volte mi sono scottata, e mi sono resa conto di quanto diventi inevitabile essere più restii nel cedersi subito. Ma oggi sono convinta che ogni storia ed ogni persona è unica: non voglio che il passato mi condizioni nel presente, o nel vivere liberamente il mio futuro. Dovremmo cercare di “buttarci” di più: è meglio vivere ogni relazione al mille per mille, anche se destinata a finire, piuttosto che non viverla affatto.

Progetti futuri musicalmente parlando?

Al momento sento di essermi incanalata nella strada giusta per me. Ho intensione di lavorare al meglio su tutte le sonorità che mi appartengono e di imparare il più possibile dagli artisti che ho incontrato e che incontrerò.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento nel panorama musicale?

Labrinth, Plüm e Moglii sono solo alcuni degli artisti che ammiro e a cui mi ispiro.

Eleonora Corso