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Immuni: la situazione a tre mesi dal lancio dell’app tra ombre e successi

Sono passati ormai tre mesi dall’arrivo sugli store ufficiali (Google Play e App Store) dell’app Immuni, il servizio di contact tracing creato con il patrocinio di ministero della Salute e dell’Innovazione.

L’app di tracing ha registrato un numero di download di circa 5,9 milioni, ossia il 15% del totale dei cellulari presenti in Italia. Un numero forse esiguo vista la sua importanza, ma abbastanza in linea con la media delle app simili dei diversi paesi europei.

In termini di notifiche di esposizione, Immuni ha “scoperto” otto casi positivi, poiché erano stati in contatto con individui risultati poi contagiati. Allo stesso tempo, però, circa 220 utenti hanno segnalato la loro positività tramite l’app, permettendo di inviare più di 3000 alert di esposizione.

Immuni: non solo numeri

Essendo una novità assoluta, è difficile capire bene cosa ci dicono questi numeri, ma si può dire che il risultano sembra essere in linea con le aspettative. Come vi avevamo anticipato qualche mese fa, infatti, l’Italia non è mai sembrata pronta ad un esperimento del genere, in stile Corea del Sud ma in versione soft.

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Il gap tecnologico tra generazioni, infatti, è ancora troppo elevato nel Belpaese, anche per un’app come Immuni di immediato utilizzo.

Qualche settimana fa, invece, è stato scoperto un bug legato alle notifiche di esposizione, che avrebbe impedito all’app di inviare degli alert, sia positivi che negativi, ad alcuni possessori di smartphone Android.

La presenza di un bug è sicuramente un evento grave, ma la sua risoluzione in tempi brevi dimostra che le istituzioni credono molto nell’app e che forse non si tratta di una mera iniziativa di facciata per apparire tecnologici.

Immuni: non solo problemi tecnlogici

Alle difficoltà tecnologiche si aggiungono i complottisti ed alcuni leader politici, che hanno dichiarato pubblicamente di non scaricare l’app poiché non ci credono o addirittura non si fidano del trattamento dei dati (mi scusi Google Maps o le stories Instagram invece? Nessun danno con loro? Ok.)

Immuni è ormai diventato un argomento quotidiano e per questo ha visto scatenarsi l’ironia del web, come i fantastici “pro” e “contro” al download stilati da Spinoza.it

Tornando seri, l’app Immuni, come il concetto di sostenibilità, avrebbe dei risultati eccellenti solo se scaricata da tutti (quasi impossibile) o perlomeno da più del 50% della popolazione tecnologica italiana.

Un numero di download sicuramente ambizioso da raggiungere in un Paese che non ha ancora fatto i conti del tutto con l’innovazione tecnologica, ma che risulta essere anche una delle culle più accoglienti degli analfabeti funzionali d’Europa (il mercurio iniettato da Bill Gates no?).

Immuni ha una missione tanto nobile quanto difficile. Gli sviluppatori hanno fatto il loro, ora sta a noi fare il nostro e dare un segnale alla collettività.

Paride Rossi