Fonte: www.altovicentinonline.it

Il sistema immunitario dei gatti contro il Covid-19: il caso di Negrito

Sono mesi che l’Italia ed il mondo intero stanno combattendo contro il Covid-19. Tra chiusure, restrizioni, precauzioni e protocolli, il virus ha stravolto completamente la nostra quotidianità. Tutti agogniamo ad un ritorno alla vita di sempre, ma la normalità appare ancora tanto lontana. Intanto, gli scienziati continuano incessantemente a studiare, a fare ricerca, a scoprire il più possibile per arrivare presto ad un vaccino per tutti. E non tralasciano niente i nostri esperti, neanche gli effetti del virus sul mondo animale. Ne è un esempio il caso del gatto Negrito, il primo gatto risultato positivo al coronavirus in Spagna.

NEGRITO: IL CASO

Tutta ha inizio lo scorso maggio, quando l’Istituto di ricerca e tecnologia agroalimentare (Irta) ha segnalato il caso del primo gatto affetto da Covid-19. Si trattava di Negrito, contagiato dai membri della famiglia in cui viveva , insieme con il felino Whisky. I proprietari dell’animale, i quali aveva già affrontato la perdita di un familiare a causa del virus, aveva notato evidenti difficoltà respiratoria, sintomo riconducibile all’infezione da Sars-CoV-2 e per questo aveva deciso di portarlo presso una clinica veterinaria. A seguito degli accertamenti, a Negrito gli era stata diagnosticata una cardiomiopatia ipertrofica. A causa della condizione terminale in cui versava, gli esperti della clinica avevano deciso di eseguire l’eutanasia. L’autopsia, eseguita presso un laboratorio specializzato di Irta, ha confermato la diagnosi del veterinario.

UN SISTEMA IMMUNITARIO CAPACE DI COMBATTERE IL VIRUS

Negrito, dunque, soffriva di cardiomiopatia ipertrofica felina e non presentava altre lesioni o sintomi compatibili con un’infezione da coronavirus. Tuttavia, il tampone ha confermato la presenza di Sars-CoV-2 con una bassa carica virale. Proprio a causa di questa positività, il caso di Negrito ha attirato fin da subito l’interesse dei ricercatori del Paese che hanno deciso di approfondire le cause della sua condizione. Gli esperti dell’Istituto di ricerca e tecnologia agroalimentare dell’Università autonoma di Barcellona e dell’Istituto spagnolo di ricerca sull’Aids (IrsiCaixa) hanno effettuato numerosi test sia su Negrito che su Whisky, all’altro gatto di casa. Da questi esami, è emerso che entrambi i felini aveva sviluppato anticorpi neutralizzanti contro il virus. Un segnale positivo questo, indice che questi animali potrebbero avere un sistema immunitario capace di fronteggiare il nuovo coronavirus.

NEGRITO: UN CASO DI ZOONOSI INVERSA

Le analisi genetiche, condotte su Negrito, hanno dimostrato che il virus è identico al 99,9% a quello del padrone deceduto con coronavirus. Questo risultato suggerisce che Negrito sia stato contagiato dagli umani con cui viveva e non da altri gatti. La ricerca effettuata ha un importante valore scientifico, considerato il divario che esiste tra il numero di pazienti colpiti da Covid -19 nel mondo e l’esiguo numero di casi registrato fra gli animali. “Gli animali domestici giocano un ruolo trascurabile nell’epidemia e i gatti, in particolare, vengono infettati in maniera residuale e non ci sono prove di trasmissione del virus agli umani”, ha dichiarato Julià Blanco, ricercatrice di IrsiCaixa. “Questo è un caso di zoonosi inversa, in cui i gatti sono vittime collaterali senza che il virus causi loro dei problemi di salute”, ha precisato la ricercatrice.

Catiuscia Polzella