Covid-19: il Giappone sceglie i test diagnostici sulla saliva

Niente tamponi orofaringei, niente seriologici. Il Giappone punta ai test della saliva per incrementare lo screening dei soggetti colpiti dal Coronavirus. Purtroppo, ad oggi, il Giappone è uno degli stati che ha effettuato il minor numero di tamponi. L’uso di questi nuovi test gli consentirebbe di riprendere il passo con gli altri stati.

In cosa consiste

Il test in questione è un test “molecolare”. E’ basato sulla medesima tecnologica che viene utilizzata per l’analisi dei tamponi orofaringei. La differenza sta semplicemente nel tipo di prelievo. Il campione da analizzare non viene più prelevato da un operatore apposito, tramite cottonfioc che viene accuratamente passato nel naso e nella bocca. In questo caso l’operatore deve indossare visiera e mascherina. Dispositivi di protezione individuale necessari per far si che l’operazione sia il più sicura possibile per l’operatore.
Nel caso del test sulla saliva, quest’ultima viene raccolta direttamente dentro una provetta. Il soggetto sputa in un imbuto, la saliva scivola quindi in un apposito liquido di conservazione che, una volta diventato blu, viene sigillato e spedito al laboratorio per l’analisi.
L’esecuzione di questo test è quindi molto più sicuro per gli operatori.

Maggiore sensibilità

Da alcuni studi sembra che il test sulla saliva abbia maggior sensibilità di rilevazione. Per esempio, il tampone di un operatore sanitario ha dato esito positivo al terzo prelievo, mentre i primi due erano risultati negativi. Il test sulla saliva aveva evidenziato la positività al Coronavirus già alla prima analisi. Purtroppo, mentre per avere i risultati di un tampone basta aspettare 6-9 ore, nel caso dei test diagnostici sulla saliva si parla di 72 ore. Un tempo certamente più lungo che, in alcuni casi, non si può attendere.

Meno fastidioso

C’è chi dice che il tampone orofaringeo non è fastidioso, altri hanno avuto fastidio anche ore dopo il prelievo. Non è chiaro quindi se dipenda dalla propria soglia del dolore o dall’abilità e dalla delicatezza dell’operatore che effettua il prelievo. Certo è che sputare in un imbuto è certamente più semplice e meno invasivo di dover effettuare il tampone.

Test rapido disponibile in Europa

L’obiettivo è quello che in Europa sia disponibile un fast-test. Un test rapido che, in meno di un ora, possa dare un risultato certo. La sua affidabilità non è in nessun modo paragonabile a quella di un tampone classico, in quanto la sensibilità del test è ridotta. Il nome del test, però, pare che sarà “EasyCov”. Grazie alla raccolta di meno di un millimetro di saliva, direttamente sotto la lingua del paziente, si potrà determinare la presenza o meno del Coronavirus. Il costo del test si aggirerà sui 20 Euro.

Sharon Santarelli