Cosa succede quando la Terra trema…

Il fenomeno del vulcanesimo è diffuso anche in Italia, in particolar modo al Sud. Oltre ad offrire spettacoli eccezionali ed affascinanti è allo stesso tempo uno dei fenomeni più pericolosi che la Terra può offrirci. In realtà, non tutte le eruzioni vulcaniche sono uguali: ci sono alcune più catastrofiche e altre sono invece meno dannose; alcune sono capaci addirittura di cambiare il clima della Terra, altre, al contrario, passano del tutto inosservate. Ma i fenomeni a cui siamo abituati, come gli spettacoli di Etna e Vesuvio, non hanno nulla a che vedere in confronto a quanto è accaduto secoli, se non millenni, or sono! E’ proprio su alcuni di questi fenomeni vulcanici che oggi noi di Social Up vogliamo soffermarci, in particolare sulle eruzioni vulcaniche più disastrose della Storia.
E’ necessario fare una breve ma chiarificatrice premessa, senza entrare nei dettagli della geologia. Sono due le principali tipologie di eruzione vulcaniche. Le eruzioni vulcaniche effusive sono le meno catastrofiche perché la lava è poco viscosa (ovvero resiste poco allo scorrimento quindi, per dirla con termini comprensibili per tutti, è “più fluida”). Tale caratteristica permette alla lava di scorrere causando danni decisamente più contenuti: sono le cosiddette “colate laviche”. I problemi più grossi si riscontrano quando la lava è molto più viscosa (quindi “meno fluida”) perché scorre con maggior difficoltà: nei condotti vulcanici in cui scorre lava di questo genere si formano dei veri e propri “tappi” di materiale fuso solidificato che causano delle esplosioni quando sono posti sotto pressione. Queste sono le eruzioni vulcaniche esplosive, le più disastrose.

Per riuscire a classificare il grado di intensità di un’eruzione vulcanica, è stata ideata una scala nota come “Indice di esplosività vulcanica“. La scala prevede la categorizzazione di 9 gradi di esplosività (dal grado 0 al grado 8) che sono inversamente proporzionali alla periodicità del fenomeno, ma direttamente proporzionale all’altezza della colonna eruttiva e alla durata dell’emissione di materiale. Insomma: tanto è più forte l’eruzione, tanto sarà minore la periodicità del fenomeno e, allo stesso tempo, a grandi eruzioni corrispondono grandi quantità di materiale emesso. Facile, no?

Attraverso una breve, per quanto esaustiva rassegna, sono qui proposte le 6 eruzioni vulcaniche più catastrofiche della Storia, passando dalla forse meno conosciuta eruzione del monte Toba alla più nota eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che sommerse di cenere le città di Pompei, Stabia ed Ercolano.

L’eruzione del monte Toba. In realtà è solo una teoria. Una leggenda, forse… Reale o solo teorica che sia, questa eruzione è considerata il più grande fenomeno vulcanico dall’alba dei tempi! Alcuni studi sul mitocondrio umano hanno rilevato che intorno a 75 000 anni fa la specie umana è stata ridotta drasticamente a poche migliaia di individui e molti ricercatori hanno ascritto all’eruzione del supervulcano del lago Toba (Indonesia) questo collasso causato da un notevole irrigidimento del clima terrestre. Probabilmente, questa eruzione portò sulla soglia dell’estinzione molte specie animali. Si pensa che l’altezza della colonna eruttiva fosse maggiore di 20 chilometri!

La Garita. E’ una caldera, ovvero una depressione causata dal cedimento di una camera magmatica dovuto al suo totale svuotamento a seguito di un’eruzione particolarmente violenta. L’eruzione è avvenuta circa 25 milioni di anni fa e il deposito di ceneri e materiali piroclastici che ha seguito l’eruzione ha avuto un volume complessivo di 5000 chilometri cubi. La potenza è stata davvero spropositata: l’arma di distruzione di massa più potente della storia (la Bomba Zar, prodotta in Unione sovietica) ha avuto una potenza di 57 megatoni, pari a un centimilionesimo dell’esplosione della Garita che si aggiudica il titolo di esplosione più potente nella Storia della Terra.

L’eruzione del monte Tambora. Torniamo in Indonesia (non a caso nel pieno della cosiddetta “cintura di fuoco del Pacifico”) e per la precisione sull’isola di Sumbawa. Avvenuta l’11 aprile 1815, l’eruzione ebbe effetti così a lungo termine che le navi, a distanza di 4 anni, potevano imbattersi in isolotti di pomice galleggiante! Non è tutto: tale fu il fenomeno eruttivo da provocare una piccola era glaciale a causa della presenza delle ceneri nell’atmosfera. L’eruzione fu talmente violenta che il monte si abbassò di quasi 1300 metri! Ma non è finita qui: alcune leggende metropolitane dicono che l’oscuramento del sole dovuto a questa eruzione abbia avuto influenze anche sulla battaglia di Waterloo, costringendo Napoleone ad adottare misure di difesa alternative alle condizioni meteorologiche poco favorevoli!

L’eruzione del Krakatoa. L’eruzione del 1883 fu talmente violenta che venne modificata la geografia dell’isola, che saltò letteralmente per aria, che, nemmeno a farlo apposta, è stata in parte ripristinata dall’eruzione del 1927! La nuova isoletta infatti si chiama Anak Krakatau ovvero “figlio di Krakatoa”. L’eruzione fu così potente che venne sentita addirittura in Australia! Prima di questa imponente eruzione si verificarono molti maremoti maremoti, fino a che il 20 maggio non iniziò la fase eruttiva vera e propria che durò fino al 21 di ottobre dello stesso anno, raggiungendo l’apice distruttivo il 26 agosto. L’11 di agosto la colonna di materiali piroclastici si originò da ben 11 aperture della crosta terrestre, fino a raggiungere un’altezza di 36 chilometri il giorno 26 agosto. Seguì poi il primo tsunami durante l’eruzione vulcanica. L’ultima serie di eruzioni causò il collasso della camera magmatica. E’ invece conteso con l’eruzione del Tambora del 1815 il record del suono più forte della Storia!

L’eruzione di Monte Sant’Elena. Eruzione di tipo pliniano, ovvero particolarmente potente e capace di sollevare un quantitativo grandissimo di ceneri e materiali solidi, è stata una delle più grandi eruzioni del XX secolo. Questa volta siamo nello stato di Washington. Un terremoto arrivò a far collassare tutta la parte destra del vulcano, riducendo la sua altezza di circa 400 metri, passando da 2950 a 2549 metri. La colonna di fumo raggiunse 24 chilometri di altezza e arrivò a depositarsi, pensate un po’, su ben 11 stati americani! I danni non finiscono qui: a causa dell’eruzione vulcanica, i ghiacciai del monte si sciolsero e provocarono delle colate fangose che raggiunsero in breve tempo il fiume Colombia. Persero la vita 57 persone.

L’eruzione del Vesuvio del 79 d. C. Facciamo ora un passo indietro nel tempo lungo 2000 anni. Siamo a Napoli e nel 79 d.C. un’eruzione del Vesuvio sommerge le città di Pompei ed Ercolano, immobilizzando gli abitanti, rendendoli delle vere e proprie statue. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce questi reperti solo nel XVIII secolo. La data è attesta in una lettera di Plinio il Giovane (che per primo studiò il fenomeno delle cosiddette “eruzioni pliniane”) allo storico Tacito. Se si osserva attentamente il Vesuvio, si può notare che è costituito da due cime: questo perché l’eruzione fu così potente che il cono vulcanico venne letteralmente spaccato in due! Il Vesuvio ad oggi è uno dei vulcani più studiati e più pericolosi del mondo perché alle sue pendici vivono quasi tre milioni di abitanti, potenzialmente a rischio.