Un’esperienza di comfort senza dubbio molto originale. Questo è quello che si prospetta per i fortunati ospiti che decideranno di alloggiare presso il “Walled off Hotel”, meglio noto come “l’albergo fuori dal muro”, l’ultima spiazzante trovata proveniente da uno degli street artist più discussi del momento, il britannico Banksy.
Il progetto, ideato e realizzato in gran segreto a cui l’artista ha lavorato ininterrottamente per 14 mesi, è stato ribattezzato come l’hotel con la vista più brutta del mondo, quella sul muro appunto. La struttura sorge, a detta di molti provocatoriamente, nei pressi della città di Betlemme, affacciandosi precisamente sulla barriera alta 9 metri e lunga ben 730 km che gli israeliani fecero costruire a partire dal 2002 per delineare la linea di separazione rispetto all’adiacente territorio palestinese.
L’albergo è dotato di ben 9 stanze, le quali saranno offerte a partire da 30 dollari a notte, tutte arredate e decorate con uno stile che le caratterizza rispetto alle altre. Tra queste, quella senza dubbio più gettonata pare sia la numero 3: qui gli ospiti, a partire dal 20 marzo, data dell’inaugurazione, avranno la possibilità di schiacciare un pisolino in un letto la cui testata è sovrastata dalla presenza di un murales il quale ritrae un palestinese mentre indossa una kefiah ed un agente della Border Police israeliana, intenti ad affrontarsi in una battaglia di cuscini circondati dalla leggerezza di una miriade di piume. Si tratta della stanza “Artist”, per chi ama circondarsi di opere d’arte. A questa ne seguono tante altre come la stanza “Scenic”, dotata della migliore vista sul muro, e quella “Budget”, la quale si impegna ad offrire l’esperienza di una notte nell’accampamento, non a caso mobili e accessori sono quelli delle caserme israeliane. C’è poi la suite “Presidential”, equipaggiata pare proprio con tutto quello di cui un capo di stato corrotto potrebbe aver bisogno, come recita la descrizione sul sito del progetto. Il tutto accompagnato dalla presenza di una galleria d’arte ospitante alcune tra le opere d’arte più famose dei più importanti artisti della scena palestinese, con tanto di museo che intende invece illustrare ai suoi visitatori la storia del muro che separa la città di Betlemme e quella di Gerusalemme Est.
“Vorremmo invitare tutti a venirci a trovare, soprattutto i civili isrealiani”, ha commentato il manager dell’albergo Wisam Salsaa, “vogliamo che imparino a conoscerci meglio, perché quando lo faranno capiranno che ci sono molti stereotipi da abbattere, e le cose potrebbero cambiare”. Proprio ciò che servirebbe in questo periodo storico in cui pare che l’innalzamento di muri e barriere vada fin troppo di moda.