A Bangkok apre il “Kid Mai Death Cafè”: il bar della morte

Chi di voi non ha mai sognato di sorseggiare il proprio caffè all’interno di una bara?

Probabilmente nessuno. Eppure qualche temerario (o folle?) esiste. Tanto folle da voler istituire un vero e proprio bar: il Kid Mai Death Cafè a Bangkok, Thailandia.

Più che per l’atmosfera fatta di scheletri giganti seduti ai tavolini e drink che richiamano cervello ed interiora, la bizzarra trovata di questo bar pare focalizzarsi più sulla consapevolezza della morte.

L’Asia è la grande potenza dove si cerca di affrontare la morte senza conflittualità o rassegnazione, dove sono previsti funerali in bianco e si può gioire e scherzare piuttosto di ostentare facce tristi.
Proprio a tal proposito, nel Death Cafè, i clienti sono chiamati (o quasi spronati) a confrontarsi con il tema del lutto e della propria mortalità, addirittura arrivando a sdraiarsi materialmente all’interno delle bare fornite dal locale.

il bar della morte a BangkokMa questa bizzarra trovata che impatto starà avendo sui consumatori che visitano il bar?

“Mi sento come se fossi ad un funerale”, ha affermato ridendo Duanghatai Boonmoh, un ventenne seduto al bar mentre sorseggiava il suo frullato della morte al cioccolato.

Infatti il fulcro dell’esperienza al “Kid Mai Death Cafe” è una bara bianca decorata dentro la quale i clienti sono caldamente incoraggiati a sdraiarsi per qualche istante a contemplare i loro ultimi momenti. E perché no, anche assicurarsi uno sconto su una bevanda. Lui, insieme ad altri clienti curiosi, ha fatto la fila per salire su questa bizzarra attrazione, quasi fosse in un parco divertimenti, infilandosi nella cassa di legno mentre gli amici dall’esterno ne chiudevano il coperchio.

“La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: e se nessuno l’avesse aperta?”, ha raccontato Duanghatai dopo aver concluso la sua esperienza da brividi.
“Come avvisare gli altri che ‘ehi! Sono qui! Sono ancora vivo!’? Penso che sia probabilmente la sensazione che provi quando sai che morirai presto“, ha affermato. Non so voi, ma a noi sta gelando il sangue.

il bar della morte a Bangkok

Eppure il proprietario ha assicurato che non si tratta semplicemente di una strategia di marketing ben studiata.

L’idea del bar viaggia su un filone buddhista che, accoppiandosi alla mania del caffè tipica della Thailandia, invita calorosamente i clienti a confrontarsi con la propria mortalità e, di conseguenza, a condurre una vita migliore.

Il professore e ricercatore sociale, Veeranut Rojanaprapa pensava proprio a ciò quando ha concepito e sviluppato il suo locale. In una nazione dove il 90% si riconosce come buddista, è fondamentale avere una giusta educazione e consapevolezza della morte.

“Abbiamo scoperto che avere una consapevolezza della morte riduce l’a

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Inoltre, sembrerebbe che questa trovata aiuti, in qualche modo, a combattere la dipendenza dalla tecnologia. Vediamo come.

idità e la rabbia”, spiega Veeranut.
Infatti, i concetti buddisti di altruismo e non-permanenza sulla terra, ma anche far del bene al prossimo non per un proprio tornaconto, potrebbero essere la chiave per placare quei problemitanto comuni in molte società moderne, come la corruzione e la violenza. Avere un faccia a faccia con la morte, infatti, potrebbe portare ad un cambiamento sostanziale del modo di vedere se stessi e gli altri all’interno di un contesto sociale vasto ed eterogeneo.

Secondo Veeranut, l’esperienza nella bara bianca potrebbe aiutare i giovanissimi dipendenti dalla tecnologia (numerosi in Thailandia) a rivalutare cosa c’è al di fuori di uno schema chiuso, che sia esso una bara o quattro mura di una camera.

“Quando gli adolescenti scendono nella bara e il nostro staff ne chiude il coperchio, a causa dell’oscurità, a causa del piccolo spazio, saranno consapevoli di se stessi … ricorderanno le cose che ancora non hanno fatto”, ha affermato il proprietario.

A quanto pare, comunque, un approccio del genere non è il primo a Bangkok. Ovviamente senza caffè e frullati, ma nel Paese varie esperienze di “resurrezione”, ovviamente simbolica, avvenivano già in un tempio poco fuori la capitale. L’intento era quello di realizzare funerali simbolici in modo da far risorgere e “ripulire” il proprio karma.
Certo, qui nel Kid Mai Death Cafè puoi farlo sorseggiando un soft drink insieme ad un adorabile ombrellino, ma tant’è.

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Potrebbero comunque esserci state alcune lamentele al riguardo.

Il promemoria riguardo la propria mortalità potrebbe non essere stato accolto con entusiasmo da tutti.

Certo, questo è anche il momento nella storia in cui esiste una app che cinque volte al giorno ti ricorda che devi morire, ma l’installazione è una scelta personale. Passare di fianco ad un bar con su la scritta: “Qual è lo scopo della tua vita?” potrebbe non far contenti molti. E infatti è sorta già qualche lamentela.

“È una cosa così inquietante. Mi sento davvero strano a camminare da quelle parti e penso anzi che cambierò strada quando vado in giro”, ha scritto un utente su una pagina Facebook di quartiere.
Eppure per il dott. Veeranut ogni controversia è accolta con gioia in quanto vissuta come un segno di successo.
“Adoro tutte le lamentele. Perché se si lamentano significa che stanno pensando alla morte e che quindi ne sono consapevoli”.

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Grazie Veeranut ma noi per il momento, da bravi occidentali, continueremo a tapparci le orecchie e fingere di essere immortali.