Undone: realtà e immaginazione si fondono nella nuova serie Amazon

Undone” è una serie televisiva animata di genere thriller psicologico ideata da Raphael Bob Waksberg e Kate Purdy e trasmessa da Amazon Prime Video. I produttori hanno deciso di utilizzare la tecnologia Rotoscope, una sorta di messa in scena a metà fra l’animazione, appunto, e la recitazione vera e propria. Questo permette di sfruttare fino in fondo le potenzialità recitative degli attori senza tuttavia rinunciare all’elasticità che solo l’animazione offre.

Prima di andare avanti, in questa recensione ci saranno spoiler. Se non avete ancora visto la serie fermatevi, altrimenti andiamo!

“Undone” segue le vicende di Alma (Rosa Salazar), una ragazza che vive una vita tutt’altro che soddisfacente: ha un lavoro che non le piace, una relazione non propriamente serena con Sam (Siddharth Dhananjay), una sorella realizzata e una madre opprimente. Dopo un bruttissimo incidente d’auto, Alma riesce a sviluppare una nuova relazione con il tempo; questo le permetterà di manipolarlo e le consentirà di indagare sulla morte di suo padre Jacob (Bob Odenkirk) e scoprire la verità.

La serie si sviluppa subito come estremamente complessa e articolata. Tocca tanti temi interessanti nelle otto puntate (da 20 minuti, tra l’altro), tra cui la fisica, la filosofia, la religione, la cultura delle civiltà mesoamericane; quest’ultimo aspetto diventerà fondamentale per lo sviluppo dell’ottimo finale, di cui parleremo più approfonditamente in seguito.

“Undone” è una serie nella quale ogni personaggio segue un proprio sviluppo che lo porterà a confrontarsi con se stesso; Alma è per tutta la serie combattuta fra ciò che vuole lei e ciò che secondo lei è giusto. Ne vale la pena cercare una verità che forse non si può trovare? O è meglio vivere una vita normale con il rammarico di non averci provato?

Becca (Angelique Cabral), la sorella, si sta avvicinando al giorno più importante della sua vita, il matrimonio. Ma anche lei ha i suoi scheletri nell’armadio: in una notte di bevute, ha tradito il suo (non ancora) marito con il barista. Dire la verità e mandare tutto a monte o tenersi questo pesante segreto e vivere una vita felice nella finzione?

È questo il motore di “Undone”, la chiave che dà il via a tutte le vicende: il continuo scontro interiore che c’è in ogni personaggio, le loro insicurezze, i loro dubbi.

Ma Alma, che grazie all’incidente vede suo padre, riesce a trovare, almeno in parte, una risposta: nel corso delle puntate la vediamo sviluppare sempre di più le sue abilità e la vediamo decisa a scoprire cosa è successo la notte di Halloween 2002, il giorno in cui suo papà ebbe l’incidente mortale.

Per non soccombere a questa nuova realtà e per stare ancorata nel mondo reale, suo padre le consiglia inizialmente di giocare al Blackjack elettronico, con un espediente narrativo semplice, ma molto importante: nel momento in cui Alma è intenta a giocare, entra in una relazione dialettica con il gioco, si immerge a tal punto in esso da non riuscire più a pensare ad altro. Il gioco la chiama, lei risponde, il gioco entra in relazione con il suo essere.
Alma ha come obiettivo quello di vincere la partita, ma è come se anche lo stesso Blackjack avesse un compito da portare a termine: non permettere alla sua sfidante di scomparire in una realtà trascendente.

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Una volta riuscita a controllare i suoi poteri, Alma non ha più bisogno del gioco, perché riuscirà a passare a piacimento in entrambe le realtà in cui può vivere. Confesserà poi tutto alla sua famiglia, che ovviamente non può capire la sua condizione. Per questo motivo verrà giudicata pazza, schizofrenica, bisognosa d’aiuto. Lei ha paura di quello che potrebbe vedere tornando indietro nel tempo, sarebbe illogico il contrario, ma non è pazza, continua a ripeterselo come un mantra.
Alla fine, dopo aver iniziato a ballare, seguendo il consiglio di una danzatrice mesoamericana, per la quale il ballo è il modo di “entrare in contatto con gli antenati” riuscirà a cambiare il passato, a impedire che suo padre muoia, a scoprire cosa è successo veramente. Ma a quale prezzo? Essere sola in un mondo che le sembra sempre più ostile.

Ritorniamo al finale, che è lasciato volutamente aperto. Vediamo Alma che si reca in Messico, nel luogo preferito di suo padre, dove i due si sono dati appuntamento al di fuori di una caverna. Alma verrà raggiunta dalla sorella Becca che, a conoscenza di tutta la storia, le dice delle parole molto belle e pregne di significato:

«La vita vera è già abbastanza straordinaria.»

Perché quindi cercare un qualcosa d’altro? Ecco che Alma inizia ad essere tormenta dai dubbi: non riesce a capire se è pazza ed è tutto frutto della sua immaginazione o se quello che ha vissuto è vero. Nel momento in cui si convince a lasciarsi tutto alle spalle, dalla caverna ecco una luce. È suo padre? Non ci è dato saperlo.

“Undone” è questo, un’ottima serie in cui tutto si fonde per formare un prodotto tanto interessante quanto geniale. Parlare di questo gioiello è stato più complicato ancora che guardarla, ma ci abbiamo provato. Non sappiamo ancora se si farà una seconda stagione, ma forse non è necessario. Il finale va bene così, è bello anche non avere tutte le risposte. Altrimenti, che gusto ci sarebbe?

Marco Nuzzo