Tè, origini e varietà

Cominciamo subito dissipando un comune dubbio, come si evince dal titolo, la scrittura esatta è “tè”, meno comunemente vengono usate “the” e “thè” che non possono essere considerate errore, ma non rientrano nella grafia canonica secondo Devoto-Oli e Treccani.

Un’altra imprecisione che può essere utile segnalare, è che può essere definito tè solo un infuso ricavato dalle foglie della “Camellia Sinensis”, la pianta tipica coltivata principalmente in Bangladesh, Cina,India, Sri Lanka, Giappone e Kenya, mentre spesse volte tisane derivate dal “karkadè” o il “rooibos” vengono scambiate per tè rosso.

Per quando riguarda la suddivisione in colori, si deve tutto al tasso di fermentazione (e quindi di ossidazione), con il quale la foglia viene lavorata, si va dai tè versi che non sono fermentati, passando dagli Oolong (Verdazzurro/blu) che sono semi-fermentati, arrivando al tè nero che è fermentato. Nella tabella sottostante, si fa notare come quello che viene letteralmente tradotto dal cinese “tè nero” sia in realtà conosciuto da noi come “tè Pu’er” (postfermentato) mentre che la categoria letteralmente traducibile in “tè rosso” corrisponda per noi al “tè nero”.

Non abbiamo una datazione precisa per quanto riguarda il tè come bevanda, si sa solo che venne maggiormente apprezzato e diffuso nell’antica Cina, intorno al III secolo a.c., in un dizionario letterario che sembra riferirsi alla piante del che conosciamo. Già molto tempo prima, era un tratto tipico della religione taoista quello di preparare infusi e decotti con vari tipi di radici, foglie o erbe di vario genere, visto che si seguivano precetti di stampo prettamente alchemico, i quali auspicavano una fortificazione di corpo e spirito che permettesse all’uomo di raggiungere l’immortalità.

Il testo per eccellenza riguardo a questa bevanda è il “Chajing” di Lu Yu, definito “il canone del tè”, è il primo lavoro monografico della storia su questo argomento, composto da 10 capitoli suddivisi in 3 libri. Libro Primo: Origine-Strumenti(per la lavorazione)-Preparazione. Libro Secondo: Strumenti (28 utendili diversi per l’ebollizione e la degustazione). Libro Terzo: Ebollizione-Degustazione-Storia-Regioni di coltivazione-Semplificazione-Raffigurazione.

Lu yu è considerato il capostipite dei “saggi del tè”, ancora oggi ritenuto “il Dio del tè” e massimo esperto di sempre su questo argomento.

La cultura del “cha” si diffonderà saldamente in tutta l’Asia fino ad arrivare in Giappone, paese che insieme alla Cina, è depositario dell’antica e gloriosa arte della “Cerimonia del tè”. Si parla di “Kung fu cha” (tè preparato con cura e attenzione) se ci troviamo nella nazione con capitale Pechino e di “Cha no yu” (acqua calda per il tè) se ci troviamo nell’isola con capitale Tokyo. Entrambi i riti sono comunque densi di misticismo e spiritualità, in un’atmosfera di quiete e magia che rendono quest’ arte un patrimonio inestimabile dell’umanità.

Tra le numerose varietà abbiamo: l’Assam – nero indiano, il Bancha – verde (comune) giapponese, il Ch’i-Men – nero cinese, il Darjeeling – nero indiano, il Gunpowder – verde (più comune) cinese, il Gyokuro – verde (molto pregiato) giapponese, il Lapsang Souchong – nero (affumicato) cinese, il Lu Mu Dan – tè verde cinese, il Lung Ching – verde (molto diffuso) cinese, Matcha – verde (per la cerimonia) giapponese, l’Orange Pekoe –  nero, il Sencha – verde (molto diffuso) giapponese, lo Shui-Hsien –  oolong.

Una sola eccezione viene fatta per una varietà che non viene dalla Camellia Sinensis, ovvero la varietà Earl Grey, che prende il suo nome dal Primo Ministro d’Inghilterra Charles Grey, considerata tè anche se derivata dall’infusione del bergamotto.

Ora, questo voleva essere solo un articolo sommario riguardo la storia e le varietà di questa fantastica bevanda, nel caso voleste approfondire l’argomento cerimonia del tè, o voleste un focus su di una qualche tipologia di tè, non vi resta che farmelo sapere con un commento!