“Superficie” di Diego De Silva è il libro che conquista e tramortisce

Non è un libro come tutti gli altri. Non c’è una trama, dei personaggi, una fine lieta o funesta che sia. “Superficie” di Diego De Silva è un esperimento di quelli riusciti bene, senza tante pretese.

L’idea di partenza è stata semplice: raccogliere in un unico testo tutti i luoghi comuni del nostro tempo su qualunque argomento, offrirli insieme al lettore e provare a vedere l’effetto che fa.

Il risultato è che siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i saggi, gli imbecilli e i banali. Siamo tutto e niente, il dionisiaco e l’apollineo, l’intelligenza e l’ignoranza. Siamo una somma di piccole cose altissime e bassissime. E Diego De Silva l’ha scoperto.

Leggere e rileggere frasi, concetti, modi di dire che sono diventati presenti nella società italiana crea disagio, divertimento e dubbio.

Ridere sarà così naturale come il senso di frustrazione poco dopo aver smesso di leggere. Arriva subito la constatazione di come e quanto siamo diventati così vuoti e così ridicoli nel perderci in argomenti importanti con tanta superficialità o nel commentare fake news con serietà e alto profilo.

Nel libro le frasi si alternano in un ordine e in una strutturazione quasi armoniosa e leggera. C’è una precisa scelta dell’inserimento delle frasi in un determinato contesto tematico ed il lettore non solo lo scopre subito, ma è maggiormente invogliato a continuare.

Per questa volta, quindi, De Silva decide di accantonare l’Avvocato Malinconico per raccontare attraverso le frasi fatti, i luoghi comuni e i no sense uno spaccato della nostra società autentico: il momento in cui parliamo e diamo fiato alla bocca senza aver collegato il cervello.

Il perché De Silva abbia scelto di metterci di fronte all’evidenza forse è da rintracciare nella copertina del libro: un grosso pesce con la bocca aperta che fagocita parole e piccoli pesci.

Noi, come il pesce, abbocchiamo all’amo che sono le parole, le suggestioni e le papalate con cui riempiamo le giornate. Colpa addebitabile anche all’avvento dei social che hanno cambiato per sempre non solo il modo di comunicare, ma anche la sostanza di quanto diciamo.

A fine lettura, vi troverete a concordare sulla scelta del titolo. In fondo, è questa assenza di approfondire, di verificare se quanto diciamo è corretto o solo un’idiozia e di confrontarci con chi parla di cose che conosce, a renderci produttori di parole da “superficie”.

L’ultimo libro di Diego De Silva, quindi, è un ottimo metodo per conoscersi ed ammonirsi, ma anche per ridere tanto e ritrovarsi. Da leggere ovunque con voracità, senza alcuna nostalgia per l’Avv. Malinconico. Almeno per un paio d’ore.

Buona lettura!

Sandy Sciuto