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Sanremo 2022: perché lo scontro veterani vs nuove leve piace così tanto

Tra meno di una settimana si accenderanno i riflettori dell’Ariston e inizierà la 72° edizione del Festival di Sanremo. In gara 25 concorrenti che si esibiranno sul palco più importante di tutti per aggiudicarsi il tanto ambito premio. Per questa edizione, Amadeus, conduttore e direttore artistico, ha scelto di seguire la ricetta dello scorso anno, portando sul palco grandi volti noti della musica e altrettanti nuovi talenti. Insomma, uno scontro tra nuove e vecchie leve che si preannuncia avvincente e che terrà incollati gli spettatori al televisore. Ma perché questo mix funziona così bene?

Qualcosa di noto e qualcosa di sconosciuto

Nella critica letteraria molti studiosi, in più di un’occasione, hanno ribadito che la chiave per realizzare un buon romanzo sia nel fatto di proporre ai lettori qualcosa di già noto e qualcosa di nuovo. In questo modo chi legge sarà rassicurato dagli aspetti a lui già noti del romanzo e allo stesso tempo potrà appagare la sua curiosità venendo a contatto con ciò che è nuovo. Perché tutti noi in fondo vogliamo esplorare l’ignoto partendo però da alcune sicurezze. E Amadeus per il suo Festival sposa in pieno questa filosofia di pensiero.

In gara ci sono cantanti noti al grande pubblico e anche artisti davanti a cui nomi sorge spontanea la domanda “Ma questo chi è?”. Con questa formula Amadeus ha dimostrato già nel 2021 di saper accontentare il pubblico trovando un giusto equilibrio tra le due dimensioni. L’anno scorso, per esempio, era accaduto con i Coma Cose ma anche con La Rappresentante di Lista (che ritorna sul palco anche quest’anno): artisti conosciuti a pochi divennero apprezzati da molti in solo cinque serate.

Un’occasione per tutti

Il palco di Sanremo, soprattutto in un momento storico come quello che stiamo vivendo, diventa l’occasione d’oro per esibirsi davanti a un pubblico. E questo vale sia per gli esordienti che per le vecchie leve. Inoltre, Sanremo contribuisce anche a creare nuovi incontri e nuovi progetti. Basta pensare per esempio che il trio Orietti- Fedez- Achille Lauro, che ha dominato le classifiche musicali di tutta la scorsa estate, si è incontrato proprio dietro le quinte dell’Ariston. A quanto pare si crea una sinergia tra artisti che si sostengono e si supportano negli emozionanti momenti dietro le quinte.

Ci piace immaginare le vecchie leve che rassicurano i nuovi arrivati dando loro preziosi consigli. Allo stesso tempo siamo certi di poter affermare che i nuovi talenti riconoscano il valore dei “mostri” sacri con cui si sfidano. Un ambiente che può rappresentare per alcuni un punto di partenza e per altri un punto di arrivo. Inoltre, questa scelta di mixare “vecchio” e “nuovo”, mette d’accordo una tipologia di pubblico ben differente e di varie fasce di età. Con Zanicchi, Massimo Ranieri, Rettore e Morandi sicuramente genitori e nonni saranno contenti. Mentre invece con artisti come Mahmood & Blanco, Sangiovanni o Aka 7even, siamo sicuri che moltissimi adolescenti seguiranno il Festival.

Amadeus dimostra di aver trovato il modo di creare un Festival che sia l’occasione di dialogo tra nuove e vecchie generazioni. Una kermesse che permetta ai giovani di conoscere artisti che hanno fatto la storia della musica italiana e al contempo ai più anziani di avvicinarsi alle nuove leve e alla nuova musica. Insomma, tutti uniti in nome dell’intrattenimento e della buona musica.

Eleonora Corso