Avete nostalgia di serie tv come “Dawsons’Creek”, “Gossip Girl” e “One Three Hill”? Se la risposta è sì, Netflix vi dà l’occasione di sopperire a questa mancanza con la prima stagione di “Riverdale”.
Inserita nella piattaforma streaming da luglio 2018, “Riverdale” è il mystery teen drama ispirato dai fumetti Archie Comics di The CW. Negli Stati Uniti la serie tv è arrivata alla sua terza stagione che verrà trasmessa il 10 ottobre – come anticipato al Comic Con di San Diego – mentre in Italia la seconda stagione è attualmente in prima tv su Premium Stories e Infinity.
Su Netflix, invece, c’è solo la prima stagione. In questo modo, Netflix la distribuisce in molti paesi oltre gli USA, aumenta l’offerta della piattaforma per gli utenti e si mette in gioco con un formato retrò ma sempre vincente tra i giovani e meno giovani.
Senza volervi scoraggiare o deviare sulla visione, descriveremmo “Riverdale” come la copia di tutte le serie tv precedenti per i teenager. È un frullato di cosa piace vedere ai giovani di tutte le generazioni mantenendo anche delle note thriller che – come abbiamo notato – sono sempre apprezzatissime. Ma spieghiamo in breve di cosa tratta.
La trama si svolge a Riverdale, cittadina statunitense, ed i protagonisti sono giovani adolescenti liceali che mescolano le loro vite così diverse per background culturale, formazione e prospettive future. Gli stereotipi degli adolescenti tipo sono tutti presenti: vi è il giocatore di basket bullo, la ragazza della porta accanto, la capitana malefica delle cheerleader, il compagno di classe gay, il miglior amico che dopo l’estate è diventato uomo, il ragazzo strano e la ragazza che viene dalla città per rifarsi la reputazione insieme alla sua famiglia. I ragazzi sono costantemente osservati, corretti e “aiutati” dai genitori dei quali la serie tv non fa a meno di raccontare frustrazioni, progetti di vita e lavoro e soprattutto come si inseriscono nella vita dei loro figli tra passato e presente. La storia prende avvio dalla scomparsa e poi ritrovamento di Jason Blossom, compagno di scuola figlio della famiglia più influente della città, trovato morto nel lago con un colpo di pistola sparato in fronte. In seguito, si accavallano e si snodano tanti avvenimenti che porteranno lo spettatore a conoscere i protagonisti e a scoprire chi è stato l’assassino del ragazzo.
“Riverdale” è decisamente una serie tv ben fatta. In merito al registro narrativo non manca nulla. Si noterà come si passa dal drama, al romanticismo e all’avventura lasciando sempre lo spettatore teso e curioso fino alla fine di ogni episodio. Occhio, infatti, che “Riverdale” può creare dipendenza fino alla realizzazione di un binge watching.
Convincono anche gli attori giovanissimi e bravissimi come Camila Mendes (Veronica), Lili Reinhart (Betty) e Cole Sprouse (Jughead). Inoltre, vi è il ritorno in una serie di Luke Perry, l’indimenticato ed indimenticabile Dylan McKay di Beverly Hill 90210.
Cosa manca, quindi, per considerarla perfetta? Apparentemente nulla e siamo certi vi piacerà, e pure parecchio.
A nostro parere, però, “Riverdale” è una serie che fa lo stesso effetto della pizza su chi la seguirà. La pizza è democratica, piace e accontenta tutti. Può essere condita come più si preferisce. Non dispiace mai: c’è chi vivrebbe mangiando solo pizza. “Riverdale” è come la pizza: iniziato il primo episodio poi ci si addentra nella vita dei protagonisti, nella ricerca dell’assassino e, intanto, snocciola qui e là i racconti degli amori che nascono e muoiono tra i ragazzi. Potenzialmente ha tutti gli elementi per preferirla a milioni di altre serie, ma c’è un però…
Possiamo sempre essere ossessionati fino all’assuefazione dagli stessi prodotti cinematografici o seriali?
La domanda è per voi, lettori! A noi il compito di augurarvi una buona visione!