“L‘Uomo di Alcatraz” il fiore all’occhiello di John Frankenheimer

Nomination all’Oscar e ai Golden Globe, vincitore dei Bafta Awards e al Festival di Venezia, Burt Lancaster supera se stesso in una delle migliori performance che il grande schermo ci abbia regalato in tutta la storia del cinema con L’Uomo di Alcatraz (1962) di John Frankenheimer.

Una interpretazione straordinaria di un personaggio straordinario (realmente esistito) in un film che costituisce il fiore all’occhiello di uno dei più versatili registi hollywoodiani, John Frankenheimer, famoso per il suo essere “un osservatore impietoso dei problemi della società americana” (MyMovies).

“Come potrà Robert Stroud, condannato all’ergastolo, affrontare il resto della sua vita entro le quattro mura di una cella? La risposta gli arriverà dall’alto, sotto forma di un debole passero che egli trova nel cortile della prigione. Stroud porta il nuovo compagno nella sua cella, lo cura e da quel momento saranno inseparabili. A dispetto della sua scarsa cultura e senza nessuna speranza di essere scarcerato, Stroud diventa un celebre ornitologo: grazie a ciò riscopre un senso di libertà all’interno del carcere che molte persone al di fuori di esso non hanno mai conosciuto”: questa la scheda di presentazione della 20thcenturyfox riguardo a questo vero e proprio capolavoro che onora il cinema americano.

Più di due ore tesissime, in ambienti chiusi e ristretti, senza un attimo di pausa o di noia, con un coinvolgimento totale da parte dello spettatore. Un film intenso e coraggioso, secco e asciutto, senza la minima sbavatura. Un deciso atto d’accusa al sistema carcerario, un inno alle possibilità dell’uomo e alla sua dignità.
Onore al merito a Burt Lancaster che investì il proprio denaro per l’acquisto dei diritti del libro, da cui il film è tratto, e che si batté “contro le lobby di potere che non volevano la realizzazione di un film con caratteristiche accusatrici e moralistiche” (Wikipedia).
Un cast prestigioso, una schiera di attori e comprimari tutti da applauso a scena aperta.

Il film è ispirato alla biografia di Stroud scritta da Thomas Gaddis (da un altro suo libro, nel 1995, fu tratto il film di Tim Metcalfe Killer – Diario di un assassino con James Woods).

p.s
Dal Corriere della Sera, 4 agosto 1993:
“Il tremendo penitenziario di Alcatraz, a trent’ anni anni dalla sua chiusura, diventera’ un paradiso per i volatili, un santuario per i pennuti che resero celebre la prigione e il suo piu’ illustre inquilino. Robert Stroud, l’ergastolano che da un semplice amore per i canarini fu contagiato al punto da diventare una delle massime autorita’ ornitologiche mondiali, senza mai lasciare la sua cella, fu immortalato sullo schermo in L’uomo di Alcatraz, il memorabile film del 1963 (proprio l’anno in cui mori’ l’ergastolano) diretto da John Frankenheimer e interpretato magistralmente da Burt Lancaster che per quel ruolo si guadagno’ una nomination all’Oscar. Ora, a 30 anni di distanza e a 50 dal giorno in cui Stroud mise piede nel penitenziario, il National Park Service ha deciso: Alcatraz diverra’ definitivamente un “bird sanctuary”. Dopo la chiusura, l’ istituto di pena fu praticamente abbandonato per dieci anni, poi venne occupato abusivamente dagli indiani per quattordici mesi, ma ora e’ diventato definitivamente una delle grandi attrazioni turistiche della Baia di San Francisco, con migliaia di visitatori che ogni anno compiono religiosamente il giro delle varie celle occupate da Al Capone con il suo banjo, Machine Gun Kelly, Doc Barker, e lo stesso “birdman” del blocco D., il cui libro del 1939 “Stroud’s digest of bird diseases” e’ tuttora considerato un classico del genere”.

redazione