Ringraziamenti e pulizia: il Giappone lascia la Russia dopo aver dato lezioni di civiltà e rispetto a tutto il mondo

Dalla sua istituzione nell’ormai lontano 1930, il campionato mondiale di calcio rappresenta non solo la massima competizione di questo sport ma anche un infinito incrocio di culture, tradizioni e modi di vivere l’entusiasmo della manifestazione che avvicinano i popoli di tutto il mondo. Nell’edizione attualmente in svolgimento in Russia, una delle istantanee più belle viene dal Giappone, la cui squadra ha sfiorato una storica qualificazione ai quarti di finale prima di crollare sotto i colpi del ben più blasonato Belgio soltanto all’ultimo minuto di recupero.

Dopo aver ottenuto il pass per gli ottavi di finale grazie alla discutibile regola del fair play sul numero dei cartellini ai danni del Senegal, la nazionale guidata da Akira Nishino si è presentata al match contro il Belgio senza timore reverenziale ed è stata accolta dai propri tifosi con una suggestiva coreografia raffigurante Capitan Tsubasa, meglio noto come Holly del cartone animato Holly e Benji. La speranza era quella di ricreare la magia del celebre anime, nel quale la nazionale di calcio giovanile del Giappone riusciva a salire sul tetto del mondo. E i presupposti sembravano esserci dopo il doppio vantaggio in avvio di ripresa con i gol Haraguchi e Inui. I nipponici hanno però patito il ritorno in partita dei diavoli rossi che dopo aver trovato il pareggio con due colpi di testa, hanno ultimato la rimonta segnando il gol vittoria con un contropiede letale al 94’.

Le lacrime e la cocente delusione visibile sui volti dei calciatori del Sol levante hanno costituito uno dei drammi sportivi più intensi di questa edizione dei mondiali. Il Giappone ha perso sul campo la possibilità di proseguire la propria avventura in Russia ma ha vinto il cuore e il rispetto delle persone. Prima di lasciare lo stadio di Rostov, lo staff e i giocatori hanno infatti pulito il proprio spogliatoio lasciando anche un cartello con su scritto “spasibo” (grazie, in lingua russa); un gesto straordinario di grande civiltà e rispetto impossibile da non apprezzare. Un esempio che come già accaduto nelle partite precedenti era stato seguito anche dai tifosi, i quali si erano distinti per aver ripulito gli spalti dello stadio da rifiuti e cartacce (stessa cosa eseguita anche dai tifosi del Senegal, ndr).

[corriere.it]

In una competizione che accoglie culture e tradizioni di ogni genere, il comportamento e l’attitudine del Giappone anche di fronte alla sconfitta hanno trovato una grande corrispondenza nella sensibilità dei popoli di tutto il mondo.

Anche in uno sport nel quale non spiccano per palmarès e successi sul campo, i giapponesi hanno espresso l’ennesima dimostrazione di come da loro c’è sempre qualcosa da imparare.

Giuseppe Forte