Arriva ReplyAsap, l’app che obbliga a rispondere alle chiamate dei genitori

Che l’estate ormai sia quasi pronta a salutarci non è più un mistero. Questa volta però pare che ad accompagnarla all’uscio della porta siano stati propri i genitori e i mille tormenti e pensieri che ogni giorno li affliggono sui propri figli. Dove si sarà cacciato? Perché non è ancora rientrato? Ah ma vedrai questa volta mi sente! Sia chiaro questa casa non è un albergo, quando andrai via sarai libero di fare ciò che ti pare ma fino ad allora non se ne parla! Ma perché poi non rispondi mai al cellulare?

Domande, dubbi, ansie e pensieri che se per noi figli sembrano anche un po’ eccessivi, i nostri genitori sono pronti anche in questo caso a saperci bacchettare con un bel “poi vedrete quando anche voi sarete genitori e ci darete ragione”. Sarà vero? Nel frattempo, tutto ciò non sembra far trasparire neppure l’ombra del minimo dubbio. Ebbene però purtroppo questo stato di pace dei sensi e di tranquillità suonata a fior di sonnellini a (quanti erano?) sette cuscini sta per svanire.

A quanto pare un tal Nick Herbert, originario del West Wickham, a sud-est di Londra e padre del 13enne Ben ha deciso di ideare un’applicazione con l’obiettivo di dar eco alle esigenze dei genitori e soprattutto di obbligare noi figli, una volta per tutte, a rispondere alle chiamate. La novità in questione si chiama infatti ReplyAsap ed è una semplice e pratica applicazione che una volta avviata si assicurerà che il destinatario risponda fino a tormentarlo. Non sarà mica stregoneria? Purtroppo no, perché l’applicazione pare abbia deciso di metter in pratica dei rimedi forti, arrivando addirittura a bloccare il dispositivo e a far in modo che si attivi di conseguenza un allarme che non si fermerà fino a quando il proprietario dello smartphone non si deciderà a rispondere, riservandosi poi un asso nella manica di tutto rispetto che consiste nell’inviare anche una notifica che avvisa l’interessato, dall’altro capo del telefono, che il messaggio o la chiamata sia stato visualizzato.

Un bel grattacapo per gli adolescenti e la fine di un incubo per i genitori. Contro chi ha giustamente sottolineato l’eccessiva intrusione del metodo, Herbert controbatte sottolineando i possibili vantaggi dell’applicazione che andrebbe ad incentivare la comunicazione tra genitori e figli, portando così ad un miglioramento delle relative relazioni. Persino suo figlio Ben pare si sia lasciato convincere, tanto da affiancare il padre durante il periodo di sviluppo dell’applicazione durato ben 8 mesi, durante i quali, almeno a detta del padre, il figlio ne avrebbe compreso l’utilità.

Per i più grandicelli (se state pensando di potervela svignare con la scusa dell’essere ormai troppo over, maturi e responsabili per rimedi simili vi sbagliate), che appartengono al gruppo di coloro che hanno ormai sposato la modalità “silenzioso” o peggio, dimenticate addirittura di avere un cellulare, questa app potrebbe servirvi per ricordarvi di non ignorare messaggi o avvisi importanti. Un utilizzo un po’ più easy, ma comunque da non sottovalutare.

L’applicazione per ora è disponibile nel solo Regno Unito e per i soli dispositivi Android ad un prezzo che varia a seconda degli utenti collegati (si oscilla da poco più che un euro per un solo utente e circa 15 euro per 20). Per i cari possessori del “melafonino” anche per voi vale quanto detto sopra. Se pensavate di averla scampata vi sbagliate perché il caro Herbert sta provvedendo a risolvere questo intoppo. Del resto il giovane figlio Ben ha pur sempre un iPhone quindi occorre rimediare.

Erminia Lorito