Se pensavamo di conoscere tutto sul sistema respiratorio, di certo sbagliavamo di grosso. Una nuova scoperta, infatti, sconvolge le più comuni conoscenze scientifiche di ciascuno di noi: i polmoni producono piastrine.
La maggior parte di noi, forse potremmo dire tutti senza sbagliare di molto, conosce di certo tanto l’aspetto quanto le funzioni attribuite a due degli organi più importanti del corpo umano: i polmoni. Che essi servano per respirare è materia nota da tempo, da prima che la Scienza potesse essere chiamata tale con cognizione di fatto, tanto che potremmo definirla una delle poche certezze che abbiamo.
Proprio quando ci si arrendeva all’idea che non potessero più sorprenderci, degli studi condotti nel topo hanno rivelato una novità inaspettata: i polmoni, oltre a respirare, contribuiscono in maniera sostanziale a produrre le piastrine, corpuscoli privi di nucleo contenuti nel sangue coinvolti nel fenomeno dell’emostasi.
Non ricordate di che si tratta? In breve, quando ci si ferisce ed un vaso sanguigno viene in qualche modo rotto, il sangue fuoriesce. Le piastrine in esso contenute sono dotate di una proprietà eccezionale, ossia quella di aderire ai tessuti circostanti ed aggregarsi tra loro fino a formare, con un processo molto complesso, un vero e proprio “tappo” che impedirà l’ulteriore fuoriuscita di sangue e chiuderà provvisoriamente la piccola ferita. Considerato il ruolo fondamentale delle piastrinVa da sé che problematiche nella produzione di piastrine originano malattie anche abbastanza invalidanti, note come piastrinopenie, che tra i vari sintomi riportano, nei casi più gravi, ricorrenti ed improvvise emorragie.
Le piastrine sono quanto deriva dalla frammentazione di particolari cellule, i megacariociti che, secondo quanto si sapeva fino ad ora, si credeva risiedessero nel midollo osseo. Si tratta di cellule talmente grandi da non poter entrare nel circolo sanguigno, non prima di aver ridotto le proprie dimensioni frammentandosi e producendo, così, diverse centinaia di piastrine.
La scoperta.
Cosa c’entrano i polmoni con tutta questa storia? Lo ha spiegato il team di ricercatori della University of California-San Francisco, coordinato da Mark Looney, nel lavoro pubblicato su Nature.
Come tutte le grandi scoperte, anche questa è avvenuta un po’ per caso. I nostri, infatti, si stavano occupando di studiare come il sistema immunitario è in grado di interagire con le piastrine all’interno della fitta rete di vasi sanguigni che irrora, per l’appunto, i polmoni. Uno studio complesso come questo deve essere necessariamente condotto su animali, gli unici che hanno un vero e proprio sistema immunitario, ragion per cui, gli studi in corso erano condotti su alcuni topi.
Tuttavia, anziché trovare ciò che stavano cercando, si sono imbattuti in qualcosa di inaspettato: i polmoni sembravano contenere un numero insolitamente elevato di megacariociti nel sangue e questi, a loro volta, erano in grado di produrre l’impressionante numero di 10 milioni di piastrine per ora. Non un caso isolato, dunque, quanto qualcosa di più sistematico, un simile ritmo di produzione, infatti, suggerisce che i polmoni possano essere responsabili della maturazione di più della metà delle piastrine totali del nostro corpo.
Nel corso dei successivi studi, il gruppo di Looney ha avuto modo di dimostrare che all’interno dei polmoni risiede una popolazione di cellule progenitrici dei corpuscoli del sangue e che quindi i polmoni non rappresentano solo un luogo di produzione delle piastrine, ma anche una sorta di “rifugio” di queste cellule così importanti, in grado di migrare fino al midollo ossero, quando danneggiato, e aiutarlo a riprendere la propria funzione di maturazione delle cellule del sangue.
Sebbene gli studi siano stati condotti nel topo, la forte analogia esistente tra topo e uomo, tanto a livello genetico quanto fisiologico, suggerisce fortemente che quanto descritto accada anche all’interno dell’uomo. Qualora tutto ciò fosse confermato, ci troveremmo di fronte a numerose implicazioni, sia nell’ambito della cura delle malattie del sangue, sia per quel che concerne la materia dei trapianti.
Fumare una sigaretta potrebbe non più voler dire danneggiare una sola funzione del nostro corpo, bensì due, completamente diverse, ma entrambe con sede all’interno dei polmoni.