Pokemon! 20 anni e non sentirli!

Il 2016 è una data molto importante per uno dei marchi giapponesi più famosi fra i giovanissimi. Chi è nato negli anni ’90 avrà sicuramente sentito parlare dei Pokemon, i mostriciattoli che devono essere allevati per combattere e vincere in ogni battaglia. E’ ancora intenso il desiderio di diventare il Campione anche a distanza di 20 anni? Ebbene si: quest’anno i Pokemon compiono oggi ben 20 anni! Vi sentite vecchi?

Come è nata questa storia? Chi ha avuto l’idea di creare questi mostri immaginari che hanno spopolato fra le diverse generazioni? Che cosa è saltato nella mente del loro creatore quando ha detto “Pokemon”? E soprattutto che cosa ha spinto i consumatori ad acquistare questi videogiochi? Stando ai numeri, nel 2016 si è raggiunto il picco di ben 275 milioni di videogiochi in tutto il mondo!

I Pokemon sono nati nel 1996 in Giappone. Qui la collezione di insetti è hobby frequente fra i bambini. E’ stato proprio questo passatempo ad appassionare un giovane di nome Satoshi Tajiri (battezzato dai coetanei Dr. Bug, Dottor Insetto, per la sua passione) che, memore delle sue esperienze dell’infanzia, ha avuto l’idea di creare “mostri tascabili” (infatti, l’origine della parola Pokemon deriva dall’abbreviazione giapponese di poketto monsuta aka, l’equivalente inglese di pocket monsters).

Satoshi Tajiri aveva inoltre fondato la software house Game Freak nel 1989. Grazie a questo notevole appoggio, Satoshi è riuscito a concretizzare la sua idea in un videogioco il cui scopo era di allevare i Pokemon, gli “animali tascabili”, per dopo combattere con gli amici. L’idea si concretizza in modo ufficiale nel 27 febbraio 1996 quando vengono realizzati i primi videogiochi per Game Boy in Giappone, arrivati in Italia nel 30 settembre 1998.

Nei primi videogiochi si poteva disporre di ben 151 specie differenti di Pokemon  che potevano essere scambiati con altri giocatori o fatti evolvere per incrementare la loro potenza. La creazione di Satoshi ha previsto, nel disegno originale, di creare un gioco di lotta fra questi animali senza che si potesse sfociare in esplicita violenza: in effetti, negli scontri, i Pokemon non sanguinano e non muoiono, ma esauriscono solo le proprie forze.

Sono state ideate, quasi ogni anno, nuove serie di videogiochi e spin-off per un totale di 15 giochi della serie principale, includendo i remake, e più di 30 spin-off per le piattaforme portatili della Nintendo (Game Boy Advance e SP, Nintendo DS e i moderni nintendo 3DS e 2DS). Senza aggiungere le novità tecnologiche del Pokemon Go in programma per quest’anno!

Il successo dei videogiochi ha condotto anche alla realizzazione di cartoni animati (a partire dal 1997 in Giappone e dal 2000 in Italia). Inutile spendere parole sulla vicenda del protagonista dei famosi cartoni animati Ash Ketchum che sogna di diventare il campione di Pokemon, nonostante i suoi innumerevoli fallimenti… Questo forse non bisognava dirlo… Oltre all’anime e ai videogiochi hanno avuto anche il loro momento d’oro i filmle carte da gioco collezionabili che continuando ad essere edite anche ora che si è giunti a contare ben più di 700 specie diverse! 20 anni di Pokemon includono anche la creazione di innumerevoli siti web, parchi tematici, sponsor e tornei di carte e ben 20 film, l’ultimo dei quali uscirà in Giappone nel luglio 2016.

In occasione del 20° anniversario, lo slogan del franchise giapponese è diventato “l’allenamento non finisce mai“.

Ma in 20 anni i Pokemon hanno consolato solo i vizi dei bambini e le passioni degli adolescenti? In realtà, i Pokemon non sono piaciuti a tutti e sono stati soggetti a censure e giudizi spesso molto spiacevoli.

Il primo caso risale al tempo del 38° episodio della serie animata (il 16 dicembre 1997) che è stato censurato in tutto il mondo perché ha casato in Giappone ben 700 casi di epilessia! Il fenomeno ha avuto anche un forte impatto mediatico tanto da essere chiamato “Pokemon Panic” o “Pokemon shock” a causa delle intermittenze luminose troppe veloci dei fotogrammi. Un “tributo” a questo episodio è stato rappresentato nella puntata dei Simpson in cui la famiglia parte per il paese del Sol Levante.

Un secondo caso di censura si è registrato nell’episodio intitolato “Viaggio ad Acapulco” nel quale veniva mostrato James, membro, sottolineo, uomo, del Team Rocket, l’antagonista nella storia, travestito da donna maggiorata in bikini.

In occasione del massacro del Columbine high school nel Colorado (ma con evidenti riferimenti a fenomeni affini negli Stati Uniti), le emittenti televisive hanno deciso di censurare l’episodio nel quale il proprietario di una radura selvaggia, chiamata Zona Safari nei giochi e in TV, ha puntato contro i protagonisti un fucile pensando fossero dei lestofanti.

Infine, a partire dal 2001 è stato censurato l’episodio “Le creature marine” in cui dei Pokemon che assomigliano a delle gigantesche meduse distruggono dei grattacieli: è ovvia l’allusione fatta, a posteriori, con l’attentato delle Torri Gemelle.

Oltre alle censure, i Pokemon, nella loro ventennale storia, sono stati soggetti anche ad aspre critiche: addirittura molti hanno accusato che i Pokemon avessero avuto origine satanica! Come fareste a dirlo di un faccino così?

Eppure questo topastro giallo di nome Pikachu e i suoi amichetti colorati non sono piaciuti ad alcuni avvocati statunitensi e fanatici. Primo fra tutti i denigratori è Uri Geller, un mago che è in grado di piegare cucchiai con la forza del pensiero, che ha accusato di essere stato parodiato per mezzo di un Pokemon con i suoi stessi poteri! In effetti, la somiglianza del nome giapponese del Pokemon – Yungerer reso in italiano e in altre lingue con Kadabra per affinità con la formula magica con quella del mago non è minimale…

C’è di più: nei videogiochi Pokemon è possibile svagarsi al casinò con il proprio personaggio. Un gruppo di genitori ha citato in giudizio la casa produttrice perché istigava al gioco d’azzardo: infatti – forse gli assidui giocatori lo avranno notato – nei giochi della serie principale le slot machine dei casinò sono state lentamente sostituite da giochi simili a “Campo Minato” fino a sparire del tutto nelle ultime versioni!

Dopo l’uscita  del primo film Pokemon nel 1999, Burger King aveva inserito nei pranzi per bambini dei giocattoli promozionali dentro delle Poke Ball, le sfere che servono per catturare i Pokemon, in omaggio. Dopo la morte di una bambina, soffocata da un pupazzetto, i suoi genitori hanno redatto un sito web intitolato “Pokemon kills” (“Omicidi Pokemon”).

Non è passata inosservata, negli anni, nemmeno la terrificante sindrome di Lavandonia, una “malattia” che, secondo i più, ha spinto i bambini al suicidio ascoltando il sottofondo musicale molto fastidioso di una città infestata dagli spettri!

Altri fanatici, all’inizio della ventennale storia dei Pokemon, hanno accusato i giochi di violenza sugli animali (anche se, negli intenti del creatore, si voleva creare un gioco di competizione ma non violento senza morti o spargimenti di sangue). Inoltre, i Pokemon hanno la prerogativa di evolversi e i più bigotti hanno sostenuto che incoraggiassero l’evoluzionismo, altri il paganesimo, alla luce della pratica di arti marziali, del controllo delle creature attraverso dei talismani (le cosiddette medaglie che l’allenatore deve ottenere per proseguire la storia), dei poteri psichici che deriverebbero da forze oscure, inaccessibili all’uomo comune, e molto altro ancora!

E’ stata mossa addirittura l’accusa di razzismo rivolta al modo di vestirsi di alcucni personaggi e Pokemon: questi ricorderebbero la figura della “mammy” afroamericana, vestita con sottane larghe e grembiule da cucina. Avete presente le classiche casalinghe degli sceneggiati USA buone di cuore, spesso sovrappeso alla “Big Mama”?

Vent’anni e non sentirli (forse perché i personaggi non invecchiano mai). Pikachu oggi spegne 20 candeline! Fategli gli auguri! Pokemon: l’allenamento continua!