OG Music: il futuro della musica per gli artisti emergenti è qui

Un nuovo modo di fare musica è finalmente arrivato: OG Music. Si tratta di una piattaforma che promette di stravolgere il music business. OG Music è il primo marketplace per i diritti musicali in Italia che permette agli artisti emergenti di finanziare i propri progetti grazie ad investimenti da parte dei loro fan o di investitori terzi.

La piattaforma collega artisti musicali, etichette discografiche, editori e altri aventi diritto con investitori interessati all’acquisto di una quota del futuro reddito da royalty generato da quelle proprietà intellettuali musicali. OG premia così i musicisti e i loro veri fan. Gli artisti possono monetizzare la propria produzione attraverso l’interazione con la community, mentre i fan possono diventare co-proprietari delle canzoni, contribuendo così al successo dei loro artisti preferiti, e guadagnare royalties in base al numero di ascolti ed alla notorietà che i brani in cui hanno investito raggiungono.

Per capirci meglio qualcosa abbiamo intervistato Federico Fundarò, che insieme ad Edoardo Tamburi, hanno realizzato questo progetto. Per il lancio della piattaforma è stato pubblicato l’album OG Sessions, realizzato da giovani artisti emergenti che si sono ritirati per una full immersion musicale di quattro giorni in una casa nel cuore del Veneto. Il risultato è stato a dir poco strabiliante: in quei giorni sono state create e incise la bellezza di 9 tracce con la collaborazione di Shori, Nordovest, Peter, See Maw, Caro Wow, Made, Flykush, Hoodyskim, Sire_Paso, GLF’s, Alex Kristi e Sofia Sole, con la quale abbiamo fatto quattro chiacchiere nella seconda parte di questa intervista. Non perdetevi dunque questa intervista in cui vi sveliamo quello che potrebbe diventare il nuovo futuro della musica italiana emergente.

Come funziona nello specifico la piattaforma?

È una piattaforma per i diritti musicali e noi facciamo incontrare artisti, producer e fan tramite un investimento. In modo più tecnico, un qualsiasi utente arrivando sulla piattaforma può acquistare una quota di diritto musicale e investire nel potenziale successo di uno dei suoi artisti preferiti.

Se domani decido di investire su un artista, c’è una cifra minima o posso scegliere liberamente quanto investire?

La cifra minima che si può investire su un progetto è la cifra simbolica di 20 euro che rappresenta una cifra che è abbastanza importante per rappresentare un investimento ma è un qualcosa che può anche essere identificato come uno sforzo più benefico nei confronti dell’artista. In termini invece di valutazione delle singole canzoni, ovviamente quelli possono variare. Noi possiamo vendere pacchetti da 100 euro, 1000, 50 000 etc.

L’artista può vedere chi ha donato e quanto ha donato?

L’artista non sa esattamente chi sono coloro che sono andati a investire nel suo progetto, sa quanti sono. Ovviamente lo sforzo di questo investimento, secondo la legge del Listen and earn, dovrebbe anche portare ad un effetto promozionale importante perché più utenti/ persone hanno un interessamento diretto in un brano, più ovviamente dovrebbe esserci uno sforzo promozionale per diffondere lo stesso. Se io son l’investitore di un artista e ho delle percentuali dei suoi brani, ovviamente sono contento e voglio che questo vada bene e dunque mi sforzo per promuoverlo. Teoricamente l’artista dovrebbe vedere questa dinamica d’impatto anche sui suoi stream, sulle sue visualizzazioni e sul numero di persone che lo seguono a tutto tondo.

Come nasce l’idea?

L’idea nasce da un voler partecipare al mondo della musica che io e il mio socio Edoardo abbiamo sempre molto apprezzato. E nasce dal fatto che abbiamo identificato circa un anno e mezzo fa questo gap, questa lacuna nel mondo musicale ovvero che con l’avvento di Spotify e dello stream, per qualsiasi persona diventa molto più facile la pubblicazione dei brani e quindi abbiamo una quantità di artisti che escono sulle piattaforme molto importante però hanno difficoltà ad avere visibilità e a monetizzare sulla propria musica, rendendo la propria passione un lavoro vero e proprio. Tanti artisti devono comunque avere un secondo o terzo lavoro per potersi permettere di fare musica, per poter pubblicare e creare brani nuovi, senza poi avere un effettivo ritorno in parte a causa della situazione odierna della musica.

Quindi, secondo voi, è questo il futuro della musica?

Sicuramente può essere un futuro, bisogna vedere come viene identificato all’interno del mondo musicale, che è un mondo abbastanza tradizionale e restio, però abbiamo visto che comunque nonostante ci fosse una forza maggiore che cercasse di non portare Spotify ad un livello alto, oggi è la piattaforma di eccellenza per la musica e lo streaming è diventato ovviamente la chiave della musica. Sicuramente ci sono state in passato delle società che hanno proposto il loro modello sul mercato e noi pensiamo che questa possa essere un’idea valida

Attualmente però è disponibile solo in Italia?

Esattamente, attualmente ci concentriamo sul panorama italiano e artisti italiani.

Passiamo ora alla chiacchierata con Sofia Sole, la giovane artista che ha partecipato a questo progetto e ci ha raccontato i retroscena dell’album OG Sessions. Abbiamo voluto sentire il parere di un’artista emergente per capire come OG Music possa aiutare i giovani a realizzare il proprio sogno di fare musica.

Per il lancio della piattaforma è stato pubblicato l’album OG Sessions, realizzato dalla collaborazione di 15 artisti della nuova scena in ritiro musicale. come sono andati questi 4 giorni?

Siamo andati là non conoscendo nessuno. Mi ha chiamato Federico, che io conosco da un po’ di tempo, dicendomi che aveva organizzato questa iniziativa di andare in una casa in Veneto per quattro giorni con altri artisti ma non era molto chiaro quello che stessimo per fare. Credo sia stato un po’ anche un esperimento sociale: stare in casa con degli sconosciuti nel bel pezzo del Veneto, diciamo che è una cosa un po’ particolare. È stato bellissimo perché siamo tutti artisti che facciamo generi diversi, c’erano produttori, musicisti, cantanti, c’era chi scriveva, chi faceva rap, io faccio pop. Quindi c’è stato un dialogo bellissimo e c’è stata come se fosse una minestra di musica ai massimi livelli. È stato molto bello. Io ho partecipato a tre progetti e sono stati davvero bellissimi.

Qual è la traccia di questo progetto cui sei più legata?

“Schiena contro schiena” che è anche la main track dell’album che era una canzone che avevo già scritto tempo fa in cameretta. Ho conosciuto Shori e Peter, gli ho fatto sentire la canzone e abbiamo pensato che sarebbe stato più bello che fosse stato un duetto o, meglio, in tre. È una canzone che parla della paura dell’amore, cosa che mi appartiene tantissimo, e loro mi hanno protetto; ci sono le loro barre in cui cercano di farmi capire che non bisogna avere paura dell’amore e cercando di convincermi di fidarmi di qualcuno.

In quanto artista emergente cosa pensi di questa piattaforma? Può funzionare?

Credo che sia una cosa che può funzionare e soprattutto fatta bene. Devo dire che sia Federico che Edoardo sono super talentuosi e sanno quello che stanno facendo, nonostante la giovane età. Il mondo emergente non è facile, in Italia soprattutto siamo in metà di mille e il fatto che ci sia qualcuno che ci creda e che metta i fondi per produrre canzoni che costano tanto, è davvero bello. Loro riescono a dare una mano per monetizzare, che è importante. Con questa piattaforma ci può essere un cambio di questa industria.

E tu come ti sei avvicinata al mondo della musica?

Io nel mondo della musica ci sono ormai da un po’ di anni da quando avevo 15 anni che ho iniziato a cantare. Poi mi sono trasferita a Los Angeles per un po’ di mesi perché ho imparato a scrivere e a fare musica house. Poi mi sono spostata da questo mondo e ho iniziato a scrivere pezzi più pop e malinconici.  Sono legata alla musica da sempre, ho imparato a suonare chitarra e pianoforte da sempre. È stato proprio una cosa che mi appartiene da quando sono piccola.

Riguardo i tuoi progetti futuri uscirà qualcosa in collaborazione con la piattaforma?

Stiamo ancora capendo se e come lanciare i progetti solisti. Da gennaio però ci saranno sicuramente delle nuove uscite.

 

Eleonora Corso