Molto più di un romanzo rosa: Io prima di te di Jojo Moyes

Quando le parole non bastano per esprimere l’universo di sentimenti che vivono dentro ognuno di noi, ecco che arriva Jojo Moyes, scrittrice e giornalista londinese, che nel 2014 ha conquistato il cuore dei lettori con Me before you-Io prima di te.

 

«Okay. Come trascorre il suo tempo Louisa Clark se non guarda i film?Oh diamine la sua vita privata non sarà mica un segreto di stato ,no?»

«Non so..dissi. Vado a bere qualcosa al pub. Guardo la TV. Vado a vedere il mio ragazzo che corre. Niente di speciale.»

«Va a vedere il suo ragazzo che corre»

«Si.»

«Ma lei non corre…»

«No.»

«Hobby, viaggi, poste dove le piacerebbe andare?»

Somigliava sempre più al mio vecchio consulente scolastico per l’orientamento.

«E che cosa vuole?»

«In che senso? Dalla vita?»

«In generale. Non le sto chiedendo di psicanalizzarsi, sto semplicemente chiedendo cosa vuole. Sposarsi? Sfornare qualche marmocchio? Aspirare a una carriera? Girare il mondo?»

«Non so non ci ho mai pensato veramente»

158 sono i passi tra la fermata del bus e casa sua percorsi ogni giorno; 7 gli anni di fidanzamento con Patrick, di cui sa di non essere innamorata; uno  il lavoro che ha fatto nella sua vita; 26 gli anni di esistenza di Louisa Clark trascorsi unicamente e pigramente nel suo paesino natio. Lou non nutre troppe ambizioni ed è bastevolmente contenta della sua vita e perché pensa di avere ciò che le basta per essere felice; lavoricchia per mantenersi, ha un fidanzato con cui ha una relazione stabile e che attende solo di essere coronata da un matrimonio, una sorella che le ha regalato un nipotino e dei genitori strampalati ma che le vogliono bene. Quando si ritrova definitivamente disoccupata, la sua routine cade fragorosamente in mille pezzi. Il bisogno di avere un lavoro con cui mantenersi senza pesare sulle spalle del fidanzato e dei genitori la spinge ad accettare un lavoro da badante di un ricco tetraplegico rimasto paralizzato seguito di un incidente.

“La cosa curiosa dell’essere catapultati in una vita completamente nuova, o almeno sospinti così forte contro quella di qualcun altro da ritrovarti con il viso schiacciato contro la sua finestra, è che sei costretto a rivedere l’idea di te stesso. O di come potresti apparire agli occhi degli altri″

 Uno dei temi principali in questo romanzo è proprio il cambiamento: se è vero che siamo in continuo divenire, che ‘tutto scorre’, Lou sembra non aver coraggio di fare delle scelte che la possano farla uscire dalla sua ‘comfort zone’ per cullarsi nella sua rassicurante routine fino a convincersi di essere felice così.

Will Trainor è una persona ruvida, cupa, arrabbiata con quel mondo che da un giorno all’altro non è più stato in grado di affrontare, inchiodato in una dannata carrozzina e costretto ad essere accudito come un neonato. La sua giornata trascorre vuota, seduto sulla sua carrozzina davanti alla finestra. Troppi badanti si sono già licenziati, provati dal duro lavoro e dalla totale indisponenza di Will.

Lui, uomo di mondo, donnaiolo, amante del rischio e degli sport estremi e instancabile viaggiatore non avrebbe mai pensato che il destino gli giocasse questo inesorabile scherzo. Mai avrebbe tollerato di far provare agli altri pena per lui, ma era proprio questo ciò che leggeva nelle persone che un tempo lo amavano e lo stimavano.  Per lui era sempre stato tutto bianco o tutto nero, bello o brutto, cattivo o buono, odio o…amore.

«Lei sa che cos’è un tetraplegico?»

Vacillai. «Quando… sei inchiodato su una sedia a rotelle?»

«Suppongo che si possa dire anche così.»

Moyes racconta la routine di Louisa con una naturalezza quasi brutale: Will dev’essere imboccato,lavato, vestito, accudito, curato nei momenti in cui il suo corpo debole veniva soppraffato dal dolore e in qualsiasi normale attività della vita quotidiana, sotto gli occhi imbarazzati e carichi di compassione di chi si deve occupare di lui.

Ma con Lou è diverso; il fastidio e la rabbia si tramutano pian piano in complicità, piccoli attimi di tenerezza, ironia pungente che crea un piacevole botta e risposta in grado di alleggerire lo scorrere dei giorni e delle pagine del lettore. Louisa entra a far parte della vita di Will con tutta la sua ingenuità, i suoi modi impacciati, la sua sbadataggine, il suo abbigliamento stravagante, e la sua apparente apatia verso il mondo che la stava attendendo là fuori. Lo stesso mondo strappato brutalmente a quell’uomo che non riesce a farsene una ragione.

Will incarna i grandi cambiamenti della vita a cui non possiamo mai essere preparati; quando crediamo di avere la nostra vita in pugno e di poterne fare quel che vogliamo, ogni nostra certezza può essere spazzata via in un attimo fino ad arrivare a domandarsi se e per chi o per cosa valga ancora la pena lottare e vivere.

Il cambiamento può essere accettato…o tramutarsi in un terribile mostro.

″Sorrise come se mi avesse trovato divertente. Può sembrare un po’ triste, ma i sorrisi di Will erano talmente rari che suscitarne uno mi faceva sentire quasi ebbra di orgoglio. “

Forse non tutti conoscono Dignitas: è un’associazione legale per il suicidio assistito, per i pazienti con gravi malattie fisiche o psicologiche che ha sede a Zurigo. Un luogo per le anime stanche di ‘sopravvivere’ alla vita…Ed è esattamente lì che Will vuole dire addio alla sua esistenza, ormai inutile. La vera lotta contro il tempo e contro sé stessa sarà quella di Lou, ostinata a voler dare un senso alla vita di quell’uomo, che come nessuno mai, aveva dato finalmente un senso alla sua; aveva saputo toccare le corde più profonde del suo essere, mettendola di fonte a sé stessa e alle sue paure. Moyes tira in ballo un tema che dalla notte dei tempi è motivo di dibattito tra filosofi e teologi, ossia il libero arbitrio.

E’ giusto fermarlo,proibirglielo? Ma se è vero che la nostra libertà finisce dove comincia quella di un altro individuo, chi siamo noi per decidere cosa è giusto o sbagliato?Will che vita può dare a Louisa Clarck, completamente paralizzato per il resto dei loro giorni? Togliersi la vita è un profondo atto d’amore o una vigliaccheria?

La scrittrice  in un’intervista  racconta di essere rimasta profondamente dalla tragica storia del presidente Daniel James, il quale aveva deciso di recarsi nella clinica svizzera, accompagnato dai genitori, per dire addio alla sua vita, causa di infelicità, depressione, sofferenza fisica e apatia; da questa notizia e dalla disabilità della zia della scrittrice,vissuta sulla sua pelle, ha deciso di dar vita a questo romanzo.

Il successo del libro seguito dal caso cinematografico Me before You, a settembre nelle sale italiane, ha puntato i riflettori sul messaggio che la scrittrice avrebbe fatto trapelare al pubblico scegliendo per Will un epilogo drammatico, visto come un incitazione  alla morte.

L’associazione americana “Not Dead Yet” (“Non ancora morti”), che combatte contro l’eutanasia dei disabili, ha affermato che: “Il messaggio lanciato dal film è terribile. Vogliono farci credere che la disabilità sia una tragedia e che i disabili stiano meglio solo da morti. L’autrice del libro Jojo Moyes ha ammesso di non sapere niente sulla tetraplegia, eppure la sua ignoranza le ha permesso di promuovere l’idea che i disabili stiano meglio solo sotto terra, come se fossero solo un peso la cui scelta migliore sia suicidarsi. Né un suicidio né un luogo come Dignitas dovrebbero essere rappresentati come nobili.”

I lettori e molti altri pazienti affetti da tetraplegia sono invece stati grati a questo libro perché ha saputo far conoscere da vicino questa grave forma di paralisi di cui si parla molto poco, grazie ad un romanzo facilmente accessibile a chiunque.

La lettera di Will con cui si conclude il romanzo è un vero e proprio elogio alla vita,da viversi con la V maiuscola; regalando a Lou la sicurezza in sé stessa e nelle sue potenzialità per prendere in mano la sua vita e volare lontana con le sue ali, le stesse che a lui erano state spezzate, la vita di Will avrebbe finalmente avuto un senso,un continuum; perché si sa, la vita è un cerchio.

«Per qualche tempo ti sentirai a disagio nel tuo nuovo mondo. Ci si sente sempre disorientati quando si viene sbalzati fuori dal proprio angolino rassicurante. Ma spero anche che tu sia elettrizzata.Il tuo viso quando sei tornata dall’immersione mi ha detto tutto: c’è fame in te, Clarck. C’è audacia. L’hai soltanto sepolta,come fa gran parte della gente. Metticela Tutta. Non adagiarti. Indossa quelle calze a righe con orgoglio…sei scolpita nel mio cuore, Clarck , fin dal primo giorno in cui sei arrivata con i tuoi abiti ridicoli, le tue terribili battute e la tua totale incapacità di nascondere ogni sentimento. Vivi bene. Semplicemente Vivi. Con amore, Will»

Moyes ha regalato al mondo un romanzo carico di responsabilità, affrontando tematiche dure e pesanti con una naturale leggerezza che vi lascerà traboccanti di emozioni dalla prima all’ultima pagina.

Ma le sorprese non sono finite: “Io dopo di te”, il sequel che è uscito nelle librerie da qualche mese, vi farà  scoprire che anche quando tutto sempre perduto, la vita regala sempre una seconda chance.

Aspettando Me before you al cinema dai 1 settembre-il trailer ufficiale!

http:/https://www.youtube.com/watch?v=LY4I0TXv8aA

Lucrezia Vardanega