Il mito della Route 66

Il road trip è sicuramente uno dei momenti più belli della vita di una persona. Lo si deve affrontare, almeno una volta nella vita, perché questo è formativo, un grande momento di riflessione che ci permette, chilometro dopo chilometro di riflettere sulla nostra esistenza. “Chi siamo e dove stiamo andando?”

Quando si parla di road trip non c’è posto migliore della leggendaria Route 66 che è sicuramente la strada americana più famosa al mondo; a renderla così celebre hanno sicuramente aiutato i numerosi libri che narrano appunto di questa strada ed i molti film di Hollywood. Da questi si è venuto a creare un vero e proprio mito, che almeno nell’immaginario collettivo non sembra destinato ad esaurirsi, nonostante il passare del tempo. Ogni anno sono milioni le persone che percorrono  questa strada, che non è solo un percorso, ma spesso risulta essere la meta stessa.

Per conoscere meglio la Route 66 occorre andare indietro fino ai primi anni del ventesimo secolo dove l’America era percorsa da una rete stradale malmessa e disorganizzata che variava notevolmente da Stato a Stato, per questo già dal 1924 si iniziò a pensare ad un sistema che potesse riorganizzare le strade esistenti per renderle più coerenti con le crescenti necessità di una nazione che si scopriva sempre più in movimento.

Di pari passo alla costruzione di nuove strade si dovette trovare un sistema per denominarle ed ecco quindi che l’11 novembre del 1926 il nome Route 66 venne approvato ufficialmente del Bureau of Public Roads.
È durante gli anni della Grande Depressione che la strada inizia a conoscere la sua fama, perché diventa una delle vie di comunicazione più usate da coloro che si spostavano verso ovest in cerca di fortuna. Lungo il tragitto della Route 66 si incrociavano quindi numerose storie ed esperienze che furono raccontate e rese immortali da John Steinbeck nel romanzo Furore, uno dei suoi più grandi successi. Proprio a Steinbeck si deve il soprannome più conosciuto della Route 66 che fu ribattezzata Mother Road, un nome che per molti rappresentava quello che cercavano percorrendola: sicurezza e speranza. Durante la Seconda Guerra Mondiale la strada divenne sempre più utilizzata a causa delle necessità militari degli Stati Uniti e il traffico si intensificò talmente tanto che per la prima volta a Washington si iniziò a pensare ad una soluzione che rendesse più agevoli gli spostamenti attraverso gli States.

Furono gli anni dell’immediato dopoguerra che sancirono definitivamente la fama della Mother Road, alla quale fu dedicata la canzone (Get your Kicks) ok Route 66, inizialmente interpretata da Bobby Troup e poi ripresa da numerosi artisti fra i quali Chuck Berry, i Rolling Stones e Nat King Cole. Sempre in questo periodo lungo il percorso nacquero e si svilupparono numerosi business quali motel, stazioni di servizio, drive in e trappole per turisti che fecero dell’illuminazione al neon il loro marchio di fabbrica che li rese e li rende immediatamente riconoscibili tutt’oggi. La notorietà della Route 66 fu confermata e ampliata perfino da una serie televisiva omonima che iniziò ad essere trasmessa agli inizi degli anni ’60.

Nonostante nella cultura popolare il mito continuasse a crescere verso la metà degli anni ’50 la Route 66 iniziò a conoscere un declino, culminato alla fine degli anni ’60, quando la costruzione delle Interstate a più corsie, che in molti casi correvano parallele alla “vecchia” strada, iniziò ad essere portata a termine. Queste grandi arterie di comunicazione si resero necessarie come detto per facilitare gli spostamenti di una nazione che si scopriva sempre più in fermento e soprattutto sempre più motorizzata.

Proprio quando la Route 66 si apprestava quindi a diventare solo uno sbiadito ricordo degli anni passati in molti si sono dati da fare per cercare di preservarla attraverso iniziative di ogni sorta e grazie al loro lavoro ancora oggi chiunque può continuare ad essere partecipe e protagonista della sua storia.

Anche se rimangono larghi tratti del tracciato originale oggi la Ruote 66, almeno ufficialmente, non esiste più. Su alcune cartine stradali infatti non la vedrete neanche indicata perché una nuova numerazione ha preso il posto di quella vecchia. Quello che era la Route 66 oggi è essenzialmente un mix discontinuo di manto stradale originale, successive modifiche, sovrapposizioni con le Interstate e tratti ormai ridotti a sentieri o del tutto abbandonati.

Non fatevi comunque scoraggiare da quanto detto perché localizzare il percorso della Mother Road non è un’impresa proibitiva ma alla portata di tutti e vi assicuriamo che vi potrà garantire grandi soddisfazioni. Più dell’ottanta percento del tracciato originale infatti è ancora facilmente percorribile e attraverso le guide che pubblicheremo cercheremo di fornirvi quante più informazioni possibili per aiutarvi a pianificare al meglio il vostro viaggio.

redazione