Le manie più segrete di scrittori e artisti

Di Silvia Vassallo  per Social Up!

Ognuno di noi ha amato i romanzi, i dipinti, le musiche o i film di tutti i grandi artisti che hanno fatto la storia della nostra cultura, quegli artisti che con le loro opere sono stati universalmente riconosciuti come geni creativi assoluti.  Se da una parte i vari capolavori ci hanno permesso di instaurare una sorta di legame invisibile con il mondo di questi maestri, dall’altra è curioso notare che in realtà poco sappiamo dell’uomo o della donna che si celano dietro il volto del genio. E sarebbe interessante scoprire quali siano i segreti inconfessabili del loro mestiere o le “grandi” esperienze che ispirano la loro immensa creatività..

..beh, dimenticatevi della musa ispiratrice o delle illuminazioni mistiche! Di stranezze riguardanti i personaggi più celebri se ne potrebbero già immaginare abbastanza da sé, ma adesso sarete ancora più sorpresi delle manie, delle stravaganze, dei rituali a dir poco bizzarri che accompagnano la loro quotidianità privata e professionale nella continua ricerca dell’ispirazione perfetta.

E a svelarci tutti questi aneddoti più curiosi ci ha pensato Mason Currey, giornalista americano e autore di un volume intitolato “Rituali quotidiani” (uscito nelle librerie italiane agli inizi del 2016), in cui vengono presentati 151 inaspettati ritratti di creativi geniali, colti nelle loro vesti di “creature abitudinarie”, da quando si alzano a quando vanno a dormire. E Mason Currey non ha risparmiato proprio nessuno!

I più grandi miti della letteratura, dell’arte, della filosofia, della musica e del cinema vengono descritti per quello che sono nella vita di tutti i giorni, fra vizi, capricci e fobie che ne mettono a nudo i lati più intimi ma anche divertenti. L’intento però non è quello di desacralizzare l’immagine dei nostri idoli: si tratta piuttosto di affievolire la tanto decantata leggenda del “genio e sregolatezza” per conoscerli sotto un’altra luce, più umana e più vicina a noi, “comuni mortali”.

Ma conosciamo meglio alcuni di loro!

Per cominciare, qualche dettaglio stravagante dal mondo della musica e dell’arte: il caffè di Beethoven doveva contenere esattamente sessanta chicchi, che venivano contati uno per uno, mentre Schubert rimaneva impegnato a comporre dalle sei del mattino all’una del pomeriggio, nonostante “al di fuori del suo lavoro non era capace a fare nulla”. Se Leonardo da Vinci non mollava mai il pennello dalle prime luci dell’alba fino a sera inoltrata, dimenticandosi persino di bere e mangiare, l’ipocondriaco Picasso seguiva un’alimentazione sanissima a base di verdura, pesce, budino di riso e uva. Andy Wahrol poi amava chiacchierare con le sue segretarie riguardo ai pettegolezzi sulle feste cui lui stesso partecipava.

Non meno bizzarre le abitudini dei grandi intellettuali: ad esempio la moglie di Sigmund Freud sceglieva per lui vestiti, fazzoletti, spalmandogli perfino il dentifricio sullo spazzolino, oppure il regime alimentare non proprio salutista di Jean-Paul Sartre prevedeva, nell’arco di 24 ore, due pacchetti di sigarette e diverse pipe di tabacco nero, più di un litro d’alcol, duecento milligrammi di anfetamine, barbiturici,caffè, tè e pasti copiosi.

Passiamo ora ai rituali di alcuni giganti della letteratura: Lev Tolstoj di mattina non rivolgeva mai la parola ai familiari e, dopo una colazione a base di due uova sode, si ritirava nel suo studio con una tazza di tè, per non uscirne prima delle cinque del pomeriggio. Anche la giornata dello scrittore statunitense Mark Twain iniziava in studio dopo un’abbondante colazione, ma il suo vero problema era l’insonnia: provò a curarla bevendo champagne, birra e scotch prima di andare a letto, ma alla fine scoprì che riusciva a prender sonno solo sdraiato sul pavimento del bagno. Ernest Hemingway invece riusciva ad alzarsi alle cinque mezzo del mattino, anche se prima aveva bevuto fino a tardi, e scriveva fino a quando non trovava un punto dove potersi fermare e ricominciare il giorno dopo.

Ossessionato dalla precisione era Marcel Proust, il quale raccontava di quanto fosse per lui “insopportabile subordinare una vita intera al confezionamento di un libro”, opinione testimoniata dal fatto che, per riuscire nell’intento, lo scrittore dormiva fino al pomeriggio e rimaneva poi a letto a comporre. Una personalità completamente differente era quella di James Joyce, il quale sentiva la necessità di “ripulirsi la mente dal lavoro letterario” trascorrendo molte serate in bar e ristoranti.

Jane Austen, autrice tanto meticolosa quanto equilibrata, appena alzata suonava il pianoforte, scriveva durante la giornata ma interrompeva il suo lavoro in caso di visite o per preparare i pasti alla sua famiglia. Agatha Christie sorprende per la sua versatilità, infatti, rifiutando per tutta la vita di avere un proprio studio, portava con sé la macchina da scrivere ed era capace di estraniarsi dal mondo in qualsiasi circostanza e luogo se veniva colta dall’ispirazione.

Truman Capote si definiva “un autore orizzontale”, dal momento che non riusciva a pensare se non steso a letto o sul divano, con una sigaretta e un caffè. Ma le sue manie di scrittore non finiscono qui: ad esempio non sopportava la vista del posacenere con più di tre cicche dentro, oppure cercava sempre di cominciare e terminare i suoi romanzi di venerdì. Colui che spicca per Il suo stacanovismo è sicuramente Stephen King, il quale scrive ogni giorno, anche per le feste, e non smette prima di aver raggiunto le 2000 parole quotidiane.

Concludiamo questa carrellata di curiosità divertenti addentrandoci un poco nella vita di alcuni registi cinematografici: Federico Fellini passava spesso delle notti in bianco, si alzava alle sei e cercava inutilmente di prepararsi una tazza di caffè, aspettando di poter telefonare a qualcuno nella speranza di non essere insultato. Amante della regolarità è David Lynch, che trova la sua ispirazione dopo un frappè al cioccolato e sette tazze di caffè nel suo locale preferito, tutti i giorni alle due e mezza. Infine per Woody Allen è fondamentale farsi una doccia bollente (o anche più di una) della durata di 40 minuti per assicurarsi la giusta creatività.

redazione