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La Toscana è rossa… di rabbia!

Che la Toscana sia da sempre un “fortino rosso” non è certo una novità. Questo lo sanno benissimo non solo i cittadini di questa splendida regione del centro Italia, ma anche chi segue la politica in genere. Questa volta però non è il colore del principale “schieramento politico”, ma è il colore assegnato alla Toscana lo scorso venerdì 13 con l’ordinanza del Ministro Speranza. Con l’ordinanza in questione la Toscana è passata da “zona arancione” a “zona rossa”.

Solo giovedì sera Eugenio Giani, neo eletto Presidente della Regione, aveva emanato un’ordinanza che chiariva alcune “lacune” dell’ultimo dpcm. In una delle tante dirette Facebook, prima che della pubblicazione dell’ordinanza, spiegava ai suoi concittadini le novità introdotte.

L’ordinanza di Giani

Tra queste la possibilità di andare a caccia singolarmente, di poter continuare l’attività di frangitura delle olive e di potersi recare nei frantoi, di potersi recare nelle seconde case, sempre singolarmente e con il rientro in giornata per provvedere alla manutenzione straordinaria, la possibilità di spostarsi fuori dal proprio comune per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune.
Insomma, l’ordinanza faceva ben sperava i toscani che in pochi giorni erano passati dalla “zona gialla” alla “zona arancione”. Anche il Presidente della Regione si era detto speranzoso, perché i toscani si stavano comportando con correttezza, si stavano creando strutture con nuovi posti letto ed il tracciamento stava aumentando.
Era il 12 novembre. Il giorno seguente però le prime indiscrezioni sono trapelate sui giornali: si pensa a far diventare la Toscana zona rossa. E così è stato.

Venerdì 13 di un anno bisestile con una pandemia in corso

Giani, ferma la sua posizione di rispettare i dictat imposti dal governo, ha però battuto i pugni sul tavolo gridando all’ingiustizia. Ha commentato la decisione del Governo: “Non abbiamo avuto nemmeno il tempo per attrezzarci a governare con le caratteristiche della zona arancione. L’impegno, al di là dei colori, è per dare risposte in tal senso: alleggerire la pressione sugli ospedali, aumentare i posti letto ed il tracciamento. [….] Nella lettura dei dati qualcosa dovrebbe essere spiegato. La percentuale dei nuovi casi positivi sul totale dei tamponi effettuati classifica la Toscana al dodicesimo posto in Italia. Noi abbiamo pagato perché siamo rimasti indietro sul tracciamento, riuscivamo a individuare solo il 37 per cento dei contatti, poi abbiamo arruolato 500 giovani per lavorare sulla ricostruzione dei contatti e siamo riusciti ad arrivare al 60 percento. Siamo stati valutati su dati che non sono reali, siamo indietro di una settimana.”

Come funziona il sistema

Il sistema si basa su 21 indicatori che possono essere suddivisi in 3 ulteriori gruppi: la capacità di monitoraggio, la capacità di accertamento diagnostico, di indagine e di gestione e la trasmissibilità dei contagi e la tenuta dei servizi sanitari. Valori fondamenti sono l’occupazione dei posti letto in area medica ed in terapia intensiva.

Gli ultimi report

Dal report n. 25 (26 ottobre – 1° novembre) della scorsa settimana emergeva per la Toscana:
– un rischio ALTO per la probabilità di diffusione;
– un rischio BASSO per la valutazione dell’impatto;
– la presenta di 3 allerte rispetto alla valutazione della resilienza territoriale;
– uno scenario 3 per l’RT (limite inferiore pari a 1.33).
La valutazione di questi elementi, come emerge dal sito dell’AGENZIA REGIONALE DI SANITA’ avevano fatto sì che la Toscana fosse classificata in zona “arancione”.

Con il report n. 26, (2 – 8 novembre) la Toscana passa in zona “rossa” poiché è stato valutato:
– un rischio ALTO per la probabilità di diffusione: aumento dei casi rispetto alle settimane precedenti e aumento dei focolai rispetto alla settimana precedente;
– un rischio ALTO per la valutazione dell’impatto: 48% di occupazione delle terapie intensive (soglia al 30%) e 39% di posti in area medica (soglia al 40%);
– la presenza di 2 ALLERTE rispetto alla valutazione della resilienza territoriale;
– uno scenario 4 (il più alto) per l’RT limite inferiore pari a 1.72, con valore puntuale di 1.8, il più alto d’Italia.

L’ira di Giani e dei Toscani comunque non si placa. Infatti alla regione ed ai suoi cittadini non è stato dato materialmente il tempo di adeguarsi, se coì si può dire. Non sono stati osservati i dati successivi all’inserimento della nuove misure di contrasto al Covid-19 previste dalla zona “arancione”.

Il Governo aveva sempre sostenuto che i dati dovevano essere monitorati settimanalmente e che gli effetti si sarebbero potuti notare dopo circa 15 giorni. Questo però non è stato fatto per la Toscana che pochi giorni dopo l’ingresso in zona “arancione” è passata in zona “rossa”. La percentuale di positivi è in calo ed ad oggi questo dato posiziona la Toscana come la 12 esima regione per percentuale di casi positivi sul totale dei tamponi effettuati nel periodo settimanale.


Il Presidente della Regione Giani, purtroppo, è ben cosciente che nonostante sia stata una ascesa rapida e veloce verso il colore rosso, la discesa non sarà così semplice. Ci auguriamo tutti, almeno noi Toscani, che possa avvenire il prima possibile.

Solo ieri, ha detto che chiederà al Governo che le provincie di Grosseto e Siena (quelle con l’RT più basso della regione) possano uscire dalla zona “rossa”. Non sarà certo semplice, ma Giani pare abbia proprio intenzione di far sentire a Roma le proprie ragioni.

Sharon Santarelli