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La storia delle scarpe con il tacco ha qualcosa che non ti aspetti

Alcune pensano siano scomode, altre non potrebbero vivere senza: stiamo parlando delle tanto amate quanto odiate scarpe con il tacco. Da piccole erano un gioco e sicuramente le rubavi alla mamma di nascosto e cercavi di sfilare come la miglior modella. Crescendo hanno iniziato a far parte del tuo guardaroba, anzi con gli anni hai decisamente imparato a trovare il modello più adatto alle tue esigenze. Se sei bassa, hai visto in loro un valido alleato; se sei alta, invece avrai sicuramente provato l’iniziale disagio di trovarsi a guardare dall’alto al basso chi ti stesse intorno. Sicuramente però il tacco nell’armadio di una donna e di una ragazza mai mancherà, anche qualora dovessi metterlo solo raramente. Ma esattamente a chi è venuta l’idea di creare queste calzature? Scopriamolo insieme.

Non tutti sanno che i tacchi nascono come accessorio indispensabile nel mondo del teatro. Circa 2000 anni fa venivano utilizzati dagli attori dell’antica Grecia che ne usavano un modello a zeppa. L’attore che interpretava il ruolo principale aveva il tacco più alto di tutti. Successivamente trovarono fortuna anche nell’ambito militare grazie al fatto che permettevano una maggior stabilità quando i soldati spartani infilavano il piede nelle staffe. Nel continente europeo si diffusero grazie al soldato Shah Abbas che venne osservato con curiosità in relazione alle sue scarpe. Nello specifico le sue calzature rialzate veicolavano potere e mascolinità.

Dalla fine del XV secolo comparvero le prime chopine, zeppe altissime, molto in voga a Venezia. Nel capoluogo veneto addirittura le donne arrivarono a richiederne paia dal tacco di ben 54 centimetri. In questo modo erano però sempre costrette ad avere qualcuno vicino che potesse sostenerle in caso di una caduta. Questa pratica, nata con il fine di evitare di sporcare i piedi con il fango, ben presto si trasformò in un modo per indicare il proprio status sociale: più alto era il tacco, più stoffa occorreva per realizzare gli abiti e quindi più si era ricchi.

Nel 1673 Luigi XIV si fece confezionare un paio di scarpe dalla suola rossa e si può dire che queste siano state le antenate delle celebri Louboutin. Inizialmente il loro utilizzo era di appannaggio esclusivo della corte francese. Con il tempo ci fu una vera e propria corsa per accaparrarsi i tacchi: qualora li si fosse indossati, si sarebbe potuto passare per degli aspiranti aristocratici.

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Dall’Ottocento in poi i tacchi divennero ad uso e consumo delle donne che cominciarono ad averne sempre di più. Gli uomini invece andarono perdendo l’abitudine di usarli. È durante il Novecento che però diventano essenziali nel guardaroba di ogni donna. Con gli anni 40-50 e l’arrivo delle pin up, le calzature con il tacco diventano inevitabilmente simbolo di sensualità e femminilità. Le scarpe si alzano e aiutano a slanciare le gambe; diventano fondamentali nel mondo di Hollywood e le vere dive non possono farne a meno.

Oggi il tacco è sdoganato e tutti possono indossarlo. È entrato con prepotenza nel mondo del cinema, in cui per esempio scarpe come le Jimmy Choo o le Manolo Blahnik sono diventate indispensabili per Carrie Bradshaw di Sex and the city. Anche nel mondo della danza ha un ruolo fondamentale: è abbastanza recente l’utilizzo di queste scarpe per coreografie ad altezze vertiginose.

I tacchi sono insomma per tutti, basta avere equilibrio e saperci camminare con disinvoltura. Del resto, grazie ad una scarpa con il tacco (in quel caso di cristallo) c’è chi è diventata una principessa sposando il principe azzurro!

Eleonora Corso