Intervista SKYLËR: il nuovo singolo e tanti progetti musicali in cantiere

Pietro Scipioni, in arte SKYLËR, nasce a Roma nel 1998 e sin da piccolo scopre la sua passione per il mondo della musica. Un giovane artisticamente indipendente che sta cercando di costruire il suo percorso. Il nuovo tassello del suo viaggio musicale è “Cosmo in Slow Motion“. Il brano è un’uptempo synth-pop moderna ma con riferimenti anni ’80. Con un sound dark, l’artista parla della necessità di mettere il tempo in “Slow Motion” per contrastare la sensazione di quanto sia veloce il ritmo della vita. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per scoprirne sogni e progetti.

Ciao, piacere di conoscerti, presentati ai nostri lettori

Ciao, piacere mio! Sono SKYLËR, ho 26 anni e sono un cantautore electro-pop di Roma. Scrivo da oltre 10 anni ma solo l’anno scorso ho rilasciato il mio primo singolo. Ci sono riuscito grazie alla creazione di un progetto che mi ha aiutato a sconfiggere l’ansia e le insicurezze. SKYLËR non sono solo io ma è un universo che si sta evolvendo piano piano, attraverso canzoni e video suddivisi in capitoli. In poche parole, è come se fosse un filtro vero e proprio che proietta quello che c’è dentro di me nella realtà, una sorta di alter ego che mi aiuta ad esprimermi e rappresenta me stesso al 100%. Attualmente sto lavorando su produzioni pop elettroniche e mi piacerebbe portare avanti sempre di più questo genere in Italia.

Come nasce il tuo nome d’arte?

SKYLËR in realtà è nato per caso, giocando un po’ con il nome con cui mi volevo far chiamare anni fa. Il mio vero nome è Pietro quindi mi sarebbe piaciuto Peter Sky, ma dato che volevo un nome più d’impatto ho optato per uno singolo. Ho semplicemente unito “Peter” e “Sky”, invertendo le due parole. I due puntini sono un po’ il mio marchio per contraddistinguermi dagli altri.

Come ti sei avvicinato al mondo della musica?

Già da piccolo mi piaceva ascoltare tantissima musica, ci sono filmati che attestano che ballavo sulle canzoni che passavano in radio ancora prima di aver imparato a camminare. La musica mi ha sempre accompagnato nei momenti più belli e anche in quelli più brutti, è il mio ossigeno. La voglia di crearla, e non più solo ascoltarla, è iniziata con l’adolescenza, quando non riuscivo a condividere le mie emozioni. C’era tipo una barriera e mi richiudevo su me stesso. Proprio per questo motivo ho iniziato a scrivere a 14 anni ed ho capito che questo era l’unico momento in cui stavo bene e mi sentivo libero. Ho tantissime canzoni nel cassetto scritte dentro la mia cameretta. Ora quando registro in studio l’unico mio pensiero è “questo è assolutamente il mio posto”, non ho un piano B.

Il tuo nuovo singolo si intitola “Cosmo in Slow Motion”, ce lo descrivi usando tre aggettivi? Di cosa parla?

Direi dark, ipnotico e forse misterioso. Mi è sempre piaciuto parlare dell’universo nei testi e in questa canzone è proprio come se mi sentissi nello spazio. “Cosmo in Slow Motion” parla di una storia nata e rimasta dentro un club e della necessità di viverla totalmente anche fuori, alla luce del giorno. Riprendo un po’ anche il tema del tempo che c’era nel primo singolo. Il ritmo della vita è così veloce che tutto cambia rapidamente e almeno per una volta vorrei controllarlo e metterlo a rallentatore. “È l’ultima sera che sono qui perché sto soffrendo troppo, ma allo stesso tempo vorrei che passasse lentamente perché voglio farti capire quanto sei importante per me”. È il mio ultimatum e lo sto facendo tra le stelle.

Hai anche un podcast, di cosa parla?

L’idea del podcast è nata dalla voglia di approfondire tutti i miei pensieri ed esplorare le mie emozioni e visioni artistiche, toccando vari temi che sono importanti per me. Si chiama ALTËRSKY e nel primo episodio parlo di alcuni alter ego famosi di artisti iconici come David Bowie e The Weeknd. Alla fine spiego anche i motivi che mi hanno portato a creare l’universo SKYLËR. Ora sto preparando il secondo episodio insieme ad alcuni amici e parleremo della bellezza interiore e di quanto la perfezione ci condizioni la vita tutti i giorni. Un altro sarà dedicato completamente al cinema.

Chi sono i tuoi artisti di riferimento nel panorama musicale?

Non posso non citare Lady Gaga, Lana Del Rey e MARINA. Loro sono una grande ispirazione e sono tutto ciò a cui vorrei arrivare un giorno, a livello di immagine e influenza. Ogni loro canzone potrebbe dar vita ad un film. Ascolto tanta musica internazionale soprattutto per motivo: mi piace viverla a 360 gradi. Non mi fermo solo alla melodia e ai testi ma mi concentro anche sulle performance e sui video musicali. Queste artiste non cantano solo le loro canzoni ma le raccontano, facendolo nel modo più originale possibile. Per quanto riguarda la musica italiana, ultimamente mi sta piacendo molto quello che sta facendo Elodie, è una ventata d’aria fresca per il panorama italiano. Il suo carisma mi ispira tantissimo. Tra l’altro due anni fa le cantai a cappella “MeTeorite” durante un contest che vinsi, fu uno shock perché non mi ero mai esibito davanti ad altre persone. Lei fu così dolce che mi mise a mio agio, è una grande artista sotto tutti i lati.

Qual è il tuo sogno musicalmente parlando?

Non riesco a trovarne solo uno, ne ho diversi e tutti sono importanti allo stesso livello. Forse il sogno più emozionante è quello di entrare in un negozio e ascoltare una mia canzone alla radio. Penso che piangerei. Un altro sogno grandissimo è quello di fare un tour nelle arene portando uno show completo e potente. In Italia l’idea di popstar è diversa da quella che hanno all’estero, vorrei proporre qualcosa di nuovo. Prima di tutto ciò però servono gli album giusti. Infine, non nascondo che un altro sogno importante è Sanremo. Salire su quel palco significherebbe raggiungere la vetta più alta, ovviamente con una canzone che deve spiazzare. Preferisco sempre la qualità alla quantità.

Eleonora Corso