I Wet Floors sono una giovane rock band marchigiana composta da Rebecca Sbrancia, Marco Olivi, Umberto Olivi e Emanuel Accattoli. Spinti dalla voglia di creare e scrivere musica, il gruppo inizia il suo percorso nel 2019 ed arriva in poco tempo a tagliare diversi traguardi importanti per la sua giovane età tra la nomina della rivista Rolling Stone Italia come “Miglior Rock Band Emergente Italiana” nel 2022, le esibizioni sul palco del teatro Ariston durante le finali di Sanremo rock 2022 e 2023 e le aperture a concerti di grandi musicisti del rock italiano come gli Ibridoma e i Marlene Kuntz. Nel 2024 debuttano discograficamente con “Prima opoi” e il nuovo singolo di “The One”, una rock ballad che vuole aiutare chi sta passando un periodo difficile. Non perdetevi questa intervista.
Ciao ragazzi! Presentatevi ai nostri lettori
Ciaoooo! Noi siamo i Wet Floors una rock band underground di ragazzi tra i 20 e i 23 anni.Ci piace dare tutte le nostre energie al pubblico durante i nostri live e divertirci insieme a chi ci ascolta!
Quando avete fondato la band? Qual è il significato del vostro nome d’arte?
Ci siamo formati nel 2019 poco prima della pandemia, il nostro nome d’arte è nato un po’ per caso. Non ha un vero significato se non la sola casualità di come lo abbiamo scelto per l’esigenza di avere un nome per il nostro primo live.
Quali sono le vostre dinamiche lavorative? Andate sempre d’accordo?
Gestire una band è come gestire una piccola impresa e sotto questo punto di vista siamo stati molto bravi a dividerci i lavori e i compiti che inevitabilmente bisogna svolgere. Questa divisione ci permette di essere abbastanza organizzati e sempre sul pezzo in un mondo sempre in evoluzione.
In tutto questo andiamo molto d’accordo anche perché gli obbiettivi che abbiamo sono comuni e scelti da tutti e prima di fare qualsiasi cosa ne parliamo e ne discutiamo tutti insieme.
Il vostro ultimo singolo si intitola “The One”, come nasce?
Nasce inizialmente dalla linea di basso con il tapping (la tecnica che utilizza la mano ritmica per suonare delle note direttamente sulla tastiera) che fa da riff del brano, poi abbiamo aggiunto la voce e attorno alla linea vocale abbiamo strutturato le parti di chitarra e percussioni per dare più risalto alla voce.
Ci parlate un po’ della copertina del singolo, come nasce l’idea? Cosa rappresenta?
Nella copertina vediamo un impermeabile vuoto sotto la pioggia. Rappresenta il tema della canzone in modo allegorico: l’impermeabile è quella persona che cerca di proteggerci dalla pioggia delle cattive emozioni e i pesi che ci tartassano la vita. È vuoto perché spesso non ci rendiamo conto di chi lotta per noi, si nascondono come invisibili ombre nella notte.
Quali sono le vostre influenze musicali nel panorama contemporaneo?
Indiscutibilmente i Led Zeppelin! Sono stati i nostri primi ascolti fin da bambini e inevitabilmente soprattutto per quanto riguarda i suoni e l’energia ci hanno influenzato. C’è da dire che la nostra generazione è nata con YouTube, con la possibilità di spaziare da un genere all’altro e tra epoche diverse quasi gratuitamente. Questa estrema facilità nello spaziare ci ha dato modo di poter attingere a una vastità di idee e suoni smisurata che magari la generazione precedente alla nostra non aveva.
Cosa vedete nel vostro futuro musicale?
Beh, siamo un po’ ciechi sotto questo punto di vista! Noi continuiamo a metterci anima e corpo, adesso ci stiamo organizzando per i nuovi live della stagione estiva e per le uscite dell’album e speriamo che possano aiutarci a farci conoscere e portare la nostra musica e la nostra energia a più persone possibili!