Photo by TEDx Treviso

Intervista ad Enzo Cursio: a tu per tu con le sfide globali

Durante il TEDx Treviso abbiamo avuto la possibilità di incontrare Vincenzo Cursio, detto Enzo, Coordinator of FAO Nobel Alliance for Peace and Food Security, nonché candidato italiano al Premio Nobel per la pace 2018.

Enzo ha risposto alle nostre domande basandosi sulla sua carriera di mediatore nei conflitti ed attivista e sulle sfide che attendono il mondo odierno.

Quali sono le barriere nascoste per un attivista per i diritti umani?


Gli ostacoli principali nel dialogo tra le persone sono tre: avidità, collera e stupidità. Ti racconto una parabola buddhista: praticamente nel buddismo gli avidi vengono messi nel fondo più fondo dell’inferno e sono racchiusi in una stanza ed al posto delle mani hanno delle bacchette da due metri e mezzo l’una. Davanti a loro, in fila, hanno il loro piatto preferito. Quindi loro, con queste bacchette, non potranno mai arrivare e prendere il proprio cibo preferito. Ora l’avidità è una delle illusioni fondamentali, come la nostra vita che non è statica, è dinamica. Anche dopo la morte noi possiamo cambiare, quindi se uno viene definito razzista o nazista può diventare altruista, un San Francesco incallito tra virgolette.

Questo che significa, questo principio della consapevolezza interiore. Nel buddismo viene chiamato illuminazione, nel razionalismo consapevolezza. Questi qui condannati all’inferno come si illuminano? Praticamente quello con la bacchetta decide di prendere un pezzo del piatto preferito dell’individuo al suo fianco e lo imbocca e viceversa. Questa è l’illuminazione: senza un esempio di convivenza pacifica rimani sempre nella tua sofferenza.

La contaminazione culturale si sa, avviene anche attraverso il cibo. Nella tua esperienza diretta, qual è il caso più significativo?

La più grande esperienza di contaminazione culturale è rappresentata dalla cucina italiana: dalla pasta alla pizza niente è italiano. L’Italia è il paese in cui ci sono 832 differenti modalità di cucina, il Paese con la più alta diversità. E queste 800 e passa particolarità di cucina sono rappresentate in gran parte da culture importate: nulla è italiano, ma la cucina è italiana. Anche per questo il nostro Paese è un paese di migranti e immigrati ed è anche per questo che ogni volta mi sciocco e mi sorprendo quando si parla di non accogliere o addirittura di accoglienza. Noi non abbiamo avuto le frontiere negli ultimi 1700 anni e parliamo di frontiere di nuovo oggi? Mi sembra assurdo.

Cursio insieme a Papa Francesco

Qual è stato il più grande muro che sei riuscito ad abbattere?

L’impresa più divertente, perché c’era un pizzico di fuori dalla norma, è stata quando abbiamo deciso di portare 14 tonnellate di aiuti umanitari sotto embargo in Iraq, violando l’embargo delle forze alleate. Fu offerto un volo dall’Alitalia nel 2002, due mesi prima della guerra. Feci un accordo con l’allora AD dell’Alitalia, insieme al premio Nobel per la pace Betty Williams, ossia se avessimo ricevuto le autorizzazioni di sorvolo dell’area dal consiglio di sicurezza dell’Onu, lui era obbligato a darci un Boeing 747 che ci avrebbe portato tutti a Baghdad a parlare con Saddam, ecc. Siccome era una scommessa impossibile lui disse: “Ok, vi do il Boeing” che caricammo con 14 tonnellate d’aiuti sotto embargo. Pensa che sotto embargo c’erano i Tampax, i quaderni, quindi per 11 anni i bambini e le donne di Baghdad non avevano i beni di prima necessità, ed inoltre non potevano arrivare anche alcuni farmaci per curare un particolare linfoma causato dall’uranio impoverito usato nella guerra del 1991.

Il premio Nobel per la pace Betty Williams

Il governo italiano aderiva alla coalizione per la guerra, quindi era matematicamente impossibile l’autorizzazione per un sorvolo, ma nonostante questo chiedemmo al consiglio di sicurezza un voto sulla nostra missione e, misteriosamente, il consiglio autorizzò il sorvolo per combinato disposto. Infatti, il consiglio mai avrebbe pensato che ci avrebbero fornito un aereo, fu un po’ il gioco delle tre carte e fu fantastico poiché fu il primo volo italiano a partire da Roma per Baghdad dal 1991 e fu bellissimo poiché noi fummo diretti all’atterraggio da una donna, capitana della torre dell’aeroporto. Questa missione fu decisiva per evitare la guerra.

Il social business rappresenta la chiave per risolvere molti dei problemi sociali del mondo odierno. Quale credi sia il percorso per procedere alla sua piena diffusione?

Io dico sempre questo: il sistema in cui viviamo, lo dicono gli stessi autori del sistema come Bill Gates, Warren Buffett o Soros, ha una grande contraddizione, cioè che c’è un accumulo di ricchezza enorme ed un aumento della povertà.

Come dice Yunus (il teorizzatore del social business, n.d.r.) otto persone, con nome e cognome, posseggono il 99% della ricchezza del Pianeta e l’altro 99% del resto del pianeta si contendono il restante 1%. Questi problemi, nel sistema balordo che abbiamo creato, aumenteranno sempre di più.

L’economista Muhammad Yunus

Il social business è come mettere delle lenti bifocali: da una parte non si nega l’economia capitalista pura, ma dall’altra parte, invece, si vuole dar vita ad un’imprenditoria che ha sempre fatto parte della storia dell’umanità: l’uomo non ha bisogno di posti di lavoro, l’uomo deve essere lasciato libero di essere imprenditore. Non si è mai visto in epoca preistorica che si portava un curriculum dalla caverna numero uno alla due, però abbiamo già visto in epoca preistorica una società forte basata sull’iniziativa di ognuno.

L’essere umano è fondamentalmente creatività ed essere imprenditori significa essere creativi. Il modello di Yunus è un’impresa senza dividendi, focalizzata sulla risoluzione di problemi sociali, ma la cosa più interessante del modello è che applicato aumenta di circa 250 volte la capacità di sviluppo del territorio in cui è applicato rispetto al capitalismo tradizionale. Penso che questo sia il futuro ed il metodo correttivo di un sistema sbagliato.

Cosa ti senti di dire ai giovani che ogni giorno combattono delle battaglie per eliminare ingiustizie e disuguaglianze?

Due cose: ascoltare gli altri e sfidare i propri sogni senza pensare che possa esserci un limite.

Paride Rossi