Intervista a Nicolò Rocco: a tu per tu con il TEDx Treviso

Abbiamo il piacere di annunciare l’avvio della media partnership con il TEDx Treviso, in previsione del prossimo evento previsto per il 9 novembre presso l’Auditorium Appiani a Treviso, dal tema Beyond the Wall!

Per presentare ai nostri lettori un evento così importante abbiamo deciso di fare una chiacchierata con Nicolò Rocco, licensee del TEDx Treviso da tre anni ormai.
Nicolò ci ha raccontato meglio cos’è il TED e cosa c’è dietro la lunga e difficile organizzazione di un TEDx, capace di suscitare emozioni in chiunque vi partecipi.

Ci potresti spiegare cos’è il TEDx e cosa rappresenta per te? 

TED è una conferenza nata nel 1984 negli Stati Uniti per diffondere idee di valore. Sul palco parlano menti brillanti con il limite di 18 minuti, un tempo pensato per favorire l’efficacia divulgativa degli interventi che vengono fatti da persone provenienti da campi diversi. TEDx è la versione locale che gli americani permettono di organizzare a chi ottiene una licenza per portare nel mondo lo spirito TED. Passando al TEDx Treviso posso dire che questo evento è qualcosa di più di una conferenza di un giorno, è una vera e propria comunità che lavora tutto l’anno fatta di volontari, partner, speaker e persone che credono nel nostro lavoro. Magari tra di noi abbiamo idee diverse, ma siamo uniti dalla curiosità verso il mondo e dalla voglia di conoscerlo con occhi sempre nuovi. Per me TEDx è uno spazio di libertà e contaminazione in cui poter crescere culturalmente e umanamente. Anche se siamo volontari le competenze che si apprendono ad organizzare un evento come questo sono altamente professionalizzanti, ma l’arricchimento più importante che possiamo trarre è l’elasticità mentale. Vedere la stessa passione nel campione di videogiochi ed anche nell’esperto di biotecnologie è uno stimolo ad essere dinamici e cercare un filo conduttore nel tempo in cui viviamo.

Nicolò Rocco – Licensee TEDx  Treviso

Quali sono gli obiettivi del prossimo TEDx?

L’obiettivo di chi organizza un TEDx è sempre fare in modo che chi partecipa all’evento vada a casa soddisfatto delle idee che ha sentito. Veniamo da un’edizione 2018 che ha visto la presenza di seicento persone, quindi di base vogliamo riconfermare le stesse presenze riuscendo ad offrire una conferenza in cui su ogni aspetto si sia fatto un passo avanti in termini di qualità e miglioramento del servizio. La cosa a cui tengo di più però è che emerga che dietro al nostro evento c’è un pensiero. Dalla scelta del tema a quella degli speaker ci sono mesi di confronto, di studio, di partecipazioni ad altre conferenze. Nel nostro caso, avendo scelto il tema dei muri in omaggio al trentennale della caduta del muro di Berlino, siamo stati anche a Berlino per preparare il team all’evento.


Come sono stati selezionati gli ospiti? Come si inseriscono con le loro esperienze nel prossimo evento? Cosa ti aspetti dai loro interventi?

Ad inizio anno facciamo sempre una giornata aperta ai nuovi volontari e lì emergono già delle proposte di speaker. Poi si forma un gruppo specifico nel team che si occupa solo del reclutamento degli speaker. È un lavoro lento e faticoso, in cui cerchiamo un equilibrio di genere, un equilibrio tra gli ambiti da cui provengono gli speaker e le loro storie. Si pensa allo speaker singolarmente e nel complesso dell’evento. Anche la capacità di parlare a generazioni diverse è fondamentale. La forza di avere un team che mette assieme lo studente delle superiori con il professionista ben inserito nel mondo del lavoro aiuta moltissimo ad immaginare un evento ricco di contenuti e vario negli ambiti trattati. Dagli speaker mi aspetto che capiscano appieno lo spirito TED, che è uno spirito di condivisione e di innovazione. La nostra filosofia è quella di non dare una traccia o un titolo agli interventi degli speaker. Parliamo con loro per ore perché ci piace farlo, ma poi vogliamo che salgano sul palco e ci mettano il cuore. L’anno scorso abbiamo invitato Oscar Farinetti. Pensavamo parlasse di innovazione tecnologica nel mondo del food. Ha parlato di rapporto tra invenzione e sentimenti nella storia. Ed è stato magico. Pensavamo che la scienziata della NASA Loretta Falcone ci parlasse di una sua scoperta legata ad Urano e invece ha parlato della malattia del figlio. Quest’anno che parleremo di muri mi aspetto che gli speaker capovolgano le mie prospettive su ogni argomento.


Cosa è per te una barriera (il tema dell’evento è abbattere le barriere)? Quali sono le opportunità che possono derivare dalla loro presenza?

Kant sul concetto di limite ha costruito la sua filosofia, io ovviamente non saprei darti una risposta così strutturata. Penso solo che ciascuno di noi abbia una spinta vitale verso l’abbattimento di muri che esistono in natura o che vengono costruiti dall’uomo, da noi stessi in prima battuta. Viviamo, anche inconsciamente, nell’ossessione del superamento dei limiti e siamo i primi a costruirne quando alla speranza subentra la paura. Muri, limiti e barriere possono essere strumenti neutri, in alcuni casi necessari, altre volte fonte di dolore. Sulle tematiche ambientali credo che ormai sia evidente la necessità di porre dei limiti al nostro stile di vita per salvare il pianeta. Se parliamo di salute mentale credo invece che di muri e di tabù ce ne siano ancora moltissimi da abbattere.


Cosa può nascere dal connubio TEDx- città di Treviso?

Un format come il nostro può aiutare la città ad avere connessioni ed ascoltare esperienze diverse. Per un giorno sono sullo stesso palco la massima esperta di fintech e la massima esperta di decadimento cognitivo nel cervello femminile, il dirigente FAO che coordina i premi Nobel per la pace verso una crescita sostenibile e l’inventore della stampante proteica che sta rivoluzionando l’industria alimentare. Ma oltre alla possibilità di ascoltare queste esperienze per un giorno, TEDx Treviso è un progetto che aiuta a respirare un clima di internazionalità dando in particolar modo uno spazio di condivisione alle generazioni più giovani. Devo dire che la città, in ogni sua componente, ha sempre risposto con fiducia verso il nostro lavoro.


Come sono stati scelti i ragazzi dei team? Come vengono motivati?

Ogni anno ci apriamo tramite una call ai volontari. Facciamo una prima giornata di lavoro in cui indipendentemente dal team a cui si sceglierà di appartenere tutti danno la loro opinione sul tema da trattare, gli speaker da chiamare e come implementare l’evento da un punto di vista organizzativo. Il TEDx è puro volontariato ma allo stesso tempo è un evento impegnativo da un punto di vista della quantità e della qualità del lavoro. Chi dedica del tempo a questo progetto lo fa perché sa di incontrare persone stimolanti da tanti punti di vista. Quando metti assieme ragazzi dinamici, partner di livello e speaker con idee innovative possono nascere collaborazioni, in alcuni casi anche opportunità di lavoro.


Cosa trasmette il TEDx a chi partecipa? Qual è l’esperienza vissuta?

Il TEDx è pura energia. Raramente ho partecipato ad eventi che abbiano la stessa capacità di trasmettere sensazioni e stimoli così vari. Ai TEDx ci si commuove perché si è a contatto con speaker di successo che mostrano la loro umanità. Colpisce sentire il vicepresidente della più grande società americana di gestione di dati sanitari che racconta gli attacchi di panico prima delle prime relazioni di fronte a poche persone. E allo stesso tempo sentire che la sua missione non è aumentare a dismisura il fatturato della sua azienda. Ma che un domani non sarà il luogo in cui nasciamo a determinare la qualità delle nostre cure. Colpisce sapere che l’editore della più importante casa editrice di fumetti italiana quando Zerocalcare, il suo autore più famoso, era in Siria per scrivere Kobane Calling, soffriva perché su WhatsApp non vedeva la spunta blu. La forza del TEDx è questa contaminazione, questa ricerca di un filo conduttore che non solo ti fa sperare in un mondo migliore, ma ti fa capire che anche solo promuovendo idee di valore puoi parteciparne alla costruzione.


L’abbattimento di una barriera ha senso se è seguito da un percorso di ricostruzione. Come pensi che questo pensiero possa essere declinato nella società attuale?

L’abbattimento e la ricostruzione devono essere frutto di un percorso razionale che sappia cogliere e guidare i sentimenti di ogni tempo. Probabilmente oggi manca un pensiero in grado di orientare i limiti e sgretolare le barriere. Abbiamo dieci anni per cambiare il nostro stile di vita e limitare i cambiamenti climatici ma le barriere che poniamo all’inquinamento sono per ora debolissime.

La nostra vita è stata rivoluzionata dai social network ma il dibattito sul loro impatto è ogni giorno al centro del dibattito politico, sociale e culturale. Probabilmente dobbiamo riscoprire la dimensione del contatto, del confronto, dell’organizzazione in comunità piccole che abbiano grandi orizzonti ideali. Riscoprire insomma quell’empatia che riporti la persona al centro dell’agire e dei processi di cambiamento.


Qual è il muro di Berlino del 2019 (il 9 Novembre, giorno dell’evento, sarà il trentennale della caduta del muro)? Come verrà abbattuto?

Potrei dire il cambiamento climatico. Potrei dire la salute mentale, con la depressione che dall’anno prossimo sarà la più importante causa di assenza da lavoro per malattia. Potrei parlare delle implicazioni dell’intelligenza artificiale. Ma penso che un TEDx debba parlare a ciascuno di noi, quindi l’uomo rimane la più grande opportunità e il più grande limite per se stesso. La più grande barriera oggi è l’indifferenza. Non esiste processo che possa avere uno scopo positivo se chi lo guida non prova empatia per sé stesso e per gli altri. Ciascuno di noi può essere limite o argine, capitano coraggioso o incauto. Ogni limite ha una sua prospettiva, il suo significato. Ma è la relazione con gli altri che ci dice se un muro crea identità oppure divisione.

Quali sono i prossimi eventi in programma?

Il 13 dicembre faremo il terzo TEDx Treviso Salon di quest’anno su Etica e Digitalizzazione all’Innovation Factory di Electrolux. Poi qualche settimana di de briefing e saremo pronti per il 2020!

Paride Rossi