Intervista a Marco Sentieri: “Con Billy Blu canto di bullismo e perdono”

Il 4 febbraio 2020 Marco Sentieri debutterà sul palco del Festival di Sanremo come uno tra gli otto artisti scelti per la categoria “Nuove Proposte”.

Classe ‘85, di Casal di Principe, Marco Sentieri fin da piccolo rincorre la musica fino a farla diventare una passione ed un lavoro. Non ha fondato solo il Quarto Senso, la sua prima band, ma ha partecipato negli anni al Festival Show, ad Xfactor in Romania e al Tour Music Fest.

Lo abbiamo raggiunto telefonicamente qualche giorno fa mentre lui era arrivato da poche ore nella città di Sanremo per le prove. Al Festival canterà “Billy Blu”, una canzone sul bullismo. Di questo e molto altro, con una disponibilità rara in questo ambiente, abbiamo dialogato con Marco.

Sei già a Sanremo. Il 4 febbraio debutterai sul palco della 70° edizione del Festival di Sanremo. Come ti senti?

Non vedo l’ora che arrivi il 4 febbraio. Ho tante emozioni. Vivo in un vortice di emozioni, ma le voglio vivere. Non voglio affrontarle con ansia. Voglio godermi ogni istante e non ho il peso di portarmi a casa la vittoria. Sono gli altri che hanno qualcosa da perdere, che partecipano con delle major e che hanno già degli album alle spalle. Marco Sentieri ha solamente tre inediti alle spalle e un’etichetta indipendente.

Qual è la giornata tipo di chi come te deve andare al Festival di Sanremo?

Faccio circa 4 o 5 interviste al giorno tra telefoniche e carta stampata. Almeno tre volte a settimana vado in radio e faccio le video interviste. Stiamo lavorando all’album perché comunque non ci aspettavamo di arrivare sino a qui. Non era in programma l’album, o almeno non così imminente. Stiamo lavorandoci su giorno e notte per farlo uscire dopo il Festival o poco prima dell’estate.

Ho notato la tua necessità di precisare che stai andando al Festival di Sanremo con dietro un’etichetta indipendente. A tal proposito, il modo che c’è oggi di fare musica ti piace? Ci sveleresti qualcosa in più sul nuovo progetto discografico?

Più se mi piace, menomale che c’è perché permette a persone che non sono sotto contratto discografico di poter esprimere la propria musica. Le etichette indipendenti danno la possibilità di avere una minima visibilità. Nel mio caso, così è stato. Non sono mai stato adescato da una major, né un mio brano inviato è stato preso in considerazione. Ho avuto la fortuna di incontrare la mia attuale etichetta che è La Divas Music. Insieme siamo arrivati a questo traguardo, perché entrambi avevamo fame.

Parliamo della canzone che porti al Festival di Sanremo “Billy Blu”. Si parla d’amore in senso lato. Al centro del brano una tematica sociale quale quella del bullismo associata alla salvezza che passa dal perdono. Com’è nata questa canzone e perché cantarla sul palco del Festival?

Il brano nasce dalla penna di Giampiero Artegiani che è un noto cantautore italiano. Autore di tantissimi brani, tra cui – una tra tante – “Perdere l’Amore” di Massimo Ranieri. Ha scritto anche “A casa di Luca” di Silvia Salemi e “Mani nelle mani” di Michele Zarrillo. È venuto a mancare proprio a febbraio dello scorso anno, quindi quest’anno ricorrerà l’anniversario della sua scomparsa proprio all’inizio del Festival.

Il brano l’ho scelto io perché tengo in particolar modo al tema del bullismo e perché vengo da un paese difficile ossia Casal Di Principe. Mi è capitato da piccolo di subire bullismo alle scuole elementari. Portavo gli occhiali molto spessi, ero più paffutello, mia madre veniva da Napoli. Appena ho ascoltato questo brano, mi sono bastate due battute per capire che dovevo sposare questo progetto e cercare di portarlo avanti col fine sia di essere vicino ai bullizzati ma anche di sensibilizzare i bulli.

Al Festival di Sanremo si propongono i propri brani, ma è pur sempre una gara. Cosa pensi degli altri ragazzi tra le “Nuove Proposte”? C’è qualche canzone che ti piace particolarmente?

Oltre ad essere arrivato fino a qui, dalla mia ho la fortuna di avere 34 anni e di cantare da oltre vent’anni. È vero che è una gara e che tutti vogliono vincere, ma per me la vittoria è già essere arrivato qui. So che può sembrare una frase fatta, ma non lo è.
Due mesi fa, ho fatto l’ultimo live e l’ho fatto a Mondragone, in Campania. Oggi mi ritrovo qua, a Sanremo, per il Festival. Questa per me è la grande vittoria. Temo tutti perché siamo tutti bravi. Siamo un bel cast e le canzoni sono tutte valevoli.

Cosa pensi delle polemiche sulle canzoni di Junior Cally?

Il Festival è fatto di polemiche. Partiamo da questo presupposto e anche perché è sempre successo. Su Junior Cally dico che ok, è uno che inneggia alla violenza, ma io sono curioso di ascoltare il brano.
Voglio capire! È stato scelto per il brano che ha mandato, credo, non per il suo trascorso. Non sono a favore di chi manda messaggi simili a quelli di Junior Cally né a favori dei trapper che inneggiano alla camorra. Questo è indubbio. Bisogna capire com’è stata fatta la scelta.

Ho scoperto che se in Italia sei al tuo debutto nella musica, in Romania sei popolare. Com’è successo?

Grazie alla mia attuale etichetta, sono andato a fare a Bucarest un Festival internazionale di voci emergenti che tra l’altro vinsi. Avevo un day off, nell’albergo davanti al nostro c’erano le audizioni di Xfactor e per gioco ci andai. Da lì è iniziato tutto. Sono arrivato alle fasi finali di Xfactor, ho partecipato ad un altro Festival che poi ho vinto. Di tanto in tanto, faccio televisione lì in Romania.

Sandy Sciuto