Intervista a Il Muro del Canto: “Vogliamo portare i nostri live ovunque!”

Il Muro del Canto ha rilasciato nel 2018 “L’amore mio non more”, il loro nuovo progetto discografico, negli instore e nelle piattaforme digitali e streaming.

Il disco mantiene i propri tratti distintivi e, allo stesso tempo, introduce diverse novità nelle soluzioni ritmiche e armoniche. Continua la ricerca di un linguaggio diretto e reale, in cui la forza del dialetto capitolino, che da sempre nutre le salde radici della band, emerge chiaramente fin dal titolo in una dichiarazione d’intenti appassionata e testarda.

Abbiamo intervistato Daniele Coccia, il leader della band, il quale ci ha raccontato dell’album, di “Reggime er gioco” e “La vita è una” – i due singoli estratti – e il suo ricordo di Lando Fiorini.

“L’amore mio non more” è il vostro quarto album. Dal vostro primo lavoro L’ammazzasette ad oggi, come sono cambiati Il Muro del Canto?

È cambiata la consapevolezza di quello che facciamo, siamo cresciuti come uomini e come amici e andiamo avanti per la nostra strada con un pubblico sempre maggiore a darci stimoli e forza.

Come nasce l’album e come lo descrivereste?

L’album è frutto del lavoro fatto insieme negli ultimi due anni, delle nostre impressioni sulla vita tradotte in musica e in parole. Voglio associare questo disco all’immagine di un uomo che ha vissuto molto intensamente e che si ferma a riflettere su di sè, sull’umanità, sul suo tempo, quello di cui dispone che ha vissuto o sprecato. È un disco meno arrabbiato, ma anche il meno rassegnato, un disco in cui musicalmente abbiamo provato delle soluzioni diverse da quelle che sembravano per noi più naturali.

L’album contiene dodici canzoni nelle quali prevale Roma. Che rapporto avete con questa città e soprattutto, credete che sia ancora quella “caput mundi” che tutti ci invidiano?

Non ci piace il campanilismo cieco e nemmeno la critica spietata verso Roma. Io parlo per me, amo questa città perché qui mi sento vivo e, ogni giorno, qui imparo qualcosa. Roma t’insegna a essere forte e a soffrire e se impari questo nella vita sei pronta a tutto.

Il disco è intriso di molte tematiche: l’amore, il tempo che passa, la storia di Roma, gli ultimi. Secondo voi la musica ha il potere di cambiare le cose? E se sì come?

La musica e la cultura in genere hanno il potere di cambiare le cose, basta osservare l’Italia degli ultimi trent’anni. Sono stati sostituiti i riferimenti culturali seri a favore di palinsesti e informazione scadente e lentamente si è finiti in un baratro culturale e civile che è terrificante.

Nel video di “Reggime er gioco” c’è l’attore Vinicio Marchioni e in “La vita è una”, invece, l’attore Marco Giallini. Secondo voi, esiste un connubio indivisibile tra musica e recitazione?

Esistono l’opera, i musical e le collaborazioni tra musica, cinema e teatro sono infinite, sono mondi che si intrecciano da sempre.

Lando Fiorini ha scritto “Ponte Mollo”.  Ad un anno dalla sua morte, quale ricordo conservate di lui?

È stato sicuramente un grande interprete della canzone Romana, forse l’ultimo della vecchia guardia. Ponte Mollo è un brano meraviglioso, non abbiamo resistito.

Un nuovo anno è alle porte. Cosa è previsto ne l’agenda de Il Muro del canto?

L’unica cosa che ci interessa per il nuovo anno sono i concerti. Vogliamo portare i nostri live ovunque.

Sandy Sciuto