Like me, like a Joker: intervista al regista Bruno Mirabella

Torna Like me, like a Joker, web series, ambientata nell’universo di Batman, ideata dal regista Bruno Mirabella e dall’Associazione Culturale Burattini Senza Fili, i cui nuovi episodi saranno trasmessi su Youtube. Girata a Catania, la serie, che avuto tra i riconoscimenti ottenuti il Premio per Miglior Montaggio ed Effetti visivi al Miami Web Fest, adotta il punto di vista di un Joker anziano e morente che racconta la storia di Gotham, culla di criminali e paladini, analizzando la personalità dei personaggi estremi che la abitano, a partire dai famosi villains dell’universo di Batman, tra i più folli e contorti del’intero mondo dei fumetti.

Ce ne parla il regista Bruno Mirabella in questa intervista per Social up Magazine.

Ciao Bruno. Grazie per essere qui con noi. La prima domanda che sorge spontanea è: Come è nata l’idea di girare Like me, like a Joker?

Salve a tutti. L’idea è nata in un momento di profonda rabbia e tristezza quando decisi per aiutare la mia famiglia, che stava affrontando un momento di difficoltà, di non andare a studiare cinema fuori, e credevo che rimanendo a Catania non avrei mai potuto realizzare il mio sogno di diventare regista. Mentre affondavo la mia disperazione dentro un cuscino, vidi in quel buio un vecchio pagliaccio che rideva a crepapelle interamente immerso da una montagna di carte da gioco, subito mi alzai dal letto, andai al pc, e scrissi di getto il monologo del Joker del futuro, che è rimasto inalterato da allora e che si dispiega in tutti gli episodi della serie.

Nella tua serie sei riuscito a trovare delle preziose location a Catania, luoghi spesso poco conosciuti, che evocano con grande fascino il mondo e l’universo del Cavaliere Oscuro. Catania e Gotham, secondo te hanno qualche elemento in comune?

In questi anni mi sono reso conto sempre di più della profonda connessione fra Catania e la città di Gotham City. Entrambe mostrano il loro fascino di notte, sono sovraccaricate dalla loro architettura monumentale, e in entrambe il carnevale di maschere e follia dura trecentosessantacinque giorno l’anno, sono a tutti gli effetti due teatri a cielo aperto, fra ironia anarchica e mistero notturno. Città impossibili, una gotica e metropolitana, l’altra barocca fra fiamme e acqua.

Parlaci del tuo lavoro di regista e di quello della tua troupe. Dove avete girato? Come hai scelto gli attori? Quali direttive hai impartito loro per rendere al meglio i personaggi dell’universo di Batman?

Il mio è un lavoro a tuttotondo che impiega tutte le mie energie e il mio tempo, un ruolo che spazia da regista-creatore a showrunner, partendo dal soggetto fino al montaggio finale e ovviamente alla supervisione di tutti i reparti delle varie fasi di produzione. Ma da soli si combina poco e senza la mia troupe non avrei concluso nulla. Siamo partiti da un gruppo di amici fino ad essere oggi una troupe di venti elementi stabili sul set, e un’altra ventina nei vari reparti di pre e postproduzione, con colloqui, percorsi di selezione e formazione e con un organizzazione professionale. Ma a questa evoluzione “tecnica” non è corrisposta una mancanza del lato “umano”, ci consideriamo una grande famiglia, e non utilizzo questo termine a sproposito, ma siamo un gruppo di spiriti e menti molto diverse l’una dall’altra, unite insieme da un sogno e da pura passione, che viene nutrita dal lavoro collettivo, e “famiglia” è come ci piace definire questo. Un altro termine potrebbe essere anche un “gruppo di pazzi coraggiosi”.

Per gli attori sono stato estremamente fortunato, lavorando come tecnico luci in alcuni teatri e frequentando dei corsi teatrali ho avuto modo di conoscere gran parte del cast prima di iniziare la produzione, e mi sembra sempre di avergli cucito il personaggio sopra. Sono un grande sostenitore del cinema delle “facce”, ma con la serie ho imparato che questa faccia non è solo quell’esterna, devi trovare anche quello che si trova sotto la maschera dell’attore, quell’essenza che può indossare al meglio i panni del tuo personaggio. Il regista ha il compito di compiere la scelta migliore per far collimare la dimensione del reale e quello della fantasia, io mi ritengo molto fortunato e orgoglioso del mio cast. Poi una volta trovato l’attore giusto, il personaggio si costruisce insieme, cercando di capire come pensa e agisce, e soprattutto cosa vuole o dove deve arrivare. Il racconto seriale ti permette di focalizzarti sulla psiche del personaggio e raccontarne le evoluzioni e i retroscena. Molti potranno pensare che partendo da un noto universo di riferimento si è stati facilitati in questo compito, invece molti dei miei attori non conoscevano l’universo di Batman o il loro personaggio, e questo mi ha permesso di costruire con loro la mia visione di quel personaggio e la sua funzione nella storia, che rimane originale con le dovute citazioni e riferimenti, ma sempre originale.

Il tuo progetto è stato realizzato in Collaborazione con L’università di Catania. Cosa puoi dirci al riguardo?

Il nostro progetto ha incontrato dei veri e propri “angeli custodi” lungo il suo percorso. Enti pubblici, attività private, festival ma soprattutto le persone che hanno permesso la realizzazione dello stesso. A partire dall’ARNAS Garibaldi che è stato il motore primo che ci ha permesso di sognare in grande, e ambientare nell’Ospedale S.Luigi la puntata pilota. A cui si sono uniti nella prima stagione la Catania Film Commission che ci ha aiutati a girare in Piazza Teatro Massimo Bellini e nel magnifico Cimitero Monumentale di Catania, I Salesiani con il teatro San Filippo Neri, il comune di Bronte con il Castello e il parco di Nelson, la famiglia Rapisarda per altre location e la famiglia Pizzuto con un maggiolone d’epoca per il nostro commissario Gordon.  La CPO,  il Gruppo Volontari Italia e in futuro la collaborazione col comune di Assuoro. Tutti hanno creduto nella nostra serie e ci hanno permesso di girare a costo zero in location magnifiche.  

L’Etnacomics ci ha lanciati e ci ha dato lo spazio per presentarci, e lo fa ogni anno nello spazio dell’Area Cinema, con l’Assessorato alla Cultura e il Comune di Catania abbiamo organizzato l’evento “Catania come Gotham City” sempre con la collaborazione dell’Etnacomics, ulteriore spazio ci hanno dato altre strutture e fiere come “Kaltacomics”, il “Reggio Comics”, il “Katagames” e il “Borghetto Europa”. Per la seconda e terza stagione abbiamo avuto e stiamo avendo l’appoggio sia di privati, come lo stupendo e storico studio di registrazione The Cave di Catania, il Bluenotestudios di Lentini, La Vulcano Softair per le armi di scena, Il 3D Store per la realizzazione di props originali, il Centro Eden, la “Nuova Sala Chaplin”, la famiglia Rapisarda, Chiara Mirabella SFX, Il Liotru Adventure Park di Catania, e sia di Enti e strutture pubbliche, sempre dell’ARNAS Garibaldi, con un nuovo manicomio Arkham Asylum, ovvero il presidio ospedaliero del Nuovo Garibaldi, la Provincia ci ha fornito molte location come Le Ciminiere di Catania e la sede centrale stessa della Città Metropolitana, la Catania Film Commission ci ha permesso di girare una nuova ala della villa Wayne nei corridoi e sotterranei del Castello Ursino, e arriviamo alla collaborazione con l’Università di Catania.

Già alcuni docenti hanno appoggiato e promosso la serie in precedenza, il professore Alessandro De Filippo invitandomi in alcune sue lezioni per parlare della nostra esperienza agli studenti di magistrale, e il Professore Davide Bennato mi ha intervistato sia in un’edizione dell’Etnacomics sia all’interno del festival “Corti in cortile”, oltre a partecipare come figurante speciale per un nostro episodio, e si è interessato in prima persona quando gli espressi il desiderio di girare i nuovi episodi anche all’interno del Monastero dei Benedettini, sogno che si è realizzato, e dove abbiamo ambientato parte della storia di Alfred e dei suoi allenamenti con il giovane Bruce Wayne. Con l’Università c’è anche in progetto la proiezione in anteprima della puntata pilota di questa nuova stagione. Speriamo bene. E’ molto interessante coinvolgere gli studenti di comunicazione audiovisiva e digitale all’interno del nostro progetto, sempre con l’università di Catania infatti abbiamo avviato alcuni tirocini, con cui sono entrati nella troupe alcuni collaboratori che poi sono rimasti con noi.

I personaggi del fumetto non sarebbero tali senza l’utilizzo del make up, fondamentale nel caso di figure così marcate ed eccentriche come quelle dell’universo di Batman. Come e da chi sono sono stati realizzati il trucco e i costumi? Qual è stato il make up più difficile da realizzare fino ad esso?

Due menti geniali e con cui mi trovo in profonda sintonia. Per il Make Up Design e il make up vero e proprio c’è mia sorella, Chiara Mirabella, che ha coprodotto anche la serie fornendo materiali e strumenti. Per i costumi e il design di oggetti, loghi e scenografie c’è Francesco Foti, il nostro Art Director. Per il come sono stati realizzati, premetto fin da subito che tutto è originale nella serie, ideato e realizzato da noi. Non troverete un costume di Batman o un trucco di Due Facce simile a qualcosa che avete già visto. Questo unito al fatto che siamo una produzione Low budget aumenta la difficoltà della realizzazione che è avvenuta attraverso impegno, notti insonni e l’arte sicula dell’arrangiarsi. Molto spesso un limite diventa un vantaggio o una nuova idea, e noi di queste difficoltà ne abbiamo fatto forza e siamo orgogliosi di aver creato un nostro universo “estetico” motivato anche dal diverso punto di vista con cui raccontiamo l’universo di origine, quello di Batman.

Siete molto presenti sul web e sui social, da You tube, a Facebook, Istagram, in cui tenete aggiornati i vostri followers sugli sviluppi del vostro progetto. Chi si occupa delle comunicazioni su questi canali? Come è stata la risposta del pubblico?

Su internet ogni giorno nasci e muori, e lo fai in modo diverso. E’ una continua evoluzione riuscire a restare presenti e visibili nelle diverse piattaforme. C’è una squadra che abbiamo messo su nel tempo, ma che adesso è pienamente operativa e che sta assumendo dimensioni e impegno quanto quella che produce gli episodi, con la presenza di social media manager e assistant, alcuni già membri della troupe. Alcune di loro potrete conoscerle nelle varie dirette e speciali sui nostri social, i volti gentili della serie (Io sono un brutto ceffo). La risposta del pubblico è positiva e crescente, ma puntiamo con il nostro team di raggiungere vari target di pubblico e ovviamente sempre più persone, in vista del lancio imminente dei nuovi episodi.

A quali Festival ha partecipato “Like me, like a Joker” e quali sono stati i riconoscimenti da voi ottenuti?

Svariati Festival internazionali. Il primo è stato il Rome Web Awards, dove abbiamo ottenuto molti premi nella categoria “Fan Film”. Poi è stata la volta del “Sicily Web Fest” dove abbiamo vinto “Miglior Make Up”, fino a volare negli USA al “Miami Web Fest”, e portarci a casa “miglior montaggio” e “migliori effetti visivi”. Immagina l’emozione di una piccola troupe di catanesi con una produzione 0 budget che vince su serie con produzioni internazionali e soprattutto con una storia su Batman e Joker. Abbiamo vinto successivamente “migliore serie epica” al Bilbao Web Fest e “Migliore serie Scifi-Fantasy straniera” al “WWWA”, più’ alcune nomination in Brasile e negli Usa. Ma oltre i premi , che sono riconoscimenti agli enormi sacrifici, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con tante persone e professionisti di vari settori e il direttore del Miami Web fest, Bryan Thompson, ha indossato i panni di un celebre villain DC comics per la nostra serie e ha girato da noi, e si è fatto promotore del progetto in giro per gli altri festival del mondo. E speriamo che con i nuovi episodi ci sia la possibilità di approdare con la serie anche in altri luoghi e incontrare nuovi e vecchi amici di questo nuovo format.

Il titolo della serie sembra voler suggerire che dentro ognuno di noi si nasconda da qualche parte un Joker. Come mai hai scelto di adottare il punto di vista di questo personaggio?

Perché è l’icona contemporanea a cui puoi affidare un elogio alla follia. Quello conosciuto da molte fasce d’età, che fa parte della cultura pop. La maschera perfetta che in passato è stata indossata da altri, dal Giufà della cultura mediterranea, al satiro, al giullare medievale, alla maschera dionisiaca e così via. In ognuno di noi alberga la possibilità di scegliere il Joker, la sua strada di libera follia, tra il bene e il male, ed è per questo che ho scelto il suo punto di vista, per mostrare una scelta possibile e immaginabile.

Oltre a Joker quali sono i personaggi di Batman che ami di più? Li troveremo nella serie?

Realizzando una serie sul Joker, ho rivalutato il personaggio di Batman stesso, in positivo. Sicuramente i miei preferiti rimangono i villain più famosi , che troverete nella serie insieme a villain meno esplorati al cinema e tv, o totalmente inediti e originali.

Cosa dobbiamo aspettarci dai nuovi episodi di Like me, like a Joker? Quando e dove potremo vederli?

Dai nuovi episodi non dovete aspettarvi nulla, ma fare un tabula rasa mentale, ascoltare e vedere cosa il Joker ha da raccontarvi, andando oltre l’eco delle sue risate e le ombre dei suoi deliri. Viaggerete nel tempo fisico e in quello mentale di molti personaggi conosciuti e non, vedrete l’ascesa e la caduta di molti di loro, perderete i vostri punti di riferimento per ritrovarvi in posti sconosciuti o molto familiari, nel teatro sempre aperto di Gotham City, il palcoscenico del ghigno e del pipistrello, a colpi di dialettica e scazzottate. Seguite i nostri canali Facebook, istagramm e youtube, per tenervi aggiornati sull’uscita dei nuovi episodi. Il 26 Febbraio uscirà il trailer ufficiale della seconda serie!

Francesco Bellia