Intervista a Giuseppe Anastasi: “Il nemico delle canzoni è il tempo”

Dopo il successo di critica che ha riscontrato con il suo disco di esordio “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo” nel 2018 (vincitore della Targa Tenco come “miglior opera prima”, Giuseppe Anastasi ha pubblicato “Schopenauer e altre storie”,  il suo secondo disco come autore e interprete.

Anticipato dal malinconico romanticismo di “Berlino”, dall’ironia ritmata di Bla Bla Star” e dalla denuncia sociale di “Polistirolo”, “Schopenauer e altre storie” si compone di 12 tracce che con raffinata semplicità raccontano la visione del mondo secondo la filosofia di Giuseppe Anastasi.

Dall’autore di brani evergreen come “Sincerità”, “La notte” e “il diario degli errori” ci siamo fatti raccontare il suo secondo progetto discografico e non solo.

La prima volta che ho letto il tuo nome è stato sul palco dell’Ariston quando Arisa ha debuttato al Festival di Sanremo con Sincerità. Eri il compagno di Arisa nonché autore della canzone e non sarebbe stata la prima e l’ultima. Cosa è accaduto da quel momento in poi?

Da quel momento in poi è iniziata ufficialmente la mia carriera come autore. Dopo quel Festival, ne sono seguiti altri cinque di cui due vinti. Il primo con “Sincerità” nel 2009 e il secondo con “Controvento” nel 2014. C’è stato un secondo posto con “La notte” e l’ultima partecipazione da autore è stata con Michele Bravi con il brano “Il diario degli errori”. Insomma, è partita la mia terza vita.

Quando hai sentito l’esigenza di passare dall’altro lato del palco?

Con la paternità. Da quando sono diventato papà mi è venuta voglia di raccontare delle cose a mio figlio in prima persona. Quindi due anni fa ho fatto un primo disco che per me doveva essere il primo e l’ultimo (ndr. “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo”. Poi però è arrivata la vittoria della Targa Tenco. Ciò mi ha riempito di orgoglio e mi sono detto che quasi quasi potevo farne un altro ed è nato “Schopenauer ed altre storie”.

La prima volta che ti sei esibito la ricordi ancora?

Certo che sì! Per me è stato come iniziare un mestiere nuovo perché una cosa è scrivere per altri, un’altra metterci la faccia. La prima volta è stata a Bologna quando abbiamo iniziato il tour del primo disco.

In Italia vi è una nuova generazione di autori. Penso a lei ma anche a Lorenzo Vizzini, Edwyn Roberts e Piero Romitelli, per citarne alcuni. Potremmo ammettere che le classifiche non raccontano la vastità e la varietà della musica italiana?

Per ora le classifiche italiane sono inondate da trap e cantautorato indie. Per ora è un periodo strano. È un periodo o di rivoluzione o passeggero.

Io credo che ci sia di mezzo una rivoluzione musicale, poi vedremo dove porterà. Penso sempre che le belle canzoni durano nel tempo.

Penso che le canzoni hanno un nemico soltanto: il tempo. È il tempo che poi decide quanto vale una canzone o può valere chi l’ha scritta.

Ha scritto per moltissimi. Il suo disco d’esordio ha conquistato la Targa Tenco come “Miglior opera prima” e “Schopenauer e altre storie” è il suo nuovo e secondo progetto discografico. Tra tanti filosofi perché ha scelto Schopenauer?

Mi rifaccio ad una frase che disse una volta in un’intervista Bruno Lauzi. Gli chiesero perché non scrivesse mai canzoni allegre e lui rispose: “perchè quando sono allegro, esco”. Molte volte la scrittura parte da uno stato di apparente malessere o quantomeno di malinconia.

Vanno benissimo le canzoni di speranza e allegre, ma penso spesso che se non ci fosse la tristezza non ci sarebbe stato nemmeno Leopardi quindi sarebbe stata una gran perdita per tutta la letteratura mondiale.

Ho scelto Schopenauer perché i filosofi si pongono sempre grandi domande sull’esistenza quindi di base chi si pone troppe domande poi cade in quel limbo. Allora è importante che quando accade lo scriva.

E le altre storie che accenna nel disco sono presenti nelle dodici tracce in cui spazia da tematica in tematica, ma l’amore è l’argomento preponderante.

Sì perché di base credo nell’amore in tutte le sue declinazioni: per il prossimo, per la natura, di coppia e genitoriale.

Senza l’amore come si fa a campare? L’amore ci deve essere sempre.

Nel disco c’è una canzone in cui parli pure di pena di morte. Non è una pena che ci tocca da vicino perché in Italia è stata abolita, ma è ancora una pratica utilizzata nel mondo.

Mi fa rabbrividire che la fine della vita possa dipendere da un essere umano che viene pagato per farlo. Il boia prende lo stipendio per farlo.

Nella canzone ad un certo punto faccio parlare il boia che dice: “Com’è strana poi la vita, ne ho ammazzati più di lei, ma ho mia moglie che mi aspetta”. Ci sono alcuni paesi occidentali in cui esiste ancora la pena di morte e il fatto che ci sia ancora mi dà fastidio e l’ho scritto in una canzone.

In “Scrooge” parli dell’avversione per il Natale, che quest’anno lo vivremo in un modo alternativo rispetto al solito.

Ho notato negli ultimi anni che nessun bambino sa più che il Natale è il compleanno di Gesù. Sono tutti concentrati su Babbo Natale. Ciò mi dà fastidio. “Scrooge” è un attacco al consumismo.

Il disco si chiude con “Nonna”, un tributo a quelle persone che ci viziano e ci coccolano fin da piccoli.

In questa canzone ci sono tutti i ricordi legati alle mie nonne. Dalle lunghe chiacchierate con loro ho imparato tantissimo e con questa canzone ho provato ad omaggiarle. Mi hanno insegnato dal fare la pasta al forno all’antifascismo e quindi gli davo tantissimo.

Come stai vivendo l’impossibilità di fare live o tour promozionali del disco?

Male come tutti i musicisti. Con il covid è emersa ancora di più l’apparente inutilità che ha la cultura in Italia perché il nostro settore è stato ampiamente penalizzato. Non puoi riempire un teatro, ma puoi riempire un aereo. Lo trovo un controsenso davvero incredibile. Purtroppo il settore ne sta soffrendo tantissimo. Purtroppo ci sono musicisti che se non hanno un’entrata al più presto, non so come faranno a pagare le bollette, quindi non è tanto non aver potuto promuovere il disco ma che un settore non è stato considerato.

Su cosa ti stai concentrando in questo periodo?

Di base sto scrivendo. Mi sto concentrando sulle canzoni e sull’insegnamento che è l’altra mia grande passione. Insegnare mi piace tanto quanto scrivere anzi a volte pure di più.

Mi hai detto che stai scrivendo, puoi rivelarmi qualcosa?

Sto scrivendo sia per me sia per altri però fin quando non è definitiva non dico nulla prima.

Sandy Sciuto